Estuario della Gironda. Médoc. Caldo soffocante, nuvole di zanzare e di libellule blu sopra i fiumi che percorrono l’antica foresta di querce. Un mucchio di pietre senza età, vestigi della casa di una strega. Ovunque nella foresta fioriscono i sigilli di Salomone che sono piante di streghe davvero endemiche nelle foreste umide del Médoc. Il nome viene dal fatto che ci sono delle cicatrici circolari sul rizoma nodoso della pianta che fanno pensare ad un sigillo o ad un anello; niente stregoneria, in realtà sono i fusti degli anni precedenti che lasciano queste impronte sul rizoma. Si dice anche che l’amico Salomone si sarebbe servito di questa pianta per costruire magicamente il suo tempio, recitando i caratteri ebraici formati dai rizomi della pianta. Però, secondo una strega del Paese Mezzo Morto che conosco, il tizio doveva piuttosto utilizzare il rizoma del sigillo di Salomone per i suoi problemi di emorroidi perché la pianta è conosciuta per curare quest’affezione. Pazienza, cari lettori e lettrici! La strega mi ha indicato come fare e vi svelerò i suoi segreti nelle prossime righe. Se trovate che la pianta assomiglia al mughetto, avete perfettamente ragione e d’altronde in francese, il sigillo di Salomone si chiama anche mughetto angoloso o mughetto dei serpenti e, come il mughetto, il sigillo di Salomone è una specie TOSSICA quindi non fatevi un’infusione con le bacche perché vi ritroverete velocemente al cimitero; è solo il rizoma che veniva usato per curare certe affezioni. La cosa davvero divertente con questa pianta è che per secoli, il sigillo di Salomone è stato usato dalle streghe per fabbricare delle false reliquie cristiane. Erano tempi bui, prima la rivoluzione francese, dove non esisteva ancora la medicina ed i cristiani pensavano che tutte le malattie, epidemie o carestie fossero dei castighi divini, allora si sono sviluppate tutte queste preghiere ai santi guaritori e tutto questo commercio delle reliquie che permettevano alle persone, attraverso i santi, di intercedere presso Dio per ottenere una guarigione una buona raccolta o qualsiasi altra cosa. Per esempio, un frammento d’osso di Santa Brigida e le vostre mucche avranno del latte; un frammento d’osso di Sant’Ambrogio da sistemare sopra le vostre arnie per aver una buona raccolta di miele; un frammento d’osso di San fiacrio per evitare la sifilide…ecc. Allora cosa si sono messe a fare le streghe del Paese Mezzo Morto che conoscevano già l’effetto placebo? A fabbricare delle reliquie con i rizomi dei sigilli di Salomone per sollevare e guarire tutta questa gente credulona e superstiziosa ed a fare concorrenza alla Chiesa! Non è troppo complicato, un rizoma di sigillo di Salomone in un bagno chimico per ammassicciarlo, poi in un altro per sbiancarlo e avete un frammento d’osso di Sant’Anna più vero dell’originale per proteggervi di un sacco di malattie. Ma cosa vale il sigillo di Salomone, non come reliquia, ma come rimedio di strega? Il rizoma veniva utilizzato per rimarginare le piaghe, consolidare le fratture, ridurre le ecchimosi, riparare e stimolare la cicatrizzazione dei tessuti…ed è per questa ragione che la pianta si chiama anche erba della rottura in francese, un altro nome del sigillo di Salomone è l’erba alla paronichia: Fate cuocere un pezzo di rizoma (60 g) insieme con dello strutto (60 g) e un bicchiere d’acqua, filtrate, lasciate raffreddare e bagnate il vostro dito nell’intruglio per circa un quarto d’ora. Poi un cataplasma di questa preparazione ogni giorno fino alla guarigione dell’infezione. Il sigillo di Salomone veniva utilizzato anche contro la gotta: un pezzo di rizoma che lasciate macerare in una bottiglia di birra. Stessa cosa per sollevare le ernie tranne che si fa una macerazione a base di rizoma e di vino bianco. E per le emorroidi di cui scrivevo all’inizio? Io non ne soffro, ma basta cucire qualche pezzo di rizoma di sigillo di Salomone nelle vostre mutande al posto giusto…Vedrete, meglio di una reliquia o di una preghiera a San Fiacrio!