Bordeaux: Un cigno bianco nel porto della Luna!

Questo clipper che galleggia, a bassa marea, nelle acque torbide del fiume dei bordolesi è stato costruito nei Paesi Bassi e lanciato nel 2000 per commemorare i 500 anni della scoperta del Brasile dal navigatore portoghese Pedro Álvares Cabral e si chiama il Cisne Branco cioè il Cigno Bianco ed è la replica di un clipper olandese del XIX secolo: lo Stad Amsterdam. Mentre siamo appoggiati al parapetto contemplando il meandro del fiume, l’amica decide di raccontarmi per la milionesima volta la sua cena annuale di tanti anni fa con i colleghi di lavoro in un famoso ristorante brasiliano del quartiere Saint-Pierre. Sai cosa faccio sempre, Alex, quando vado in un ristorante? I cessi, rispondo sapendo già la risposta. Esatto e ti posso dire che in questo boui-boui (bettola) già quando si entra nella sala da pranzo non si sente l’odore dei fiori tropicali, ma una vecchia odore di cavolo lesso, di vecchio sudore e di marcio e non ho mai capito la scelta dei colleghi di portarci in questo tugurio. Le ballerine di samba quasi nude che ballano tra i tavoli, suggerisco sapendo che questo ristorante è famoso per lo spettacolo di cabaret con finte ballerine brasiliane che alzano la gamba più che per la qualità della cena che è davvero secondaria. Lei ride dicendo che devo conoscere i suoi colleghi di lavoro. Quindi entro nei cessi e cosa vedo? Un vecchio vaso alla turca tutto sporco e degli schizzi di merda che costellano le pareti dal suolo al soffitto! E l’odore non ti dico! Quando sono tornata nella sala da pranzo, ero convinta che rischiavo di morire se assaggiassi una qualsiasi pietanza! Mentre gli altri prendevano l’aperitivo, sono uscita per fumare una sigaretta e respirare la buona aria dei moli. Volevo sfuggire, ma ero intrappolata perché era una cena organizzata dall’azienda. Quando ho trovato il coraggio di entrare di nuovo nel boui-boui, restava solo un posto che dava sulle cucine. Ogni volta che un cameriere spingeva la porta, potevo vedere questo sgabuzzino completamente lercio con degli scarafaggi mostruosi che correvano sulle pareti e anche dei topi che si deliziavano in un angolo con il contenuto rovesciato di una pattumiera. Niente era sprecato e tutta la roba veniva riciclata e i resti di feijoada nei piatti tornavano in una specie di lisciviatrice che serviva di pentola. Lei continua a elencarmi gli orrori visti in questa fottuta cucina aspettando che faccia la mia domanda rituale: perché non hai detto niente ai tuoi colleghi di lavoro? E lei di rispondere: E rischiare di privarli di una malattia tropicale? Loro che avevano scelto questo ristorante per l’esotismo e lo spaesamento?…. Scendiamo dalla nave e passiamo davanti i marinai brasiliani che, come tutti i marinai del mondo, sono occupati a giocare con i loro smartphone e faccio notare all’amica che i marinai di una volta, quelli del XIX secolo dello Stad Amsterdam, avevano altri svaghi nel vecchio quartiere dei bordelli di Mériadeck. Poi ci fermiamo un attimo davanti alla balera sui moli per ammirare le coppie che ballano al ritmo della musica brasiliana…Un sabato di ferragosto sui moli del porto della Luna.