Sauternes: vino di Bordeaux e schiavitù!

Bordeauxvendemmia

Bordeaux, vendemmia 1932.

Sempre la stessa merda. Non solo i proprietari viticoli ci avvelenano con i loro pesticidi  e ci fanno morire di cancro, ma hanno anche la faccia tosta di lamentarsi quando la povera gente del Médoc, dell’Entre-Deux-Mers, delle Graves, di Sauternes, di Blaye o di Saint-Emilion reclama di essere pagata decentemente cioè secondo quello che è previsto dalla legge per tutto questo fottuto lavoro nei vigneti. E certi proprietari, spesso tra i più ricchi, non si accontentano di brontolare, e ne troverete di quei bastardi, ogni anno, che trovano la manodopera legale troppo cara e che decidono di ripristinare la schiavitù approfittando della miseria umana. Perché non pensate che il caporalato sia una piaga soltanto in Italia, è esattamente la stessa cosa in Francia.

Dunque, mentre la vendemmia si sta avvicinando, sono già stati scoperti diversi casi di lavoro in nero nella zona vitivinicola di Sauternes e di Langon dove si produce il vino liquoroso più famoso del Mondo. La vicenda riguarda una ventina di  sahrawi che sono rifugiati e richiedenti asilo. La cosa bella è che una parte di questi rifugiati si è decisa a manifestare davanti ad un’agenzia specializzata nel reclutamento di manodopera agricola del Sud Gironda. È così che la storia è venuta a galla e che si è saputo di questi 22 lavoratori sahrawi che avevano soltanto cinque contratti di lavoro!

Dunque, questi 22 sahrawi vivono in un campo di fortuna, sotto delle tende nei dintorni del Ponte Saint-Jean, sulla riva destra di Bordeaux, e dal mese di maggio chiedono a essere pagati per il lavoro effettuato nei vigneti di Sauternes. Ma pensate che questi rifugiati si sono accontentati di manifestare davanti all’agenzia che li aveva reclutati? Ma no! Non si sono lasciati sfruttare o calpestare nei loro diritti come facciamo noi! Hanno avvertito i gendarmi e l’ispezione del lavoro, sono andati a bussare alla porta dei sindacati, fra cui la CGT (l’equivalente francese della CGIL), per sostenerli in questa lotta.

Un certo Dih Ahmedaba Hamada racconta: “ho lavorato durante diciotto giorni senza interruzione e sono stato pagato solo 200 euro, dalla mano alla mano. Un altro, Azman Abdallah Bachi, precisa: “approfittano di coloro che vivono sotto il ponte, sono assunti senza contratto di lavoro, senza pagare le ore lavorate comprese quelle del sabato e della domenica. In maggio, ho lavorato 95 ore e sono stato pagato 70 ore.

E adesso? L’ispezione del lavoro ha fatto una segnalazione alla procura di Bordeaux che ha aperto un’inchiesta. Il padrone dell’agenzia non si aspettava affatto che i sahrawi vogliano fare rispettare i loro diritti e pensava approfittare di questa situazione di estrema precarietà. I proprietari viticoli hanno una responsabilità perché devono essere molto attenti per quanto riguarda le condizioni di assunzione dei lavoratori e verificare che l’agenzia che fornisce la manodopera sia in regola con la legislazione francese.

Le sanzioni penali in caso di lavoro in nero? 5 anni di carcere e una multa di 75 000 euro per ogni lavoratore non dichiarato.

 

 

2 thoughts on “Sauternes: vino di Bordeaux e schiavitù!

  1. Quasi a dire che sono quattro piedi di vite che permettono al vecchio di produrre il suo vino per l’anno. Io l’avrei condannato a bere, nell’anno, tutto il vino prodotto dal suo ettaro di vigna…quasi niente….tra 4000 a 6000 bottiglie direi 😉

    Alex

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