Mercoledí 29 ottobre. Fine pomeriggio. Mentre sto guardando, dalla cima della duna di Lacanau, adolescenti che approfittano delle vacanze scolastiche per divertirsi in spiaggia e surfisti in acqua, mi viene un dubbio a proposito dell’Italia: E se l’Italia fosse solo un Paese immaginario? Perché è ovvio per me (ma sono qualcuno pieno di pregiudizi e l’Italia mi evoca il sole e il caldo!), dal mio paese in riva all’Oceano Atlantico, che i blogger italiani che frequento mi stanno raccontando un paese immaginario dove loro si rannicchiano in casa all’inizio di settembre per scrivere delle foglie che cadono, dei colori dell’autunno, del fuoco nel camino e della stufa accesa. Loro mi fanno diventare addirittura nevrastenico con il loro modo casalingo di vivere: a leggere libri guardando cadere la pioggia al riparo dietro le loro finestre; a bere litri e litri di tè o di caffè; ad affrontare il clima polare e i lupi solo per andare al lavoro o quando sono costretti a fare un po’ di spesa. Raccontano un paese che assomiglia ai romanzi di Paasilinna tranne che nei libri di Paasilinna la gente non è assolutamente freddolosa e se ne frega dell’inverno al punto di incontrarci delle vecchiette capaci di camminare cento chilometri al giorno nella neve…Forse, sono io che sbaglio e i blogger italiani non mi raccontano frottole e c’è veramente un Paese mediterraneo che assomiglia alla Lapponia finlandese ad appena mille chilometri da casa mia e la lingua che ho imparata è una specie di gergo finlandese! 😉
Archivio mensile:ottobre 2015
La penisola del Médoc? A volte, assomiglia al paese delle meraviglie di Alice!
Credo sia il fungo più conosciuto al Mondo. Il fungo che incontrate in numerose fiabe per bambini. In Italia lo chiamate ovolo malefico, ma ha anche altri nomi. In Francia lo chiamiamo soltanto “amanite tue-mouches” perché una volta veniva mescolato con del latte per fare dell’insetticida. Gli abitanti della Kamchatka lo utilizzavano per ubriacarsi e gli sciamani della Siberia lo bevevano per invocare gli spiriti, fare delle diagnosi o predire il futuro. Io sono sempre contento di incontrarlo nei boschi perché è un segno che dovrei trovare dei funghi porcini non lontano. Curiosamente, in Francia fino agli anni 1970, l’ovolo malefico veniva considerato mortale eppure non ha mai ucciso nessuno, non è affatto paragonabile alla tignosa verdognola. Cosa rischiate a mangiare questo fungo? Niente di troppo piacevole: mal di pancia, emicrania, ubriachezza, torpore e allucinazioni perché l’ovolo malefico è un fungo psicotropo; è quello che lo caratterizza. Nel XIX secolo, in Europa, era molto di moda questa storia degli sciamani siberiani che usavano questo fungo per aver delle allucinazioni e certi viaggiatori europei hanno fatto l’esperienza e descritto gli effetti provocati dall’ovolo malefico. Nel 1860, un famoso botanico e micologo inglese, Mordecai Cubitt Cooke, pubblica uno dei primi libri sui farmaci psicotropi, intitolato: Seven sisters of sleep, in cui vengono descritte le proprietà del tabacco, dell’oppio, dell’hashish, del betel, della coca, della belladonna e dell’ovolo malefico. Un libro che fu un best seller nella società vittoriana di allora. Si dice che questo libro sarebbe stato la principale fonte di ispirazione di un altro best seller, ma quello conosciuto nel mondo intero e non solo in Inghilterra. Avete un’idea del libro? Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Il fatto è che Lewis Carroll si sarebbe ispirato del capitolo sull’ovolo malefico per Alice, capitolo in cui il botanico Cooke racconta per la prima volta il fenomeno delle distorsioni visive che sono generate e proprie al consumo di questo fungo. Per esempio una crepa su un marciapiede si mette a diventare una voragine mentre una voragine diventa una piccola crepa. Alice è la tipica mangiatrice di ovolo malefico. Dopo aver assaggiato il fungo, lei si mette a rimpicciolire oppure a crescere e deve imparare a dosare i due lati del fungo per ritrovare la sua statura normale.
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Alice questa volta attese con pazienza che il superbo animale si decidesse a parlare. Dopo un po’ il Bruco si tolse di nuovo la pipa di bocca sbadigliò due o tre volte di seguito e si stirò tutto. Poi scese dal fungo e mentre se ne andava strisciando tra l’erba disse soltanto: “Un lato ti farà più alta. L’altro più piccina”.
“Un lato di che COSA? L’altro lato di che COSA?” pensò Alice.
“Del fungo” le rispose il Bruco come se Alice avesse parlato ad alta voce. Un attimo dopo il Bruco non c’era più.
Alice si voltò pensosa verso il fungo. Stette per un pezzo a domandarsi quali potessero essere i due lati dato che il fungo era rotondo. Si trattava di una questione veramente difficile. Alice allargò le braccia intorno al cappello del fungo e ne staccò con le mani alcuni pezzi da varie parti.
“Quale sarà quello buono?” si domandava perplessa mentre dava un morso per fare una prova al pezzo che teneva nella mano destra.
D’un tratto sentì un forte colpo sotto il mento; infatti il mento aveva urtato contro i piedi!
Spaventata per l’improvviso cambiamento ma pensando che non c’era un attimo da perdere dato che continuava rapidamente a rimpicciolire Alice s’affrettò a mordere l’altro pezzo. Il mento era ormai tanto attaccato ai piedi che per aprire la bocca soltanto un po’Alice dovette fare uno sforzo doloroso. Però vi riuscì e inghiottì il pezzo di fungo che teneva nella mano sinistra.
“Finalmente la mia testa è libera!” disse Alice contenta. Ma la sua felicità si mutò subito in apprensione quando si accorse che non riusciva più a vedere dove fossero finite le sue spalle. Guardando in giù vide soltanto un collo lunghissimo: esso sembrava levarsi come un alto fusto sopra un mare di foglie verdiche parevano perdersi lontano….
(Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie, capitolo V)
Francia: Cos’è la dignità?
La dignità non è affittare un elicottero per andare a filmare, attraverso gli alberi, i luoghi di un incidente stradale che ha fatto 43 vittime; la dignità non è fotografare con teleobiettivi dei poliziotti scientifici che cercano degli indizi nelle ceneri; la dignità non è fare delle domande stupide sul marciapiede a un sindaco che ha perso membri della sua famiglia oppure a delle persone devastate che cercano notizie di un fratello o di una sorella; la dignità non è chiacchierare a vanvera per ore e ore in studi televisivi senza sapere niente di quello che è successo; la dignità non è fare delle stupide ricostruzioni infografiche e convocare dei saccenti che dicono che il pullman o il camion avrebbe dovuto fare questo o quello per evitare l’incidente; la dignità non è fare delle ricerche macabre per sapere se questo incidente stradale è quello che ha fatto il più di morti in Francia o no; la dignità non è di contare i morti come se si trattasse dei punti di un gioco televisivo; la dignità non è approffitare di una dramma per fare delle polemiche politiche; la dignità non è andare a interrogare un superstite sul suo letto di ospedale per chiedergli di raccontare ancora e ancora come la tragedia è avvenuta; la dignità non è fare delle vittime di serie A e vittime di serie B e considerare che l’autista del camion, che è morto con il figlio di tre anni, è un criminale, la dignità non è utilizzare il dolore e la morte per fare audience…ecc.
LA DIGNITA SONO GLI ABITANTI DI QUESTO PAESE DEVASTATO DELLA GIRONDA CHE HANNO CAMMINATO TUTTI INSIEME IN SILENZIO QUESTA DOMENICA 25 OTTOBRE. TUTTO IL RESTO È PORNOGRAFIA.
Cambio orario: Un’isola, Molène, abitata da 210 irreducibili bretoni, resiste da 45 anni al cambio dell’ora!
Chiedere a un francese di spiegarvi il cambio orario che si svolge due volte all’anno, è come chiedergli di spiegarvi la teoria della relatività di Einstein. Dormiamo un’ora di più oppure un’ora di meno? Mistero. Se fate la domanda, vedete solo gente che vi guarda lo sguardo vuoto e un po’ bovino. Sull’isola di Molène in Bretagna non hanno questo problema, sono rimasti all’ora solare e non vogliono avanzare o indietreggiare le lancette. Nel 1970, il governo francese decise di avanzare gli orologi di un’ora e a Molène decisero di cambiare un bel niente, gli abitanti sono rimasti all’ora del meridiano di Greenwich. 6 anni dopo, il governo francese decise di avanzare una nuova volta gli orologi di un’ora sulla corsa del sole e gli abitanti di Molène sono entrati in resistenza. Una guerra che dura da 45 anni. In inverno, gli abitanti di Molène hanno un’ora di ritardo sulla gente del continente oppure è la gente del continente che ha un’ora di anticipo sugli abitanti di Molène…
Cliccate l’immagine sotto…
…per guardare cosa ne pensano gli abitanti di Molène del cambio orario nel 1976. Siamo nel 2015 è le cose non sono assolutamente cambiate. Sotto l’immagine, potete leggere in italiano quello che dicono gli abitanti dell’isola.
Il giornalista: Lei sa che domenica ci sarà un cambio d’orario?
La signora: Ma sì, ma sì..
Il giornalista: Sarà avanzato di un’ora…
La signora: Ma, me l’hanno detto
Il marinaio: l’ora ce ne freghiamo alla grande. In ogni modo un’ora GMT o un’ora GMT più dodici è la stessa cosa.
Il pescatore sulla barca: Questo è ancora un imbroglio di Giscard! (n.b: Presidente della Repubblica francese, 1974-1981).
L’anziano: Il sole si alzerà più velocemente e per la sera non finiremo più presto.
Il giornalista: Allora siete opposti, voi, personalmente?
L’anziano: Sì, quando andremo a cercare il treno o la corriera, ci vorrà partire…
Il giornalista: un’ora più presto
La signora: Non cambia niente per noi.
Il giornalista: Come mai non cambia niente per voi?
La signora: Noi camminiamo (n.b: nel senso funzionare) all’ora solare.
Il giornalista: cioè?
La signora: Alla vecchia! (n.b: all’antica)
Il pescatore sulla barca: Non vedremo la differenza noi perché siamo in mare. Camminiamo all’ora della marea. Guardiamo il calendario, è l’ora della marea che conta per noi.
Il giornalista: Signor sindaco, lei avanzerà il suo orologio nella notte di domenica a lunedi prossimo?
Il sindaco: Si, per forza perché sei anni fa, in gennaio 1970, l’abbiamo già avanzata di un’ora, allora dobbiamo andare avanti. Se no, cosa succederà? Ci saranno tre tipi d’ora a Molène attualmente: l’ora solare, l’ora legale d’estate e poi l’ora legale d’inverno.
Il giornalista: Eppure si dice che a Molène tutti restano all’ora solare?
Il sindaco: Si, più o meno. Non ci vuole troppo esagerare su questo. L’importante è che non ci sia di confusione per i traghetti con il continente. Il pescatore, se mi chiedete, il suo mestiere vuole che lui non mangia all’ora. Egli mangia a tutti tipi d’orario. Allora, su questo non c’è problema.
Il pescatore sulla barca: Siamo già a GMT+1, allora se avanziamo l’ora di un’ora a GMT+2…allora sono due ore o che…
Il giornalista: Allora siete a GMT+1 adesso?
Il marinaio: A GMT+2 ora, la gente non ne può più di questi cambi d’orario e continuerà a prendere GMT e basta; è cosi che dovrebbe essere.
Il giornalista: ma risolverà l problema?
Il marinaio: ma non c’è problema!
Il contadino: Alle 10, il sole fa mezzogiorno. Per noi fa mezzogiorno il sole a piombo in mezzo alla giornata.
Il giornalista: Ma non ci saranno problemi dal punto di vista amministrativo?
Il pescatore sulla barca: Ma è per loro che ci saranno problemi, non sarà per noi.
Il giornalista: ma vi troverete disorientati con la gente del continente?
La gestrice di un ristorante: Perché disorientati? Non viviamo sul continente, viviamo su un’isola!
Il giornalista: Ma non ci saranno problemi con due ore di ritardo con la gente del continente?
La gestrice di un ristorante: Ma non avremo due ore di ritardo, sarà voi che avrete due ore di anticipo.
Il giornalista: Ma non credete, comunque, che avrete l’ora amministrativa che sarà l’ora legale e l’ora della gente che vuole restare all’ora solare?
Il sindaco: Appunto. Ma almeno avremo solo due tipi d’ora altrimenti ci sarebbero tre tipi d’ora e quelli che tengono conta di un’ora devono calcolare, oggi hanno un’ora di ritardo e domani due ore.
La gestrice di un ristorante: Siamo in un paese di natura e abbiamo l’intenzione di viverci come abbiamo scelto.
Il giornalista: Cioè l’ora solare?
La gestrice di un ristorante: C’è solo il sole che ci dirige qui!
Il giornalista: Ma lei ha un ristorante, non saranno problemi con la gente che verrà in vacanze quest’estate? Per mangiare a mezzogiorno saranno le 10…
La gestrice di un ristorante: Sono loro che vengono da noi quindi dovranno adattarsi a nostro modo di vita. Se vengono, vuol dire che vogliono vedere Molène.
Il giornalista: Lei non pensa che ci sarà una guerra dell’ora a Molène?
Il sindaco: Non, è sempre la stessa guerra che dura da 6 anni. Non ci sentiamo troppo male in questa piccola guerra.
Le parole magiche che tutti gli italiani (e non solo) dovrebbero conoscere per ordinare una birra (e non solo) in Francia!
Diceva il vecchio bordolese: “La cortesia costa poco e compra tutto” Queste parole magiche che dovrete utilizzare mille volte al giorno in Francia sono: “Bonjour, s’il vous plait, merci, pardon, je vous prie, au revoir, bonsoir…ecc. Poi, non dimenticate che la regola in Francia è il lei (vous) quindi non cominciate a dare del tu a tutte le persone che incontrate, se non volete passare per l’ultimo dei cafoni 😉
Cliccate l’immagine!
Vino: In cui l’autore di questo blog organizza un quiz sul vino di Bordeaux!
Come niente sembra interessarvi, ho pensato a fare un quiz sul vino di Bordeaux. Non c’è niente da guadagnare, nessun premio (anche perché sono qualcuno di tirchio 😉 ). Solo il piacere di partecipare e di misurare le sue conoscenze e forse di imparare qualcosa. Ci sono domande facili e altre che sono davvero difficili quindi vi consiglio di sgobbare in qualche libro prima di lanciarvi. Una volta che avete cominciato, non dovete barare andando a cercare le risposte su Google. Buon divertimento! (le risposte saranno pubblicate la settimana prossima)
Uwins Thomas (1782-1857). Vendemmia del Claret nel Sud della Francia, 1847-1848. London, Tate Collection.
1 Strani questi bordolesi! Come chiamano l’abitazione di qualcuno che possiede quattro piedi di vite?
2 Potete citarmi due paesi del Médoc di cui il nome inizia da “Saint” e che sono ugualmente nomi di denominazioni vitivinicole?
3 Quali sono i tre primi Grand Cru situati sul comune di Pauillac nel Médoc?
4 Qual è la denominazione più piccola della regione di Bordeaux?
5 Quali sono le due denominazioni regionali del vigneto del Médoc?
6 Qual è il principale vitigno coltivato nel Médoc?
7 Quale Grand Cru del Médoc fa raffigurare sulle etichette delle sue bottiglie opere di artisti famosi?
8 Qual è il vigneto più famoso di Sauternes?
9 Qual è il vino più conosciuto della denominazione Graves?
10 Potete citarmi le 6 denominazioni comunali del vigneto del Médoc?
11 In quale zona di Bordeaux la vendemmia è la più tardiva?
12 Cosa si pianta all’inizo e alla fine dei filari nei vigneti del Médoc?
13 Cosa si fabbrica con il legno detto “merrain”?
14 Come viene chiamato l’anno di raccolta di un vino?
15 Una “bonde” è destinata a chiudere una botte, a prelievare un campione di vino oppure a pulire una tina?
16 Nei vigneti di Bordeaux i primi fiori appariscono in marzo, aprile, maggio o giugno?
17 Come si chiamano i filari a Bordeaux?
18 Quale malattia fu un disastro nei vigneti bordolesi negli anni 1850?
19 Qual è il più famoso vigneto della zona di Libourne?
20 A quale proprietà del Médoc di fama internazionale la Tour Saint Maubert, oggi distrutta, ha dato il suo nome?
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Ci voleva rispondere: 1 Château; 2 Saint-Estèphe, Saint-Julien; 3 Lafite, Latour, Mouton-Rothschild; 4 Pomerol; 5 Médoc, Haut-Médoc; 6 Cabernet-Sauvignon; 7 Mouton-Rothschild; 8 Château Yquem; 9 Haut-Brion; 10 Pauillac, Saint-Estèphe, saint julien, Margaux, moulis, listrac; 11 Sauternes; 12 Rose; 13 Botti; 14 millésime; 15 la bonde è il nome del tappo che serve a chiudere le botti; 16 Marzo; 17 i filari si chiamano les règes; 18 l’oidio; 19 Pomerol; 20 Château Latour.
Botanica: Come trasformarsi in lupo mannaro grazie a una pianta diffusa ovunque!
Questa pianta che pullula in una sodaglia dietro casa mia è la Datura Stramonium della famiglia delle Solanacee e che fa rima con spazzatura tanto le punture che possono essere occasionate dai frutti spinosi sono fastidiose. Notate che nei vivai trovate anche la cugina Datura che i vivaisti hanno ribattezzato Brugmansia. Ma non cambia niente! Certi clienti comprano la pianta per i suoi profumi vesperali descritti nei cataloghi e altri per bere i semi, i fiori e le foglie in decotto perché la datura causa allucinazioni e disconnessione dal mondo reale. Non lontano da casa mia, hanno ritrovato degli adolescenti che avevano consumato della datura e che nuotavano in uno stato di completa confusione e quasi in ipotermia nelle acque ghiacciate di uno stagno, mentre altri, in riva, stavano già morendo per avvelenamento (basta sapere che i semi della datura possono fare un ottimo ratticida). La datura è una pianta detta psicoattiva ed è stata resa famosa nel mondo intero dai libri di Carlos Castaneda in cui l’autore racconta in dettaglio tutte le tappe dell’insegnamento esoterico di uno stregone yaqui attraverso l’uso di datura e altre sostanze psicotrope. Notate che la pianta è altamente velenosa solo in caso di ingestione (non bruciate la pianta in giardino altrimenti avrete, per qualche giorno, delle allucinazioni da incubo). La datura stramonium è semplicemente chiamata Stramonio, ma ha anche altri nomi divertenti in francese: erba ai pazzi, erba agli stregoni, castagna puzzolente, mela spinosa, caccia talpa, erba alla talpa, tromba degli angeli…
Lucas Cranach detto il vecchio (1472-1553). Il Lupo Mannaro, stampa del 1512).
Credetemi che, una volta, le nostre streghe locali non avevano niente da invidiare agli sciamani messicani nell’uso dello stramonio perché è esattamente una pianta che doveva fare parte del giardino di una strega e non solo per curare la gente. E’ grazie allo stramonio che sono apparsi i lupi mannari che terrorizzavano le popolazioni durante il medioevo. La strega si faceva un unguento magico a base di stramonio, Belladonna (atropa belladonna), Papavero da oppio (Papaver somniferum) e qualche altra pianta psicotropa, poi la tizia (anche lo stregone non siamo misogino!) si spalmava tutto il corpo con questo unguento e andava a ululare alla piena luna e divorare qualche giovane pastore. E’ così che nascono i lupi mannari, con quattro piante selvatiche e tossiche. Cosa credete? A quello che vedete nei film americani? Lo stramonio veniva utilizzato anche durante il sabba dove le vergini prima di essere iniziate venivano spalmate con un miscuglio di stramonio e di cantaride. D’accordo è poco invitante, ma il Diavolo adora consumarle così. Secondo la più grande strega della storia, Santa Ildegarda, lo stramonio può anche essere un antidoto contro certi veleni tipo se il mio rimedio e il veleno non vi uccidono, non so più cosa fare. Ma, lasciamo la parola alla santa: “se avete ingerito del veleno, aggiungete dell’erba moscatella, un po’ di miele e un po’ di ruta. Dopo cottura, aggiungete un po’ di stramonio. Filtrate e bere così , tre volte, dopo le cene. Il veleno sarà evacuato sia per vomito, sia per…Va bene, avete capito. Volete un consiglio? Al massimo, tentate la pianta come repellente naturale contro le talpe e non andate a tentare il diavolo!
Oceano: La spiaggia ai porcini!
Si vede che siamo in autunno! In tanti leggete il mio post dedicato al mio amico “il tizio dei porcini” e mi chiedete attraverso la bacheca wordpress dove trovare porcini nei dintorni di Bordeaux. Vi risponderei che ci sono segreti che si svelano solo sul letto di morte in cambio di un ultimo bicchiere di Margaux. Io, invece, non ho rinunciato all’estate e ho deciso che l’estate finirà solo quando avrei rinunciato fare un ultimo bagno nell’oceano.Quando ho un po’ di tempo libero e che c’è un raggio di sole, corro alla spiaggia ai porcini nella speranza di sfidare l’Oceano. Per il momento, la mia speranza è sempre stata delusa perché l’acqua è veramente fredda. Ma, come siamo in autunno, c’è comunque la possibilità di tornare a casa con qualche porcino e di consolarsi con una bella omelette! Non cercate la spiaggia ai porcini su una mappa perché sono io che l’ho battezzata così. La chiamo la spiaggia ai porcini perché per raggiungerla ci vuole attraversare tante pinete e salire tante dune. In mezzo a queste pinete, in una vasta depressione, c’è un’improbabile foresta di querce, una specie di foresta primordiale che risale ai tempi in cui gli uomini non avevano ancora inventato le dune. Un foresta umida con una vegetazione e degli animali diversi di quelli che potete trovare nella foresta di pini marittimi. La foresta di querce ha conquistato tutte le dune nei pressi e ad ovest confina con le ultime dune a ridosso dell’Oceano e in questa foresta fino ai piedi delle dune, potete trovare dei funghi porcini in autunno. Dove? Da qualche parte sul litorale della Gironda tra il Cap Ferret e Le Verdon! 😉
Oceano: L’autunno è la stagione degli amori nelle paludi, in riva ai laghi e nelle immense foreste della penisola del Médoc!
Inizio di ottobre. Serata. In cima alle dune, siete come sul campo di una battaglia. Un frastuono di rumori assordanti che sta mettendo le vostre orecchie al supplizio. Davanti a voi, il ruggito dell’Oceano Atlantico e, alle vostre spalle, da lontano nella foresta, vi arrivano i potenti bramiti dei cervi che sembrano volere far tacere l’Oceano. E voi siete in mezzo, silenzioso, e pensate che per niente al mondo, vorreste lasciare questa terra che confina nell’Oceano Atlantico.
In cucina con Alex: Una ragazza chiamata Amandine!
Continuiamo la nostra ricerca della torta alle mele perfetta. Oggi, vi propongo un classico della pasticceria francese: la torta Amandine. Diciamo che è un dolce che sa di una volta e che ricorda il tempo in cui tutte le ragazze francesi si chiamavano Amandine, prima la Grande Guerra durante la Belle Époque. Trovate ancora il dolce nelle panetterie tradizionali perché è un dolce semplice fatto tipicamente dai fornai e non lo cercate in queste orrende pasticcerie per turisti che inquinano il territorio francese con i loro macaron! Perché il dolce si chiama Amandine? Amandine non è soltanto un nome di ragazza, è anche il nome della crema alle mandorle. Semplicemente perché Amandine deriva da amande che significa mandorla in francese. Baciate una ragazza che si chiama Amandine e scorgerete che lei ha un gusto di mandorla! Qualunque sia la torta quando c’è una crema alle mandorle dentro, è una torta Amandine. Quindi potete fare una torta Amandine con albicocche, mele, mirtilli, marmellata, tutto ciò che volete e anche semplicemente con una crema alle mandorle! Notate ancora che una torta Amandine alle pere viene chiamata torta Bourdaloue. È tanto nel DNA dei francesi questa torta Amandine che anche Edmond Rostand, attraverso il personaggio del famoso pasticcere Ragueneau, nel suo Cyrano di Bergerac, non può impedirsi di darne una sua versione cantando il suo amore per le torte Amandine! (Atto II, scena IV):
RAGUENEAU
Come si fanno le tartine mandorlate.
Batti sin che spuma muova
un par d’ova;
versa nella spuma e molci,
con un succo di cedrato
prelibato,
latte di mandorle dolci;
pasta frolla quindi spargi
e conspargi
in formelle da tartine;
presto presto fanne i lati
marmellati;
versa dentro a goccioline
la tua dolce spuma; poi
tutto puoi
porre al forno; e, rosolate,
ne usciranno in gaie frotte,
bionde e ghiotte,
le tartine mandorlate!
Gli ingredienti:
- 5 mele
- 60 g di zucchero
- 100 g di mandorle in polvere
- 1 cucchiaio di rum
- 150 g di panna acida
- 25 g di mandorle sfilettate.
Per una volta, ho comprato un rotolo di pasta brisè, ma se preferite farla cliccate qui!
Ma guardate che la ricetta è quasi finita! Sbattete tutti gli ingredienti: panna acida, zucchero, rum, mandorle in polvere.
Il risultato!
Versate la metà del composto sul fondo della pasta brisè (l’ho fatta cuocere un po’ in bianco prima perché ho un forno un po’ pigro, ma non è un obbligo se avete un buon forno!)
Sbucciate le mele e tagliatele a metà….
Disponete le mele nella torta. Stringete bene.
Versate il resto del composto sulle mele. Se conoscete una ricetta più facile, io non vedo!
In forno per circa 30 a 40 minuti a 180 gradi. Tostate le mandorle sfilettate e versatele sulla torta Amandine.
A tavola!