Soggiorno comico di un abitante di Bordeaux a Parigi: Prima parte.

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Cari lettori e lettrici, A Parigi, abito esattamente dove sta passando la ragazzina con la bottiglia in mano, al secondo piano del palazzo. Il quartiere è quello di Ménilmontant nel ventesimo arrondissement tra il  il cimitero del Père-Lachaise e Belleville. Ci sono delle cose familiari che mi ricordano il mio paese tipo la via dei Pirenei o quella della Bidassoa e poi ci sono tutte queste brasserie del quartiere che servono un finto menù della mia regione come se tutta la cucina del Sud-Ovest fosse solo un’anatra. Non lontano da casa mia, c’è il marciapiede, via Belleville, dove fu trovata una bimba che diventerà la Môme Piaf, ma secondo la mia affittacamere è tutta una storia inventata per i turisti perché la ragazza con la voce di grattugia formaggio non è nata in strada, ma alla maternità come ognuno di noi. La cosa più difficile per un tizio del Médoc, che vive in una penisola dove il punto culminante è Listrac a qualche metro sopra il livello del mare, è che questo fottuto quartiere di Ménilmontant assomiglia all’himalaya; è tutta una salita. Va bene la mattina per scendere fino alla fermata del Metro, ma la sera, per arrampicarmi lassù è tutta un’altra storia. La passerella che vedete nello scatto (la chiesa nella nebbia dietro è Notre-Dame de la Croix) cavalca una ferrovia abbandonata che, una volta, circondava Parigi ed è una bella scorciatoia per raggiungere il mio alloggio dalla via Ménilmontant. L’affittacamere mi ha sconsigliato l’itinerario perché la passerella sarebbe pericolosa la sera, che servirebbe di appuntamento a tutta una fauna…Ma io ci ho visto solo dei giovani che si ritrovano là per chiacchierare, fumare e bere qualche birra e comunque non mi sento affatto di camminare quattrocento metri in più in salita per raggiungere la casa. La cosa che mi dà noia è che c’è un asilo nido dall’altro lato della via (dietro il camion nello scatto) è che sono svegliato, ogni mattina, alla sei, dal chiacchiericcio incessante, sotto le mie finestre, dei soldati in servizio vigipirate. D’accordo devono proteggere i bimbi della scuola, ma perché devono raccontarmi la loro vita alle sei quando la scuola apre le porte alle otto? Mistero parigino. Il pane è caro e di una pessima qualità e le verdure costano un occhio della testa quindi non faccio di cucina e, ogni sera, per qualche euro, mangio qualcosa di diverso nei piccoli ristoranti etnici del quartiere; gastronomicamente parlante, ho già fatto tre volte il giro del mondo! Una cosa divertente che devo assolutamente raccontarvi è che ho preso la mania di raccontare a tutta la gente che incontro che sono di Bordeaux! Non me ne ero accorto e sono dei colleghi che me l’hanno fatto notare! Sapete come sono! Sempre a credere che sono superiore a tutti gli altri francesi perché sono di Bordeaux, che appartengo ad una civiltà con una storia di più di 2500 anni…ecc. Il problema è che nessuno nota che il mio modo di parlare il francese è diverso di quello dei parigini! Anzi mi dicono che parlo un francese purissimo, che ho la più bella erre dell’universo, che non posso essere veramente di Bordeaux, che sono certi che sono un tizio di Ménilmuche (il nome di Ménilmontant in gergo parigino). Mi mandano in bestia questi parigini! Tanti anni fa, la prima volta che sono andato a Parigi, mi arrabbiavo perché la gente notava il mio accento guascone e oggi mi arrabbio perché nessuno lo nota! Sono tanto preoccupato che ho telefonato a mia madre e lei per confortarmi non ha smesso di punzecchiarmi con dei “Ma chi è? Non capisco niente a quello che mi stai raccontando! Puoi ripetere? Ma perché parli con questo accento ridicolo? E così via….Adesso devo lasciarvi perché sono irresistibilmente attirato da un profumo di poltiglia bordolese, ma sarà l’oggetto del prossimo post.

6 thoughts on “Soggiorno comico di un abitante di Bordeaux a Parigi: Prima parte.

  1. Divertiti, Alex e stai alla larga della Senna. Beh, non lamentarti del posto, non ti servirà un gommone per tornare a casa. Belleville…anche se il nome non corrisponde alla realtà ma mi piace farmi un bagno di folla…nistalgia obligi-gatoire!
    Z.

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    • La folla, i concerti la sera nei bar, le discussioni politiche senza fine intorno ad una birra, le mostre d’arte e l’effervescenza culturale in ogni angolo del quartiere, la gente che parla mille lingue, i vicini che si conoscono tutti. Tutta questa vita di quartiere ti fa uno shock terribile quando vivi in una città pietrificata come Bordeaux! Doveva essere così la mia città prima di diventare un museo! 😉

      Buongiorno Ziryab,

      Alex

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    • Grazie Monica, Mi piacerebbe scrivere di più, purtroppo, fa sei mesi che non sono troppo in forma…(ma non ti preoccupare per me, cara).

      A presto per la seconda puntata, 😉

      Alex

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