Oceano: Pugnalato da un bambino di otto anni il giorno di Halloween!

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Foto scattata questo pomeriggio a Lacanau.

Solo i bambini sono capaci di fare il bagno un 31 ottobre nell’Oceano in un acqua ad appena 16 gradi. Anche a me, quando ero bambino, non mi fregava niente la temperatura dell’acqua. Ora non è più la stessa storia. Ho invecchiato. Li odio questi bambini del 31 ottobre, sono uccelli del malaugurio che ti ricordano che avanzi verso la morte.

Vacanze scolastiche di Ognissanti: dialogo tra un bambino di 8 anni e l’autore di questo blog.

Il bambino: Dai zio! Ma cosa fai! Non vieni a fare il bagno?

Lo zio: No, l’acqua è davvero troppo fredda per me!

Il bambino: Ma no! Ma cosa dici! Vieni a giocare nelle onde. Dai zio! Ti prego!

Lo zio: Non hai bisogno di qualcuno per giocare. Lasciami in pace che voglio approfittare del sole e leggere qualche pagina dal libro che mi sono portato.

Il bambino: Ma quanto sei vecchio, zio! Peggio del nonno M…

 

 

 

 

Paesi Baschi: La Madonna che contempla l’oceano sul confine tra l’Austria e la Francia!

L’ho già detto in un altro post, ma secondo me, Ainhoa, è tra i più bei borghi medievali dei Paesi Baschi e anche del Sud della Francia. E siccome sono ancora nei Paesi Baschi per qualche giorno, ho deciso di portarvi di nuovo ad Ainhoa per far un’escursione fino alla cima del Monte Atsulai che culmina a 390 metri di altezza e dove si trova una cappella dedicata alla Madonna del Biancospino (Arantzazuko Ama Birjinaren kapera in basco). Madonna che è apparsa sull’Atsulai, una volta, a un pastore a prossimità di una fonte miracolosa che ha il potere di guarire le malattie della pelle e che fa quindi la disperazione di tutti i dermatologi della regione. Ma vi racconterò la storia dell’apparizione della Madonna del Biancospino, una volta che mi sarò dissetato alla fontana della Birjina (vergine) situata a ridosso della Kapera (cappella). Fa caldo da non crederci  per un fine ottobre e mi tarda veramente di arrivare alla fontana. Sono davvero un tipo strano e mentre tanti dei miei concittadini bordolesi stanno facendo la spesa nelle ventas di Dantxaria, io cosa sto facendo?  un’escursione in montagna! Il richiamo della montagna? No, è solo che sono da qualche giorno all’interno dei Paesi Baschi e che l’Oceano mi manca e quindi mi sono deciso a conquistare l’Atsulai per vedere qualcosa di familiare di lassù. Non ridete, ma l’Atsulai per me è come l’Himalaya perché 390 metri di altezza non sono niente per qualcuno che vive nella penisola del Médoc dove il punto più alto si trova a 40 metri sopra il livello del mare! Diciamo che la mia limite sono i cento metri della duna del Pilat sul Bacino di Arcachon e ancora in cima ho già orecchie tappate, allora figuratevi sull’Atsulai! Mi vedo già a spalancare la bocca, sbadigliare, gonfiare le guance, fare tutta una serie di smorfie per stappare le mie povere orecchie. Spero solo di non spaventare i pottok (cavalli baschi) che pascolano in libertà nella montagna, ma forse l’acqua della fontana è buona anche per le orecchie bordolesi che hanno problemi di pressione! Già sento ancora il belare delle pecore, è già qualcosa! Il sentiero è anche una via crucis e, in vetta, un po’ dopo la cappella c’è un calvario. All’inizio contavo le croci delle stazioni sul cammino, poi ho dimenticato davanti allo spettacolo della fioritura dei crochi selvatici, della bellezza della cittadina di Ainhoa ai piedi della montagna, dei grifoni veleggiando nei correnti ascensionali dei cieli baschi sperando che qualche pecora abbia l’idea di rompersi il collo in un burrone, della vista delle antiche cascine basche bianche e rosse, disseminate nelle colline tondeggianti della vallata della Nivelle, e che hanno tutte le porte orientate verso l’est come gli ovili del mio vecchio Paese, per proteggersi dal vento del golfo di Biscaglia e accogliere i primi raggi del sole. Dopo un’ora di camminata, arrivo alla fontana e saluto la Madonna che è stata sistemata sopra, alla fine del XIX secolo, in una piccola grotta artificiale. Sono miscredente, ma non sono maleducato quindi le offro un piccolo mazzo di croco che ho raccolto sul cammino, dopotutto lei mi offre una meravigliosa acqua fresca che viene dal cuore dell’Atsulai. All’inizio del post, vi ho detto che la Madonna del Biancospino (Arantzeko Birjina in basco) è apparsa a un pastore. Immaginate, siamo nel Medioevo e il ragazzo ha imboccato esattamente lo stesso cammino di me per portare il suo gregge a pascolare sull’Atsulai. Arrivando dove mi trovo, al livello del ruscello che correva allora all’ombra di un Biancospino, il pastore si accorge che qualcosa splende nel Biancospino. Si avvicina, intrigato, ed esclama: Aranza zu! (lei in un Biancospino!). Il ragazzo scende la montagna in fretta per annunciare che lui ha visto la Dama. Ovviamente, il ragazzo non è creduto, ma dopo qualche tempo, lui riesce a convincere gli abitanti di Ainhoa e loro si decidono a edificare una cappella nel quartiere (quartiere ha il senso di frazione in basco) di Karrika, ai piedi dell’Atsulai. Cosa succede allora? I materiali da costruzione portati la giornata a Karrika, si ritrovano misteriosamente l’indomani mattina in cima all’Atsulai e quindi gli abitanti di Ainhoa vedendoci un segno divino, edificano la cappella al posto dove si trova oggi. Ancora un tornante per raggiungere la cappella della Madonna del Biancospino sopra la fonte. Il panorama è magnifico. Di fronte, la cima di La Rhune, la montagna sacra dei baschi, è avvolta nelle nuvole. Sotto i miei piedi la vallata della Nivelle, poi, nel lontano verso Nord, mi immagino le Lande di Guascogna. Ad Ovest, si vede fino a Saint Jean de Luz e l’Oceano si confonde con l’orizzonte. A sud, a qualche centinaia di metri dal mio posto di osservazione, c’è la Spagna. Notate che non conta che sia la Spagna o la Francia perché gli abitanti sono esattamente gli stessi. Il mio sguardo abbraccia tutto il circo di Xareta e una prossima volta, vi porterò in Spagna, a due passi di Ainhoa, nel villaggio di Zugarramurdi e le sue famose grotte dove durante il Medioevo, le streghe basche ci facevano il Sabba. Sotto i miei piedi ancora, dal lato spagnolo, la vallata di Baztán, paradiso degli escursionisti, che, recentemente, è stata resa mondialmente celebre dai libri di Dolorès Redondo che scrive dei gialli che mescolano thriller e mitologia basca. Io l’avevo trovata sempre ridente e simpatica questa vallata di Baztán, ma secondo la scrittrice, ci si vive ancora il Basajaun, la Dea Mari, i Laminak e tante altre creature delle leggende basche. Devo dire che, adesso che ho letto la sua trilogia, la trovo più inquietante, ma forse saranno solo le nuvole nere che corrono sopra il Baztán! Passo il pomeriggio in questo luogo magico: ad accarezzare i pottok, a tentare di decifrare i misteriosi simboli sulle riproduzioni delle steli discoidali basche. Capisco perché c’è sempre stato un eremita a vivere a prossimità della cappella, dal Medioevo fino alla meta del XIX secolo, voglio dire tutta questa bellezza, questo silenzio….Va bene, è già tempo per me di tornare a malincuore verso questa fottuta “Civiltà”.

Teaser: La Madonna che contempla l’oceano sul confine tra l’Austria e la Spagna!

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La settimana prossima verrà pubblicato un post su un luogo magico sul confine tra l’Austria e la Spagna. Non mancate!

Nota per i lettori scarsi in Geografia che non sanno che l’Austria e la Spagna hanno un confine comune:

La regione di Bordeaux si chiamava l’Aquitania, poi con la riforma regionale del 2015 e l’aggiunto dei dipartimenti delle Charente e quelli del Limosino all’Aquitania, la regione ha preso il nome di Nuova Aquitania. In superficie la regione Nuova Aquitania è più grande dell’Austria e posso dirvi che questo fatto è molto sottolineato dai nostri media locali. All’inizio si leggeva volentieri nei giornali: la regione Nuova Aquitania è grande quanto il Portogallo! Tranne che era solo una sbruffonata inventata dai giornalisti e dai nostri politici locali perché è falso, la Nuova Aquitania fa 8000  km² di meno del Portogallo! Quindi si è dovuto cercare un Paese più modesto  in Europa a cui potevamo paragonarsi e abbiamo trovato l’Austria che, con i suoi miserabili 83 879  km², non può competere con i 84 061 km² della Nuova Aquitania. Da allora, ci vantiamo di avere una regione più grande di un paese come l’Austria e non importa che non abbiamo la minima idea di cosa sia come tipo di paese l’Austria, che siamo incapaci di situarvi l’Austria su una mappa geografica o di raccontarvi due aneddoti storici su questo paese. Ormai la vera Austria siamo noi!

Ma perché se l’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo….

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Bandiera italiana alla biblioteca comunale di Bordeaux.

Tutti gli italiani che incontro sia a Bordeaux sia in Italia quando ci vado in vacanza, mi fanno gli occhi di nasello fritto (faire les yeux de merlan frit: espressione francese che corrisponde a stralunare gli occhi) guardandomi come se fossi un alieno appena mi metto a parlare il loro fottuto gergo? Delle due l’una, o questa storia dell’italiano quarta lingua più studiata al mondo è una bufala, oppure ho un superpotere come gli X-men, tranne che il mio è di fare friggere gli occhi degli italiani appena apro la bocca! 😉

Bordeaux: I bevitori di paglia hanno sbarcato a Bordeaux!

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Forse qualcosa che non sapete sulla regione di Bordeaux? Non ci si produce solo vino, Cognac e Armagnac, ma  anche la migliore Vodka al Mondo è fatta nella nostra bella regione Aquitania, la Grey Goose che è prodotta sulla riva destra dell’estuario della Gironda, nella zona di Cognac. D’altronde lo sanno benissimo i marinai russi della fregata Shtandart che ha attraccato stamane al molo degli Chartrons. E noi, già preoccupati, a chiedersi se questi fottuti bevitori di paglia, per uscire dal porto della Luna martedi, riusciranno a rifare passare la nave tra le pile del ponte sollevabile dopo sei giorni nel Paradiso della Vodka. Le scommesse sono aperte! 😉

In cui si scopre che San Francesco d’Assisi amava soprattutto gli uccelli…al cappuccino!

Cottura della palomba al cappuccino nei Paesi Baschi.

Non parliamo dell’orrenda bevanda italiana a base di caffè, per favore. Noi francesizziamo tutto quindi il termine italiano cappuccino è stato francesizzato in capucin quindi un frate dell’ordine di San Francesco d’Assisi con il cappuccio riconoscibile tra mille è un capucin in Gallia. Non solo questo. Una barba di cappuccino (barbe de capucin) è una specie di cicoria selvatica particolarmente amara. I cappuccini (les capucins) sono anche il nome di tutta una coorte di scimmie sudamericane antipatiche. La capucinade è il discorso tipico tenuto da un cappuccino cioè un discorso di morale che suona completamente piatto. Ho nell’idea che non erano simpatici ai francesi i correligionari di San Francesco d’Assisi! Non è il caso nel Sud-Ovest della Francia dove la parola capucin cioè  cappuccino designa tutto questo, ma anche un’altra cosa cioè un infernale e divino attrezzo di cucina che sarebbe stato inventato addirittura da San Francesco d’Assisi e che è un’asta su cui è fissato un imbuto che assomiglia al cappuccio di un cappuccino e di cui i golosi  frati cappuccini non potevano fare a meno durante la stagione degli uccelli e in particolare quella della palomba in autunno. Insomma, Il diabolico attrezzo serve a battezzare gli uccelli, non con acqua benedetta, ma con il fuoco. A fine cottura degli uccelli, si fa arroventare nel camino il cappuccio del cappuccino, poi ci si verse dentro del lardo o del prosciutto e il grasso infiammato si mette a scolare e ad accarezzare gli uccelli, a caramellarli e vi mettete a capire perché San Francesco d’Assisi si metteva a recitare dopo aver inghiottita la sua palomba al cappuccino: “Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.” 😉

 

In cucina con Alex: Il dolce preferito degli angeli caduti!

Proseguiamo la nostra ricerca della torta di mele perfetta e per questa settima puntata (ritrovate le puntate precedenti alla fine del post), vi propongo il dolce preferito degli angeli caduti! Perché questo nome? L’ho chiamato così perché tutta questa avventura della torta di mele perfetta è nata dalla lettura di un giallo umoristico che aveva con incipit una citazione dell’attore filosofo belgo americano, Jean-Claude Vandamme, che dubitava della storia di Adamo ed Eva: “Vedi, io questa storia di Adamo ed Eva non ci credo proprio più perché non sono completamente cretino, una mela non può essere brutta, è pieno di pectina”. Mi fa davvero morire dal ridere questa frase! Pronti per il dolce preferito degli angeli caduti?

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Sabato mattina in giardino. Sei mele varietà Regina delle renette perché ovviamente ci vuole la regina delle mele per confortare un angelo caduto. Sei cucchiai di zucchero di canna.

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Tagliate le mele a fette regolari ( più o meno, è solo che è meglio per la cottura). Versate lo zucchero sopra, mescolate bene. Poi pellicola alimentare e direzione il frigo per 24 ore. Ci vuole anche una pazienza di angelo, come si dice in francese, per fare il dolce preferito degli angeli caduti.

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Ci siamo! Sono passati 24 ore, le mele sono pronte e possiamo ritrovarci  in cucina. Adesso, gli altri ingredienti per la pasta a friggere che viene anche chiamata pasta a clafoutis.

Gli ingredienti:

  • 100 g di zucchero
  • 3 uova
  • 100 g di farina
  • 25 cl di latte
  • 25 cl di panna liquida
  • 1 cucchiaino di zucchero vanigliato
  • 50 g di burro.

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Preriscaldate il forno a 200 gradi. In una padella, fate rosolare le mele nel burro a fuoco medio per qualche minuto. Dovete fare leggeremente caramellare le mele, lo scopo non è di finire con una composta nella padella. Non è una ricetta per angeli sdentati e poi, non ci ho pensato sul momento, ma due cucchiai di Calvados…dopotutto è una ricetta per angeli caduti!

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Sbattete bene le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso.

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Aggiungete la farina, un pizzico di sale…

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Poi il latte, la crema, lo zucchero vanigliato. Sbattete bene. La pasta da friggere è pronta!

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disponete le mele nella tortiera.

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Versateci sopra la pasta da friggere…

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Al forno per circa 45 minuti. Il risultato.

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Sfoderate il dolce. Io l’ho rovesciato semplicemente su un piatto.

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Bon appétit!

Torte di Mele delle precedenti puntate:

In cui l’autore di questo blog fa un dolce invisibile! 

Una ragazza chiamata Amandine! 

In cui l’autore di questo blog prosegue la sua ricerca della torta di mele perfetta facendo un bavarese!

La migliore torta di mele del Mondo? E’ francese ed è la più facile da realizzare!

Ritorno in Normandia!

Il viaggio nel Loir-et-Cher! 

 

È difficile il francese? Soprattutto per i francesi! terza parte.

La buona scuola!

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C’è scritto scuola media “chiudere” al pubblico invece di scuola media chiusa al pubblico dalle ore… Ah la tradizionale confusione in francese tra l’infinito e il participio passato. Un grande classico! Cari lettori e care lettrici di Bordeaux e dintorni, forse studiate il francese e non ci capite un’acca? È un buon inizio, avete già tutte le basi per diventare francese 😉