Bordeaux: ragazza nuda in vendemmia!

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La Vite. François-Maurice Roganeau, 1937.

Ognuno di noi ha le sue fantasie, no? Un lettore è arrivato su Bordeaux e dintorni digitando su Google questa strana domanda: Ragazze nude in vendemmia? Quindi, per rispondere alla domanda, mi sono recato in uno dei più bei palazzi di Bordeaux dove, tra tanti altri, c’è questo straordinario affresco del pittore bordolese: François-Maurice Roganeau, realizzato nel 1937 e intitolato: la Vite. Il palazzo dove si trova l’affresco non è uno dei più visitati di Bordeaux perché i turisti preferiscono i palazzi dei Re e quello li è dedicato ai lavoratori: si tratta della Borsa del Lavoro di Bordeaux dove la CGT (l’equivalente della CGIL in Italia) ha i suoi uffici. Un palazzo tutto in stile Art déco, inaugurato il primo maggio 1938, dopo un cantiere iniziato nel 1934 e dove fu chiesto, dal Comune, alla scuola delle Belle Arti di Bordeaux, dove c’erano allora un sacco di Premi di Roma che ci si insegnava, di decorare il palazzo con degli affreschi come si faceva in Italia durante il rinascimento. Quindi nella Borsa del Lavoro, oltre alle opere di Roganeau, potete ammirare la Gloria di Bordeaux di Jean Dupas, il sacrificio del pino delle Landes di Pierre-Albert Bégaud, un affresco di André Caverne che celebra l’architettura bordolese…insomma tutti gli affreschi celebrano il lavoro e le attività tradizionali che fanno la ricchezza e la fama di Bordeaux attraverso l’universo…(la Borsa del Lavoro sarà l’oggetto di un prossimo post).

Passiamo alla Vite, l’affresco di Roganeau. La ragazza nuda illanguidita su questa corna dell’abbondanza che trabocca di grappoli d’uva, la riconoscete? E’ un’allegoria della città di Bordeaux! Non male per una ragazza di più di 2500 anni! La prova che i prodotti di bellezza a base di principi vegetali della vite e dell’uva della Caudalie funzionano bene! Come so che la tizia raffigura la città di Bordeaux? Guardate l’aureola bianca che inquadra il viso dell’odalisca? E’ composta da tre crescenti di luna e questi tre crescenti intrecciati di luna sono il simbolo del Porto di Bordeaux e per estensione di tutta la città; i tre crescenti di Luna li ritroverete su tutti gli edifici e mobili pubblici di Bordeaux. Mi sorprende questa tizia tutta pulita e bene depilata che incrocia le gambe con pudore perché io Bordeaux la vedo sempre come una vecchia sgualdrina pronta a tutto per vendere la sua merce. Qui, la ragazza invece di esibire la sua virtù, ci esibisce un globo pieno del divino nettare. Conoscete la Gerbaude? La Gerbaude è una festa bordolese, diciamo una Baccanale, che veniva offerta dai proprietari ai vendemmiatori alla fine della vendemmia e quasi sempre i lavoratori  sceglievano gli château in funzione delle Gerbaude organizzate e i proprietari avevano piuttosto interesse di organizzare la più bella Gerbaude possibile se volessero attirare dei vendemmiatori perché era ed è sempre un lavoro di cane e senza festa niente manodopera. Qindi possiamo immaginare che la scena sia una Gerbaude. A sinistra, un portatore non aspetta la fine della vendemmia per cominciare ad abbracciare una bella vendemmiatrice. Un bambino rovescia il suo cestino di uva e così anche le galline possono partecipare alla Gerbaude. A destra, vignaioli, vendemmiatori, maîtres de chai…un soldato tornato al paese per l’occasione, stanno tutti brindando mentre un tizio si è messo a suonare della fisarmonica. Si sente la gioia di tutti i lavoratori. Una tizia serve da bere mentre sta ancora pigiando l’uva nel tino. Molto divertente. Sembra una versione bordolese cioè alla buona di quello che si è chiamato: realismo socialista! Anche i Dei greci partecipano alla Gerbaude e Apollo, si pavoneggia nei cieli bordolesi guidando i cavalli impennati del suo carro. Il Dio solare attraversa il calendario tra settembre e ottobre e fa piovere una luce rossa sull’affresco. Notate che il greco aveva già dei debiti perché gli manca i pantaloni, ma il greco è pudico quanto la ragazza bordolese e una foglia di vite gli serve di mutande…Davvero molto affascinante questo affresco bordolese! Non mancate se venite a Bordeaux di visitare la Borsa del Lavoro!

 

Musica: La canzone del gatto che torna sempre!

E io di tentare, con la mia scarsa intelligenza, di convincere una bambina di cinque anni che sta trascorrendo qualche giorno di vacanza a casa mia che anch’io l’ho imparata a scuola la canzone del gatto che torna sempre. E lei di guardarmi con incredulità mentre mi metto a cantare le prime parole del ritornello e di gelarmi un polmone dicendomi: “Ma quanto canti male, zio! E come lei non sembrava convinta, mi sono messo a rovistare tutta la casa dalla cantina alla soffitta cercando una foto di me quando ero bambino per provarle che anch’io un giorno ho avuto cinque anni e ho imparato questo tipo di canzone a scuola. Ovviamente non ho trovato nessuna foto perché è un fatto certo: non ho foto di me a casa. Poi , la bambina mi ha confessato che lei mi faceva uno scherzo perché lei sa bene che tutti gli adulti sono stati bambini una volta. Ma zio, mi prendi davvero per una cretina? Ho pensato di sbarazzarmi della bambina come Thompson tenta di fare fuori il suo gatto nella canzone, ma mi sono detto che non servirebbe a niente e che lei tornerebbe comunque.

La canzone del gatto che torna sempre racconta come thompson tenta di uccidere il suo gatto e come questo fottuto gatto torna sempre il giorno dopo. L’origine è una vecchia canzone americana, ma è diventata un classico nelle scuole francesi e forse anche mia madre quando era bambina l’ha imparata a scuola! Le parole dicono:

Thompson il vecchio contadino è nei guai
non riesce a liberarsi del suo grosso e vecchio micio grigio
Per mettere alla porta suo gatto ha fatto di tutto
Lo ha anche spedito in Canada e gli ha detto “Rimarrai qua!”

Ma il gatto torna il giorno dopo…
Il gatto torna ed è sempre vivo…

Thompson si mette d’accordo con un ragazzo per uccidere il gatto
Il ragazzo va a pesca con la bestiola fra le braccia
In mezzo al fiume la barca ha preso acqua
E il contadino viene a sapere che il bambino è morto annegato

Ma il gatto torna il giorno dopo…
Il gatto torna ed è sempre vivo…

Il vicino di Thompson comincia a perdere le staffe
impugna il suo fucile e lo carica di tnt
Il fucile scoppia e la città si spaventa
Perché una pioggia di pezzi d’uomo sta cadendo
(Tieni un dito, oh un ginocchio! hum un occhio, Ah dei capelli!)

Ma il gatto torna il giorno dopo…
Il gatto torna ed è sempre vivo…

Il contadino scoraggiato spedisce suo micio dal macellaio
Per che ne faccia dell’hachis parmentier, delle polpette, dell’hamburger
Il micio urla e sparisce nel tritacarne “miaou miaou miaou”
Carne pelosa si legge in vetrina

Ma il gatto torna il giorno dopo…
Il gatto torna ed è sempre vivo…

Un pazzo promette di partire in pallone
Per andare nella luna abbandonare il micio
Durante il viaggio il pallone è bucato
E dall’altra parte del mondo un cadavere è ritrovato

Ma il gatto torna il giorno dopo…
Il gatto torna ed è sempre vivo…

Questa volta si spedisce il gatto a capo Kennedy
E’ in un razzo a tre piani che esso è andato via
Il contadino salta dalla gioia perché i suoi problemi sono finiti
E poi l’indomani mattina una chiamata da Miami
We have a cat…thank you very much

Ma il gatto torna il giorno dopo…
Il gatto torna ed è sempre vivo…

In cui l’autore di questo blog risponde ad alcune domande ricevute dai lettori?

Come costruire un camion labo fotografia?

Non vi posso aiutare perché ho due mani mancine! A proposito di camion, come si dice in francese: “il vecchio furgone pizzeria ambulante di Mario?” Come in italiano moderno: food truck!

Che film hanno girato nel castello di Beynac?

Un sacco di film! Il più conosciuto è quello di Luc Besson che riguarda la puttana d’Orléans. I francesi la chiamano la Pulzella d’Orléans, ma io dico la puttana d’Orléans perché sono bordolese e che l’Inghilterra è stata bordolese fino al 1454.

Come arrivare al mare da bordeaux?

Andate sempre verso ovest e non dovrete sbagliare anche con una bussola comprata sul mercato di Ventimiglia!

Stipendio chateau bordeaux?

Vi svelo il segreto degli château per fare soldi: pagano i  vendemmiatori al minimo sindacale cioè 9,61 euro l’ora!

Museo delle ostriche bordeaux?

Mai sentito parlare di un museo delle ostriche a Bordeaux anche perché le conchiglie servono a fare delle argini e delle strade. Invece c’è una bellissima collezione di ostriche fossili che provengono dal mondo intero all’acquario di Arcachon.

Ragazze nude in vendemia?

Promesso, sarà l’oggetto di un prossimo post perché conosco un affresco in un palazzo bordolese che tratta di questo argomento.

Come si scrive parterre in francese?

P.A.R.T.E.R.R.E

Bordeaux è in provenza?

No, la Provenza è in periferia di Bordeaux. I bordolesi odiano i provenzali. Una volta, a Parigi, ho mancato fare fuori un tizio che mi aveva chiesto se il mio accento fosse marsigliese.

Quanto costa il profumo Cécile & Jeanne Eliel?

Mai sentito parlare di questo profumo! Forse questa roba si trova solo in Italia come i mobili Chateau d’Ax!

Cul-de-sac significato?

Significa vicolo cieco, ma nel 2015, non è veramente più possibile di utilizzare cul-de sac in francese, preferite il termine “impasse”. L’ultimo francese che ha utilizzato “cul-de-sac” è probabilmente morto all’inizio del novecento!

Nome enrica in francese?

H.E.N.R.I.E.T.T.E. L’ultima Henriette di Francia doveva essere la moglie dell’ultimo francese che ha utilizzato l’espressione: cul-de-sac!

Dove mangiare crepes alla nutella a Bordeaux?

Purtroppo ovunque!

Sito preistorico a bordeaux?

Si faceva già la vendemmia a Bordeaux ai tempi preistorici! La grotta di Pair-non-Pair di cui abbiamo già parlato!

Come si pronuncia Blaye in francese?

Prima di essere in Francia, Blaye è una cittadina dell’estuario della Gironda quindi dovete pronunciare alla bordolese cioè “aye” si pronuncia un po’ come “ai” in italiano.

Come si chiama l’isola dei famosi in francia?

Non c’è l’isola dei famosi in Francia! L’equivalente è Koh Lanta, ma sarebbe piuttosto l’isola degli ignoti!

Perché ci vestiamo di bordeaux?

Forse tifate la squadra di calcio di Bordeaux oppure semplicemente il colore Bordeaux viene di moda quest’anno. Come diciamo in francese: les goûts et les couleurs, ça ne se discute pas (anche in italiano si dice la stessa cosa!)

Bordeaux deve decantare?

No.

Blasfemia francia legge?

Non c’è di legge contro la blasfemia in Francia. Quindi potete bestemmiare tutti i Dei che volete. E non mi dite che in Italia si è già visto un Dio porgere una denuncia in tribunale per questo motivo, non ci crederei!

Ritals: La webserie transalpina che racconta le (dis)avventure di due expat italiani a Parigi.

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Il primo episodio dei nostri due amici italiani a Parigi è dedicato a questo mobile tipicamente italiano che vedete sopra e come sopravvivere senza nella città della Luce. Quindi, cari amici italiani, se volete visitare o sistemarvi a Parigi, non dimenticate, prima di partire, che ne esistono delle versioni portatili che potete acquistare su internet per una decina di euro. Quello nell’immagine ha appartenuto a Napoleone I e lo portava in tutte le battaglie e si dice anche che ha saputo della disfatta di Waterloo, seduto su questo piccolo trono!  ADESSO CLICCATE L’IMMAGINE!

Ciclismo: Le cocotte del Tour de France!

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Roule cocotte !

Il verso della gallina in francese è: cot, cot, cot, codec ! quindi i bambini francesi chiamano la gallina: cocotte. Una cocotte è anche una gallina di carta. La cocotte può anche essere un nomignolo affettuoso per chiamare la vostra metà o per discutere con una donna che conoscete molto bene: Stai bene, ma cocotte? (un po’ fuori moda, però). Il termine cocotte designa anche una donna di facili costumi, una donna che ha la coscia leggera direbbe mia zia quando lei vuole utilizzare un eufemismo per dire puttana. Poi, guardando il Tour de France, ho scoperto un quinto senso alla parola cocotte. La cocotte è l’equivalente francese del collare in italiano cioè  il nome dato all’insieme del gruppo freno posto sul manubrio di una bicicletta da corsa; il collare collega la leva freno al manubrio della bicicletta. Quindi se seguite una tappa del Tour de France alla televisione francese e che sentite i commentatori della gara dire: “Les coureurs ont mis les mains sur les cocottes !” (i corridori hanno messo le mani sulle cocotte!), non pensate, come l’autore di questo blog, che certi corridori hanno fatto una pausa meritata in qualche bordello della campagna francese, è soltanto che i corridori hanno messo le mani sulle impugnature dei freni per riposare la schiena…

La Grecia? A Bordeaux, è una ragazza che abita al numero 20 del Cours d’Albret!

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Questo dipinto, che potete vedere al museo delle Belle Arti di Bordeaux, si chiama in francese: la Grèce sur les ruines de Missolonghi cioè la Grecia sulle rovine di Missolungi, in italiano il titolo è un po’ diverso perché si aggiunge l’aggettivo “morente”: la Grecia “morente” sulle rovine di Missolungi. Sono così gli italiani sempre a vedere le cose a peggio come se un Paese come la Grecia potesse morire! Il dipinto è stato eseguito nel 1826 da Eugène Delacroix, poi esposto alla galleria Lebrun a Parigi per raccogliere fondi a sostegno della causa greca. Il dipinto è un’allegoria raffigurando la sconfitta degli insorti greci a Missolungi, fortezza caduta il 29 aprile 1826 ai mani dei turchi. La notizia della caduta della più potente cittadella greca fu percepita come un cataclisma in Europa e mobilitò tutti i filelleni d’Europa e ravvivò un sentimento di simpatia straordinario per i Greci. L’assedio di Missolungi, i massacri, le distruzioni avvenute a seguito diventarono il simbolo del coraggio dei greci lottando per la libertà e la liberazione del loro territorio nazionale. Notate che due anni prima, il 19 aprile 1824,  morì, durante un precedente assedio della città, Lord Byron, e il dipinto di Delacroix si ispira ad un’ode alla Grecia di Byron per chi il pittore francese aveva un’immensa ammirazione. La Grecia è questa bellissima e giovane ragazza in abito tradizonale, seno scoperto e le braccia aperte, quasi in ginocchio sulle rovine di una città martire, Ella è la vivente condanna della forza che si è abbattuta sulla Grecia e l’immagine trionfante della sua prossima resurrezione.

Sul sito internet dell’Unione Europea si legge che le dodici stelle della bandiera europea simboleggiano l’unità, la solidarietà e l’armonia tra i popoli che la compongono. La solidarietà non è umiliare un intero Paese e i suoi rappresentati perché non condividono le vostre idee politiche e la vostra linea economica; la solidarietà non è provocare una crisi finanziaria per fare cadere un governo; la solidarietà non è chiedersi quanto vi costerà un’uscita della Grecia della zona euro e mai chiedersi se questa uscita sarà favorevole ai greci…ecc…ecc….La solidarietà è tentare di soccorrere la ragazza ferita e disperata che vedete nel dipinto di Delacroix e che bussa alla vostra porta e non sarà mai di sbatterle la porta in faccia.

Sud America: I giornalisti italiani hanno veramente dei seri problemi con la Geografia!

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Perché scrivere che l’amico Bergoglio è tornato a casa quando il tizio si trova a Quito (Ecuador) nella prima tappa del  suo viaggio in Sud America mostra un’ignoranza della Geografia proprio allucinante. Cari giornalisti, ci sono più di 4400 km tra Quito e Buenos Aires! Ma voi, vi sentite a casa quando siete a 44000 km da Roma, Torino o Milano? Io, per esempio, sono certo che mi sentirei un po’ all’estero a 4400 km da casa mia, nella campagna iraniana! già che non riconosco più niente sulla riva destra dell’estuario della Gironda! 😉 E nessuno di voi ha avuto l’idea di consultare una mappa o un atlante prima di scrivere qualsiasi articolo sul viaggio di Bergoglio in Ecuador?

Bordeaux: Canicola, Rosso di Bordeaux e stregoni della pioggia.

Una casa tipica di Bordeaux con un fico che sta crescendo sul marciapiede.

Il nome Rosso di Bordeaux può ingannare perché non si riferisce alla vigna, ma a una varietà di fico tipicamente bordolese, esiste anche un’altra varietà di fico proprio alla regione bordolese che si chiama Ronde di Bordeaux. Diciamo che il fico è una pianta endemica a Bordeaux e non è raro in primavera di vedere dei fichi forare i marciapiedi nei quartieri che non hanno un particolare interesse turistico e che sono quindi un po’ trascurati dal comune. Se Bordeaux fosse abbandonata dai suoi abitanti dopo una catastrofe climatica o nucleare, siate sicuri che non sarebbe la vigna a conquistare la città, ma i fichi. Una volta, in tutti i giardini bordolesi, anche i più piccoli, c’era un albero da fico e io, non l’ho conosciuto, ma ho sempre sentito parlare del mitico fico che avevano i miei nonni in centro città e che crollava sotto i frutti più buoni del mondo. Credo sia la ragione per cui ho assolutamente voluto un fico bordolese nel mio giardino, per mantenere questa tradizione familiare in qualche modo (e anche per la gola!).

Il fico nel mio giardino ei primi fichi della stagione.

Non lontano da dove c’era l’albero da fico dei miei nonni c’è, via Laroche, al numero 75, dietro il Giardino Pubblico e il liceo Montesquieu, la fontana Figueyreau cioè la fontana del fico (Figueyreau dal guascone higuèr che significa fico). E’ tra le fontane più vecchie di Bordeaux ed era già famosa nell’antichità perché è legata a un culto magico che ci si è svoltato fino al XVIII secolo e che permetteva di fare cadere la pioggia su Bordeaux in periodo di canicola come quella di quest’anno; non pensate che le estati africane siano rare a Bordeaux perché è qualcosa di molto frequente. Quando i bordolesi avevano bisogno di pioggia per le loro vigne, andavano a Figueyreau…Non vedete la fontana? E’ questo strano edificio che assomiglia ad un tempio neoclassico. La prima fontana edificata nel XVII secolo assomigliava ad una piramide, quella è più recente e risale all’inizio del XIX secolo. Adesso chiudete gli occhi e immaginate che non siate più in centro città, ma in campagna; che non ci sono più i palazzi, ma un bellissimo giardino piantato da fichi dove in mezzo scorre un fiume di acqua pura; che i rumori della città e del traffico automobilistico sono stati sostituiti dal dolce parlare guascone delle lavandaie e dei portatori d’acqua che sono venuti dalla città assetata e che adesso si riposano, in riva al fiume, all’ombra dei fichi. Ci siete? Curiosamente in periodo di canicola e quando tutti i fiumi bordolesi erano secchi, il fiume del fico continuava a fornire, indifferente, la sua acqua pura agli abitanti di Bordeaux quindi era già un luogo magico per i bordolesi. Ma qual è veramente il culto magico che permette alla fonte di Figueyreau di fare cadere la pioggia su Bordeaux e di salvare le vigne? Per questo, i fichi e l’acqua pura non bastano e abbiamo bisogno di uno stregone, ma soprattutto del suo bastone magico perché senza il bastone, lo stregone non serve proprio a niente. Il primo stregone fu un certo Marziale di Limoges che fu inviato da Roma nel III secolo per evangelizzarci, noi che credevamo ad una moltitudine di dei. Questo stregone aveva un bastone magico che in italiano si chiama pastorale (credo anche in francese) e che gli aveva dato un suo cugino, un certo Pietro.

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Avignone, Palazzo dei Papi. Il bastone magico ricevuto da San Maziale dai mani di San Pietro e che è stato utilizzato da secoli dai bordolesi nei periodi di canicola prima di essere perso durante la Rivoluzione Francese.

Quando lo stregone arrivò a Bordeaux, c’era la guerra e un incendio stava distruggendo la città, allora, lo stregone, davanti agli abitanti esterrefatti fece qualche movimento con il bastone pronunciando qualche parola di tipo abracadabra in latino e una pioggia dirotta si mise a cadere e la città fu salvata. Pensate un po’, pragmatici come sono i bordolesi, che si sono convertiti subito e che, quando lo stregone è morto, hanno rispedito il corpo a Limoges, conservando il suo bastone magico al riparo nella basilica di Saint-Seurin. Ogni 30 giugno, la gente andava a Saint-Seurin per ricordare lo stregone e verificare che il bastone era sempre li, un po’ come fanno gli italiani con la sindone di Torino, se volete. Comunque vi ho detto che i bordolesi sono un popolo molto pragmatico quindi in periodo di siccità o di canicola, quando la vigna cominciava a seccare, la gente andava in processione a cercare il bastone, poi si recava alla fontana di Figueyreau per fare cadere la pioggia. Il cerimoniale era molto codificato, lo stregone, successore del primo stregone, doveva recitare delle formule magiche, disporre il bastone su una lenzuola tesa sopra la fontana, tra i fichi. Poi, abbassare la lenzuola fino a fare toccare delicatamente l’acqua di Figueyreau al bastone. Perché il bastone non doveva essere immerso nell’acqua della fonte, ma ricevere solo qualche goccia; altrimenti avrebbe provocato delle inondazioni o un diluvio. Insomma il bastone magico si manipolava un po’ come la dinamite nei film di Sergio Leone. Il bastone magico di San Marziale ha funzionato senza mai fallire dall’antichità fino al periodo dei Lumi. Nel 1716, lo stregone che doveva fare cadere la pioggia ha troppo bagnato il bastone e la processione ha mancato essere travolta da un diluvio. Poi, alla Rivoluzione Francese, il bastone magico di San Marziale si è perso e nessuno l’ha mai ritrovato e io mi sto dicendo, con le temperature che abbiamo, che avremmo bene bisogno di questo fottuto bastone a fare piovere in questo momento 😉

Svizzera: Un Consiglio per non sopravvivere alla canicola.

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Allerta canicola. Non dimenticate di disidratarvi! Ecco un comune svizzero, Thônex, che ha deciso di approfittare della canicola per far fuori i suoi abitanti! La canicola è anche l’occasione di constatare che molti locutori di lingua francese fanno confusione tra il verbo “hydrater” (idratare) e il verbo “déshydrater” (disidratare) quindi vorrei ricordare che dire “je suis déshydraté” (sono disidratato) non significa che ho bevuto e che mi sono tolto la sete. Anzi significa che sto crepando dalla mancanza di acqua!!!

Estuario: Le maree a Bordeaux!

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Cari amici turisti che venite a Bordeaux da Paesi dove non esistono le maree, che Bordeaux sia al Sud e la foce del fiume al Nord non ci cambia proprio niente. Quando il corrente dei fiumi bordolesi va verso l’oceano Atlantico: la marea scende; e quando il corrente va verso Bordeaux: la marea sale. Mi dispiace è una delle mie rare certezze nella vita quindi è completamente inutile di tentare di convincermi del contrario.  😉