Vino: In cui si cercherà a capire perché San Vincenzo è diventato il patrono dei vignaioli!

San Bixente, Saint Vincent

San Bixente in basco, saint Vincent in francese, San Vincenzo in italiano. Diacono martirizzato nel IV secolo e patrono dei vignaioli francesi dal XVI secolo. Statua del XVIII secolo proveniente dall’antica chiesa di Irouléguy è esposta al museo di Bayonne.

Di solito, i bordolesi si interessano soltanto a Saint-Estèphe e Saint-Emilion, ma ho deciso di parlarvi di questo tizio spagnolo, Vicente (Vincent in francese), che è diventato il santo patrono dei vignaioli. Dimenticate il proverbio italiano che dice che non ci vuole scherzare con i santi perché la scelta in Francia di San Vincenzo come patrono dei vignaioli sarebbe nata da un calembour. Notate che anche alla Chiesa piacciono i calembour e non dimenticate il famoso: Tu sei Pietro e su questa pietra…ecc. È la stessa cosa per Vincent e il tizio  sarebbe stato scelto da alcuni vignaioli ubriachi perché era l’ultimo saint Vincent disponibile e ci voleva assolutamente un Vincent perché il nome permette un calembour che vale bene quello su san Pietro. La prima sillaba di vincent è vin (vino) e la seconda (cent) è omofona di sang (sangue). Vincent cioè Vin-Sang (vino-sangue) e per un tizio che era in più diacono cioè la persona in carica di versare il vino nel calice durante la messa e non mi dite che non trovate l’aneddoto un po’ divertente, altrimenti vi chiedo di ripensarci un po’ dopo due o tre bicchieri! Nelle altre lingue, non funziona affatto il gioco di parole quindi trovo un po’ ridicolo un san Vincenzo italiano o un san Vicente spagnolo, patrono dei vignaioli.

Non siete convinti da questa spiegazione? Per dire la verità, anch’io la trovo un po’ fantasiosa quindi proseguiamo la ricerca e tentiamo di capire perché un santo spagnolo del IV secolo, che non ha mai avuto niente a che vedere con il vino, è diventato il patrono dei vignaioli (e di tutti quelli che lavorano nel campo viticolo) nel XVI secolo in Francia. Un’altra ipotesi dice che non sarebbe il nome Vincenzo che conta, ma il modo in cui san Vincenzo è stato giustiziato e che gli ha dato l’onore di diventare il patrono dei vignaioli. Non si scherzava all’epoca e san Vincenzo fu condannato da Daciano, l’uomo di fiducia dell’imperatore Diocleziano, ad aver il corpo pestato, schiacciato in tale modo di fare schizzare il suo sangue come il succo d’uva che gronda sotto la violenza del torchio e si dice anche che san Vincenzo fu messo addirittura in un torchio e che l’hanno spremuto! Io non ci credo ancora meno a questa ipotesi che spiegherebbe la scelta di san Vincenzo, patrono dei vignaioli, perché la metafora è davvero orrenda per dei vignaioli che sono piuttosto persone gioiose. Ma ti piomba una serata intorno al vino di raccontare il supplizio di san Vincenzo! A me il supplizio evoca l’anatra al sangue se avete già sentito parlare di questo famoso piatto della tradizione francese, forse san Vincenzo non sarebbe stato male come patrono dei macellai! Ma non finisce qui il martirio di san Vincenzo, una volta morto, il corpo è cucito in una pelle di bue e buttato in mare al largo di Valencia e miracolo! Quando i marinai, una volta il lavoro fatto, tornano al porto, cosa vedono? la salma che li aspettava tranquillamente sulla riva! E nessuno ha pensato a fare di San Vincenzo il patrono dei marinai, dei naufraghi e dell’acqua invece del patrono dei vignaioli?

Adesso lasciamo la Spagna e trasportiamo in Francia, a Parigi, sulla riva sinistra della Senna, ai tempi del re Childeberto I che ci fa edificare un’abbazia chiamata Santa Croce-San Vincenzo e dove arrivano due reliquie del santo: una stola e un braccio. E cosa succede secondo voi in questa abbazia che possedeva dei vigneti in tutta la regione parigina? I monaci vignaioli fanno di san Vincenzo, il loro protettore contro il gelo e la grandine. Poi , il culto di san Vincenzo si diffonde ad altri vigneti e contamina tutto il territorio (non Bordeaux perché non ci crediamo noi ai poteri dei santi, ma in Borgogna ci credono a san Vincenzo, eccome che ci credono!). Forse non vi dice niente Santa Croce-San Vincenzo eppure è una delle chiese più conosciute di Parigi, ma oggi si chiama abbazia di Saint-Germain-des-Près perché, tre secoli dopo le reliquie di san Vincenzo, la chiesa ha ricevuto le reliquie di sain Germain di cui il culto ha soppiantato quello di san Vincenzo. Se andate al café de Flore, non potete mancare l’abbazia…Devo dire che questa ipotesi per san Vincenzo patrono dei vignaioli mi sembra più verosimile.

Ci sono anche altre ipotesi. Per esempio sempre con questa storia di calembour perché il nome Vincent è una rima facile da utilizzare in mille proverbi che riguardano la vigna. Un’altra ipotesi sarebbe che l’asino di san Vincenzo avrebbe brucato un vigneto e quindi inventato la potatura tranne che non è l’asino di san Vincenzo ma l’asino di san Martino ad avere commesso il delitto. Poi si dice ancora che san Vincenzo si festeggia il 22 gennaio quindi più o meno al momento del risveglio della vigna e dunque sarebbe la ragione per cui san Vincenzo sarebbe il patrono dei vignaioli..

Notate che questo san Vincenzo tiene duro in un paese  scristianizzato come la Francia e il suo culto è molto vivace, soprattutto dai selvaggi della Borgogna dove il santo si festeggia con tante messe, prediche, benedizioni, processioni…ma in mattinata perché il pomeriggio è dedicato solo a Bacco. ..Una volta, non c’era solo san Vincenzo, l’ultimo scampato, ma una quantità inverosimile di santi che proteggevano i vigneti: San Vernerio, san Martino, sant’Urbano, San Marcellino…ecc…ecc. La buona sorte di san Vincenzo è che è stato tra i più tardivi e che non ha avuto a subire la rabbia dei vignaioli quando loro si accorgevano che tutti i santi e sante non potevano niente contro il brutto tempo. A questo proposito, c’è un aneddoto divertente che riguarda Sant’Urbano, un predecessore di San Vincenzo. Siamo il 25 maggio 1682, giorno della Sant’Urbano a Rouffach in Alsazia quando eccezionalmente nella notte si mette a gelare. Cosa fanno allora i vignaioli del paese che vedono i loro vigneti distrutti? Vanno in chiesa, prendono la statua di Sant’Urbano e la buttano in un fontana gridando al santo: “Non vuoi darci del vino, allora bevi anche tu dell’acqua!” 😉

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