Bacino di Arcachon: Una fifa blu ad Arcachon!

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Sapete che la giornata sarà lunga quando accogliete per una vacanza di due giorni la bambina di vostro fratello e che lei, che è arrivata con una valigia piena, vi annuncia l’indomani mattina, dopo essersi vestita, truccata, messo il rossetto, che lei sarebbe quasi pronta, se non avesse dimenticata i calzini a casa sua. Sapete che la giornata sarà ancora più lunga quando tornate dal supermercato con i calzini e che la fottuta bambina vi annuncia che lei ha anche dimenticato di portare i guanti per fare del pattinaggio su ghiaccio all’aperto sul lungomare. Allora, Guardate, incredulo, dalla finestra, la pioggia battente e ripensate al freddo polare che avete appena affrontato e tentate di dissuadere la bambina da questo stupido progetto di  pattinaggio, e poi riflettete un po’ e tornate al supermercato, allegro di pensare che la bambina potrebbe prendere un bel raffreddore. Ovviamente la gioia dura poco perché la bambina, che è più intelligente dello zio, ha rinunciato al pattinaggio sotto il diluvio appena ha visto la barca che traghetta tra Arcachon e Il Cap Ferret avvicinarsi e vi ritrovate allo spettacolo sul molo Thiers a guardare i passeggeri sbarcare, intirizziti dal freddo oppure soffrendo dal mal di mare. E la bambina, tranquillamente sotto l’ombrello con un bel cartoccio di caldarroste in mano a divertirsi facendovi un commento ad ogni passeggero sbarcato mostrando segni di debolezza. E voi che avete le scarpe bagnate non ascoltate l’orribile chiacchiericcio perché siete troppo occupato a pensare ai calzini di ricambio che avreste dovuto comprare per voi al supermercato perché cominciate veramente a sentirvi congelato e, decisamente, rischiate di morire di una polmonite prima che questa fottuta bambina possa prendere anche l’inizio di un raffreddore. E poi, lei vi dice che vorrebbe fare un giro sulla ruota panoramica sul molo d’Eyrac. Sei sicura? Non hai le vertigini? Sai che è qualcosa di impressionante? E lei di rispondere: Sì,  “je flippe ma race”, ma voglio fare l’esperienza comunque – Flipper (sa race) significa in gergo francese: avere paura, essere spaventato da qualcosa, essere angosciato, ansioso, sentirsi male. Il verbo francese flipper deriva dal verbo inglese to flip cioè agitare e significa nel gergo della droga: sentire gli effetti  dell’assunzione di una droga e per estensione: sentire un turbamento affettivo profondo – insomma la bambina aveva una fifa blu, ma voleva comunque tentare l’esperienza.

Mentre la cabina inizia la sua corsa ascendente, la bambina si aggrappa al mio collo e non vuole più lasciarmi. No, cara, devi smettere di strangolarmi a morte, ma soprattutto devi aprire gli occhi perché ho pagato 5 euro il tuo biglietto, altrimenti mi devi rimborsare; già che ho comprato i guanti e che non vuoi fare il pattinaggio! Non mi lascio abbindolare due volte nella stessa giornata. Poi, quando la cabina si ferma in cima e che siamo spazzati dal vento, chiedo alla bambina di girare il volante perché vorrei prendere qualche scatto e raccontarle un po’ quello che vediamo sotto, e lei si mette a urlare a squarciagola: Non posso muovere nemmeno un dito! “Je flippe trop”, Voglio scendere subito! E poi, a questo momento, un’adolescente che si trova nella cabina dietro con il padre ed i due fratelli si mette anche lei a gridare: Anch’io “j’ai les miquettes” e voglio scendere! E la mia nipote che è dotata di una curiosità insaziabile mi chiede: zio cosa sono queste “miquettes?”. Significa, rispondo io, che anche lei ha paura, è un altro modo di dire: “je flippe ma race”, ma relativamente più elegante perché, credimi, l’espressione: “je flippe ma race” è divertente, ma abbastanza volgare. Comunque non è un’espressione che si usa molto a Bordeaux, questa gente deve essere Ch’ti. Proprio incredibile! hai visto che sono vestiti come se fossimo in piena estate e, non è possibile, mangiano anche dei gelati! Il giro seguente, la bambina ha dimenticato la sua paura e con l’adolescente che viene dal cerchio polare (il cerchio polare comincia a nord del faro di Cordouan) si divertono a gridare insieme: abbiamo “les miquettes” e il gioco non sembra volere finire perché questa fottuta ruota non si ferma più e, dopo quattro giri, sono io che mi sento nauseato e comincio a capire cos’è il supplizio della ruota. Ah, finalmente! Zio anche io vorrei un gelato come Elodie, la mia nuova amica! Loro sono ch’ti e sono abituati a mangiare dei gelati sotto la pioggia e nel freddo polare, noi siamo di Bordeaux quindi siamo una razza più freddolosa. Ti offro un tè o un cioccolato al bar del mercato e comunque io ho bisogno di un cognac e anche un doppio!…Una fine dicembre ad Arcachon.

 

 

 

 

 

8 thoughts on “Bacino di Arcachon: Una fifa blu ad Arcachon!

    • Non hai visto il film francese: Bienvenue chez les Ch’tis (giù al nord credo sia il titolo in italiano). Gli ch’ti sono gli abitanti del nord della Francia (Lille, Calais, Roubaix..ecc..) che hanno tutte queste usanze curiose tipo bere per la colazione della cicoria accompagnata da tartine con formaggio puzzolente…poi parlano una specie di gergo francese orrendo che scortica le orecchie a tutta la gente che non è ch’ti. D’altronde si chiamano ch’ti per questa particolarita linguistica: invece di dire c’est moi (sono io) dicono ch’timi. Si pronuncia in italiano sc’ti.

      Buongiorno Monica!

      Alex

      Piace a 1 persona

      • Sì, ho visto il film e quando ho letto il post ho pensato subito a quello, ma non avevo alcuna prova della mia intuizione, quindi ho chiesto. Non avevo idea che la resa del doppiaggio di quel film in italiano si avvicinasse in qualche modo alla realtà.
        Grazie!
        m.

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      • E meno male perché tutto il successo del film viene dal fatto che la finzione ricalca la realtà francese, tutta la comicità è basata sul divario culurale incolmabile tra i francesi del Sud e quelli del Nord. C’è un remake italiano di questo film intitolato benvenuti al sud che conclude all’opposto cioè Nord o Sud, gli italiani sono gli stessi…non avrebbe successo un remake francese di questo film perché non sarebbe affatto credibile, ho un vicino ch’ti e ti assicuro che lui viene da un’altra galassia 🙂

        Buongiorno Monica

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    • E poi la sera di raccontare al telefono ai genitori che lo zio ha avuto tanta paura sulla ruota panoramica che dopo si è messo a mandare giù dei cognac al bar! 🙂

      Buona domenica Monica!

      Alex

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  1. J’aime bien la prophétie apocalyptique de ta tatie concernant la nouvelle année. Ca ressemble à la moins catastrophique : “Aspettati sempre il peggio che il meglio potrà sempre venire.”
    Sinon, le samedi dernier je sais qu’il y a eu le déluge sur Bx 🙂
    Molto simpatica tua nipote e sa bene che tu stravedi per lei!
    P.S. merci Alex pour les expressions que je ne connaissais pas.

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    • Per lei sarebbe piuttosto: “Aspettati sempre il peggio perché il peggio accadrà comunque” 🙂

      Oui, oui, c’était le samedi du déluge que nous avons fait un tour de Grande Roue et puis il faisait un froid horrible !

      Tous les enfants utilisent l’expression “Je flippe” pour dire j’ai peur ou j’ai la trouille. Avoir les miquettes est une expression que l’on entend pas mal en ce moment à la télé ou dans les films…par contre je n’en connais pas l’origine.

      Alex

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