Andare in Cina da casa mia? una cinquantina di chilometri. Imboccate la strada degli Château del Médoc e seguite la strada verso nord. Non vi fermate a Margaux. Fate l’inchino a Beychevelle. Rimpiangete con gli abitanti di Pauillac che il loro Carnevale sia stato rinviato al prossimo weekend. Maledite i turisti giapponesi che bloccano la vecchia strada provinciale per scattare lo château Lafite-Rothschild e soprattutto lo château Cos d’Estournel nella curva. Lasciate Saint-Estèphe a destra e rifate un inchino per salutare il più bel paese del Médoc. Avete notato come il tempo è cambiato radicalmente? le nuvole nere; a destra, l’estuario diventato invisibile; i vigneti che sono avvolti dalla nebbia, la temperatura che è scesa di tre gradi. Posso dirvi che entro cinque minuti, il cielo ci cadrà sulla testa. Non abbiate paura! Significa che abbiamo varcato il confine del Paese degli olandesi e che la Cina è vicina!
L’anno scorso, avevo pubblicato uno scatto della casa del factotum all’ingresso dello Château di Loudenne con il cartello che indica discretamente in mandarino che la proprietà vitivinicola è stata acquistata da un miliardaro cinese. Notate che non parlo il cinese quindi gli ideogrammi potrebbero anche essere la traduzione di “cru bourgeois”, per me è cinese come diciamo in francese oppure è arabo come si dice in italiano. Comunque, la cosa mi ha intrigata e come questo weekend, la proprietà apre le sue porte all’occasione della primavera degli Château nel Médoc, ho avuto voglia di scoprire la proprietà che è tra le più belle della penisola del Médoc e, ovviamente, di assaggiare un po’ di vino cinese. La casa che si adagia in riva all’estuario della Gironda è una certosa tipica del Médoc che risale al XVII secolo, quello che fa la singolarità della casa è che le pareti sono di colore rosa e che la proprietà possiede un giardino all’inglese con una collezione di rose inglesi davvero impressionante. C’è veramente la sensazione di trovarsi in un altro Paese. Non la Cina, però. Direi piuttosto l’Irlanda, lo dico ancora più facilmente perché so che la proprietà è appartenuta tra il 1875 e il 2000 alla famiglia Gibley che era di origine irlandese e che il clima di questo sabato è proprio irlandese. Oggi, la proprietà è cinese, acquistata dal gruppo Moutai (giro d’affari di quasi 7 miliardi d’euro) Conoscete il Moutai? è il liquore numero uno in Cina. Un alcol di sorgho che ha una gradazione alcolica intorno al 54-55% e che i cinesi si infischiano dalla mattina alla sera. Sono i soldi del Moutai che hanno permesso di acquistare questo gioiello del Médoc (sto parlando della casa, non del vino!). Notate che per la gente che i proprietari siano francesi, irlandesi oppure cinesi non cambia niente. La proprietà si estende su più di 100 ettari, 56 ettari producono del rosso e 5 ettari sono dedicati al bianco. Se guardate gli scatti, vedrete che ho assaggiato il bianco. Ne fanno due tipi: uno secco per accompagnare le ostriche e un altro più liquoroso per i dolci. Il rosso è un po’ particolare perché di solito sono i cabernet che predominano nel Médoc, ma qui a Loudenne, siamo nel Paese degli olandesi quindi ci vuole utilizzare una maggioranza di merlot e una minoranza di Cabernet. Perché? perché siamo veramente nel nord del Médoc per il vino e il merlot è un vitigno che resiste meglio al clima freddo. Non ho solo assaggiato dei vini, ho anche fatto la visita della tinaia con l’abituale spiegazione di come si fa la vinificazione e l’allevamento dei vini che ho sentita per la miliardesima volta. Non inutile però! Perché sono venuto a sapere che i cinesi hanno ripristinato la vendemmia manuale invece di quella meccanica. Mi ha sorpreso perché il vino rosso prodotto a Loudenne è un “cru bourgeois” cioè un vino piuttosto tranquillo. Una cosa divertente a proposito degli chai: uno chai è pieno di botte e l’altro sotto è vuoto perché le due ultime vendemmie sono state scarse. La cosa divertente è che lo chai vuoto è stato realizzato dall’architetto Ricardo Bofill che ha fatto una “piccola” errore nel concepimento dello chai, il famoso architetto spagnolo ha dimenticato i rivoli per fare scorrere l’acqua! E ce ne vuole dell’acqua per produrre un litro di vino! Parlando di acqua è tempo di affrontare il diluvio per tornare a casa. Un sabato di fine marzo in Cina nell’estuario della Gironda.
Mi sfugge il rapporto fra il Paese degli Olandesi e il Merlot. Vuoi dire che è freddo come ll’Oanda? Ma in Olanda non si fa vino…
Ciao Alex, attento ai temporali 🙂
dragor (journal intime)
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Sono gli olandesi che hanno creato il Médoc bonificando le paludi a nord di Bordeaux nel XVII secolo, prima di questo periodo non si faceva vino nel Médoc. Chiamo Paese degli olandesi tutta la zona che si estende lungo l’estuario a nord di Saint Estèphe fino alla bocca della Gironda. Assomiglia proprio alla Olanda tranne che i terreni guadagnati sul mare non si chiamano Polder, ma “matte” nel gergo del Médoc…
Lo château dei cinesi è situato nella zona più settentrionale della penisola del Médoc dove è ancora possibile di fare del vino un po’ di qualità, ma già nel Paese degli olandesi e dopo Saint Yzans è veramente un paese di mucche e di uccelli di mare!
Forse non ci crederai, ma tra questo Paese degli olandesi e Margaux che si trova ad una quarantina di km più a sud, c’è una differenza di temperatura media annua di circa due a tre gradi, è la ragione per cui devono privilegiare il Merlot che resiste meglio alle malattie ed è più redditizio sotto questo clima freddo rispetto ai fragili Cabernet….
Bonjour Dragor,
Alex
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Bel post e belle foto! Abbraccio e auguri,65Luna
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