Mentre i turisti italiani sono tutti al Louvre a farsi dei selfie con la Gioconda, io decido di fare un piccolo viaggio fino alla cittadina di Ecouen nel dipartimento del Val d’Oise, a nord di Parigi, dove si trova il castello omonimo di stile italiano, costruito nel 1538 dal connestabile di Francia, Anne de Montmorency, e che ospita il museo nazionale del Rinascimento. Pensateci bene quando siete a Parigi perché è solo ad una quarantina di minuti con il treno regionale (transilien) e vale veramente la pena perché questo stupendo castello era tra i soggiorni preferiti di Enrico II e di Caterina de’ Medici e comunque c’è altro da vedere a Parigi che la Torre Eiffel, il Louvre, il Sacré Coeur e Notre Dame, no? Ovviamente, non fate come me perché ho scelto il peggio giorno dell’anno per visitarlo e scoprire le sue straordinarie collezioni rinascimentali. Pioggia torrenziale partendo da casa, pioggia torrenziale arrivando Gare du Nord per prendere il treno linea H per Ecouen. E’ tanto confidenziale questo museo del Rinascimento che devo chiedere ad un bigliettaio se posso raggiungere la cittadina di Ecouen con il mio biglietto integrato metro, RER. E lui deve consultare una mappa, poi telefonare ad un altro collega per finalmente dirmi che il mio biglietto è valido solo fino ad Epinay dove c’è una coincidenza per…Va bene, interrompo il bigliettaio, compro un biglietto diretto Gare du Nord-Ecouen che non voglio cambiare di treno o aspettare in un’altra stazione per risparmiare due o tre euro. Sono le nuove della mattina è il treno è vuoto. Mi fa sorridere questo treno ultramoderno con i suoi sedili di lusso e quegli schermi ovunque che ci informano della progressione del nostro viaggio; ho l’impressione di essere a Tokyo. Mi ricordo ancora alla fine dell’altro secolo, la prima volta che ho preso un treno regionale parigino, solo la ruggine lo impediva di cadere a pezzi e non mi sarei mai seduto su un sedile di paura di prendere una malattia mortale. La pioggia continua a scrosciare e, dietro i finestrini, si indovina a malapena che la città ha lasciato posto a campi e orti completamente allagati. Comincio ad essere abbastanza preoccupato. La pioggia infittisce e la stazione di Ecouen è completamente deserta. Un cartello dentro la stazione indica che ci sono due possibilità per raggiungere il castello di Ecouen in cima alla collina: la corriera che porta fino alla fermata del municipio al piede del castello oppure seguire il sentiero che è una scorciatoia attraverso la foresta e salire fino al castello, una camminata di venti minuti che non mi dice niente che valga con il maltempo che imperversa. Un tizio sta aspettando il bus e ho la pessima idea di chiedergli, visto che è la sola fermata del paesello, se è bene la fermata del bus per il castello. Certo, lui risponde, meglio prendere il bus con questo tempo, no? Lei sa che dovrebbe piovere così fino a settembre? Io lo so perché sono un vero parigino e mia famiglia abitava già ad Ecouen ai tempi di Anne di Montmorency allora pensa che il clima locale lo conosco a memoria. Forse, penso, e un discendente di questi astrologhi di cui Caterina de’ Medici amava a circondarsi e lui ha questa capacità di prevedere il tempo meglio dei satelliti della NASA, boh. Poi, il tizio si mette a raccontarmi tutta la storia della famiglia di Anne de Montmorency, dalla Preistoria fino ai tempi moderni…e questo fottuto bus che non arriva! Dopo un ennesimo aneddoto, lo abbandono per tornare alla stazione dove ho visto il numero di telefono del castello iscritto sul cartello. L’interlocutore mi dice che il servizio bus del Val d’Oise è sospeso per colpa del brutto tempo, ma che il castello è aperto e che c’è anche una scolaresca in visita e che forse dovrei tentare di salire per la strada o per la foresta…Dopotutto, mi dico, ho fatto tutto il tragitto fino qui e sarebbe cretino di tornare a Parigi adesso. E poi, il cartello dice che la scorciatoia attraverso la foresta permette di raggiungere il castello in venti minuti, se mi sbrigo, faccio il cammino in dieci minuti. Pessima idea e fottuto ottimismo. Ciò che deve essere una piacevole passeggiata in tempi normali è addirittura un incubo. La pioggia ha impantanato il sentiero, dei fiumi si sono formati e stanno precipitando la collina. Ho l’impressione che tutta questa fottuta montagna sta per franare da un minuto all’altro. Finalmente, quando arrivo al castello sono già le undici. Fortunatamente, non c’è traccia della scolaresca e sembra che io sia l’unico visitatore o forse che la gente si trova in altre parte del castello. Il tizio che ho avuto al telefono mi accoglie, poi mi pugnala annunciandomi che il museo chiude dalle 12.45 alle 14 e che durante la pausa dovrei andare al centro del villaggio se voglio trovare qualcosa da mangiare. Va bene così, rispondo, ho tutta la giornata per scoprire il castello. Appena il tempo di ammirare in fretta la cappella con la famosa prima copia della Cena di Leonardo da Vinci dipinta da Marco d’Oggiono nel 1506, le vetrine che racchiudono le armi che hanno permesso a Francesco Primo di conquistare l’Italia e di portare in Francia la sifilide (sarà l’oggetto di un prossimo post su Bordeaux), la Nave Orologio di Carlo Quinto che è probabilmente tra i capolavori più affascinanti del Rinascimento e l’oggetto che mi ha dato voglia di visitare il museo, che devo lasciare il museo. Il cielo non si schiarisce anzi. C’è solo una panetteria che fa un po’ ristorante nel Paese e mi compro un sandwich per un prezzo irrisorio e vedo che ci sono dei dolci che si chiamano “sorci” a Bordeaux ed io dei sorci non ne ho mangiato da una vita quindi chiedo anche un sorcio. La commessa mi guarda senza capire. Vorrei un sorcio, ripeto, designando il dolce. Lei ride e mi dice che a Parigi questo dolce si chiama una ghianda. E’ troppo per me, esco e vado a mangiare il mio sandwich e il mio sorcio diventato una ghianda sotto l’atrio del Municipio visto che i giardini alla francese sono un pantano. Il pomeriggio non lo vedo, occupato a visitare la camera di Caterina de’ Medici, del marito e del connestabile di Francia, a decifrare le scene mitologiche degli arazzi, ad osservare le innumerevoli collezioni di oggetti: i marmi, i cassoni, i quadri, le statue, gli strumenti astronomici, i mobili, i pavimenti, la maiolica, i gioielli…ci vorrebbe tutta una settimana solo per esaminare una parte dei capolavori che costituiscono la collezione. Purtroppo è già tempo di tornare a casa. Il cielo è coperto, ha smesso di piovere e non faccio l’errore di tentare di nuovo il sentiero che attraversa la foresta. Sulla strada, incontro una coppia e ci mettiamo a discutere perché anche loro sono andati a visitare il museo tranne che sono arrivati all’apertura. Ridiamo della nostra spedizione e anche per loro che sono parigini è stata una vera avventura questa giornata ad Ecouen. La stazione è deserta mentre aspettiamo sul quai il treno per tornare a Parigi….
Parigi e dintorni :mon amour!! Ciao Bordeaux! 65Luna
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Buon fine settimana mademoiselle Lune !
Alex
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Grazie , anche a te! 65Luna
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Mais tu es à Paris ?
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Non, c’est l’un des endroits que j’ai visités lors de mon séjour à Paris en mai, mais je procrastine tellement que je ne publie le post que maintenant, voilà. Là, je suis à Bordeaux à t’attendre. 😉
Bonjour Francesca,
Alex
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Scusa Alex ! Quand j’ai lu le titre du post, j’ai été tellement contente de pouvoir te voir que j’ai écrit sans réfléchir ni lire ton post (je vais le faire) 🙂
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Bonsoir Alex, je viens de t’envoyer un mél, dis-moi si tu l’as reçu. D’énormes bises.
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Bonjour Alex,
Oui, tu as raison : il y a surtout le d’Orsay que j’adore à visiter et puis le Père-Lachaise !
Sinon, je ne connais pas cet endroit … il faudrait y aller avec le soleil pour éviter de se retrouver comme toi 🙂
Vedi gli incontri inattesi: hai trovato una insospettabile guida che ti aspettava alla fermata 🙂
Quanto al tuo “impantanamento”, è che ti sei ritrovato nella “selva oscura” dell’illustre nobildonna toscana: è il prezzo da pagare, il pegno per l’accesso al suo castello!
Sorrido per quello che per me è un fungo, per te un sorcio e per gli autoctoni una ghianda 🙂 : come la percezione dell’oggettivo sia soggettivita 🙂
Finalement sulla banchina è ricominciato il tuo ritorno.
Bonne journée mon très cher Alex et à bientôt.
Bisous
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C’est sûr que c’était carrément dantesque! Au retour le couple parisien que j’ai rencontré devait être encore traumatisé parce que le type m’a demandé au moins dix fois à la gare si nous étions sur le bon quai pour prendre le train de Paris. Quelle expédition ! En ce moment, il y’a l’exposition consacré au peintre bordelais, Albert Marquet, au musée d’Art Moderne de Paris que, malheureusement, je n’ai pas eu le temps de voir, si tu en as l’occasion :
http://www.mam.paris.fr/fr/expositions/exposition-albert-marquet-0
Le Père Lachaise se doit être pour les chats! 😉 De tous les musées parisiens que j’ai visités, celui qui me plait le plus, c’est celui de Gustave Moreau. C’est surtout parce que c’est la maison de famille du peintre, on y est pas bousculé, on peut admirer les oeuvres en toute quiétude. L’atelier au second et troisième étage est magnifique. On peut y passer la journée à fouiller dans les armoires pour regarder les dessins ou regarder des apprentis peintres s’essayer à reproduire les oeuvres. Et puis Gustave Moreau a été le maître d’Odilon Redon, un peintre qui a passé son enfance à Listrac dans le Médoc…Une autre chose sympa c’est que quand tu visites la maison de Gustave Moreau, tu as droit à une réduction pour le musée d’Orsay, ce qui ne gâche rien! 😉
Bon dimanche ma chère Francesca,
Alex
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incredibile avventura,cosa non si fa per la passione dell’arte e della storia 🙂
grazie per la tua testimonianza,vedrò di inglobare la visita di questo castello in un mio futuro ritorno vacanziero a Parigi.Buon weekend 🙂
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Semplicemente ho rischiato la mia vita, ma se sono riuscito a convincere almeno una lettrice ad andare a fare un giro a Ecouen per visitare il museo del rinascimento, ne valeva la pena. Sono sicuro che il castello ti piacerà e se non è il caso, ti rimborserò il biglietto d’ingresso 😉
Buona domenica Daniela,
Alex
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🙂 ciao Alex,sei simpaticissimo come il tuo racconto,buona domenica a te !
Daniela
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Come sempre è molto vivido ciò che scrivi 🙂
Quando si dice “voler fare qualcosa a tutti i costi”.
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Grazie per l’apprezzamento Lunadelfalco! A Bordeaux, dal dentista, avevo letto un articolo in una rivista a proposito della nave orologio di Carlo Quinto e mi ero promesso che se avessi l’occasione di andare a Parigi, andrei a vedere questo capolavoro.
Alex
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