Francia: In cui una bambina bordolese interroga l’autore di questo blog a proposito della blasfemia!

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XVII secolo, i profeti Mosè, Maometto e l’arcangelo Gabriele, Berlino, Museum für Islamische Kunst.

Cara bambina, il vecchio Bayle diceva: “la blasfemia è scandalosa solo agli occhi di colui che venera la realtà oggetto di blasfemia, ma non possiede nessun carattere delittuoso agli occhi di colui che non condivide questa venerazione”. Insomma, se ti senti insultata da una raffigurazione del profeta o perché qualcuno prende in giro Gesù Cristo è il tuo problema, non quello della persona che ha designato la vignetta. E non è perché hai deciso di santificare certi concetti oppure personaggi storici o letterari che hai diritto di imporre giuridicamente questa santificazione alle persone che non ci credono. Piace o non piace e certi trovano la cosa fastidiosa, ma, in Francia, insultare Dio, Maometto, Allah o Yahweh non è proibito. La costituzione di 1791 ha abrogato il delitto di blasfemia, che fu brevemente  reintrodotto sotto la restaurazione, e definitivamente escluso dalla legge sulla libertà di stampa del 29 luglio 1881. Poi, nel 1905 fu votata la legge di separazione tra Stato e Chiesa che dice che la Repubblica francese non riconosce nessun culto. Da allora, è ovvio per tutti che la blasfemia per se stessa non può costituire un delitto. Ti faccio notare, cara bambina, che non è una specificità francese e la Corte europea dei diritti dell’uomo nel 1976 ha confermato che la libertà di espressione protegge anche le idee scioccanti in grado di disturbare e offendere settori della società o istituzioni. Non credo sia possibile di essere più chiaro, no? Dunque abbiamo visto che il delitto di blasfemia è escluso dalla legge del 1881 sulla libertà di stampa, ma non significa che tutto è permesso da questa legge. Ci sono delle eccezioni che sono la diffamazione, l’ingiuria, l’incitazione all’odio,  la provocazione alla discriminazione nei confronti di persone in base a origine, etnia, nazionalità, razza, religione, orientamento sessuale, handicap, l’incitamento ad atti terroristici, l’apologia dei reati contro la persona, dei crimini contro l’umanità. E poi fuori dal diritto della stampa ci sono altre incriminazioni che rivelano del diritto comune o di altri testi. Comunque per essere un po’ sintetico: Blasfemia: sì, ingiuria nei confronti di persone in base a origine, etnia, nazionalità, razza, religione: no. I giudici francesi sono molto attenti sulle condizioni di questa infrazione perché l’ingiuria è spesso utilizzata come un cavillo giuridico dalle religioni per tentare di reintrodurre il delitto di blasfemia. L’ingiuria deve essere gratuita, non alimentare un dibattito di idee, manifestare una volontà deliberata di oltraggiare, ed indirizzarsi al gruppo religioso nel suo insieme. Per esempio, nel 2007, i giudici hanno considerato che la caricatura di Maometto, pubblicata nella rivista charlie Hebdo, che si dice contrariato di essere amato da stupidi, si lamentava a proposito degli integralisti e non di tutti i musulmani. In un altro processo in cui si vedeva un manifesto pubblicitario con delle donne nude al posto degli apostoli durante la Cena, i giudici hanno considerato che non c’era nessuna volontà di oltraggiare…ecc….è una giurisprudenza costante qualsiasi le religioni. Cara bambina, la Francia è una Repubblica laica in cui la libertà di espressione è il fondamento della società.

5 thoughts on “Francia: In cui una bambina bordolese interroga l’autore di questo blog a proposito della blasfemia!

  1. Il post mi ha spinto a domandarmi “e da noi?”
    Non avrei saputo rispondere, perché se da una parte potevo ipotizzare l’esistenza di qualche legge, dall’altra vivo in una regione in cui la bestemmia è estremamente diffusa, soprattutto nelle generazioni meno giovani, e non ho mai sentito di qualcuno che fosse stato sanzionato.
    Comunque, vi rimando a una banale pagina di Wikipedia che, tuttavia, offre qualche informazione.
    Notte, m.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Leggi_sulla_blasfemia#Italia

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    • Mi sono espresso male, cara Monica. Non la bestemmia del tizio che si è tirato un colpo di martello sul dito (ci mancherebbe che ci fosse una polizia delle parole con un elenco delle bestemmie autorizzate o vietate). Parlavo piuttosto della bestemmia come discorso contrastante della verità di fede.

      In Francia, la blasfemia non può esistere perché la dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del cittadino del 1789 garantisce ad ogni cittadino la libertà di espressione:

      10 – Nessuno deve essere disturbato per le sue opinioni anche religiose, purché la manifestazione di esse non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla legge.

      11 – La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo.ogni cittadino può dunque parlare, scrivere e pubblicare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge.

      Viviamo in una Repubblica laica che non riconosce nessun culto quindi la giustizia pubblica non ha a che fare dei dogmi religiosi. il rispetto è dovuto alle persone che hanno diritto di credere a tutto quello che vogliono, ma non alle credenze e alle religioni che possono essere criticate o prese in giro come tutto il resto.

      Buona notte Monica,

      Alex

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  2. Pingback: In cui l’autore di questo blog risponde ad alcune domande ricevute dai lettori? | Bordeaux e dintorni, stagione III

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