Bacino di Arcachon: Alex in paradiso (oppure dove mangiare ostriche ad Arcachon! terza parte)

Per i bordolesi, mangiare le ostriche è esattamente la stessa cosa che mangiare del cioccolato e la domenica in ogni paesello della Gironda c’è una bancarella di ostriche davanti alla panetteria dove i bordolesi fanno la coda per soddisfare il loro vizio. Contate tra 5,50 e 6,50 euro la dozzina (ne mettono sempre una in più) di ostriche di Arcachon numero 2. Anche quando andiamo sul Bacino di Arcachon non possiamo resistere a fermarsi per mangiare una dozzina di ostriche alla buona nella capanna di un allevatore di ostriche, ostriche che facciamo slittare con un bicchiere di vino bianco dell’Entre deux mers. Oppure se vogliamo risparmiare un po’ di soldi e che abbiamo previsto un picnic, non dimentichiamo mai il nostro coltello da ostriche, poi  compriamo le ostriche in una capanna e andiamo a mangiarle davanti all’oceano. Siccome i due post che ho scritti su dove mangiare le ostriche ad Arcachon sono i più letti, ho deciso di farne un terzo e di farvi scoprire una capanna che frequento in primavera e all’inizio dell’autunno (in inverno chiudono quindi frequento altre capanne). Che dire? Il paradiso! Non vado mai al Cap Ferret (al Ferret dicono semplicemente i bordolesi) in estate perché è tutto un casino e mi piacciono di più le spiagge del Médoc e poi in estate le ostriche si riproducono quindi sono lattiginose e non mi piacciono per niente. Invece quando torna l’autunno, che i turisti, i miliardari e i borghesi bordolesi sono tornati a casa, che il Cap Ferret ritorna ad essere un villaggio dove ognuno si conosce, che le ostriche sono di nuovo buone, la penisola ricomincia ad essere frequentabile secondo il mio punto di vista. Fa strano di vedere i visi familiari, di salutarli e di ricominciare a chiacchierare come se non fossero passati tre o quattro mesi dall’ultimo incontro: Hai visto la partita dei Bleus ieri sera? Hai trovato dei porcini? Dicono nel giornale che un tizio ne ha trovato a palate nel Médoc? E questo cretino di Juppé che si vede già presidente della Repubblica!…Va bene, sto perdendo il filo con le mie digressioni! Dicevo: il paradiso e se dovete andare in una capanna per mangiare le ostriche, vi consiglio il Chai Nous sul porto ostreario di Grand Piquey (pronunciate qualcosa come PichEEEIII in italiano). Chai nous è un gioco di parola: chez nous (cioè a casa nostra in italiano) e chai nous (“chai” che si pronuncia allo stesso modo di “chez” è il nome che i bordolesi danno a queste capanne dove si lavorano le ostriche). Contate dodici euro per una dozzina di ostriche sul posto, quasi i piedi nell’acqua, con la veduta sull’isola degli Uccelli. Che volete di più? Una dozzina di ostriche, una simpatica bottiglia di vino bianco, un paté delle Landes con un’ottima baguette appena uscita dal forno, il sole che splende, il mare, le case che crollano ancora sotto la fioritura delle piante di bouganville e altre bignognie, i bambini intrepidi che fanno il bagno alla punta dei cavalli, due tizi che litigano sul molo a proposito di una barca e che ci offrono uno spettacolo divertente. Poi dopo il pranzo, ci sarà il solito giro all’oceano e, prima di tornare a casa, la fermata obbligatoria in una famosa panetteria di Piquey per comprare qualche duna bianca…La felicità di un giorno di ottobre sul Bacino di Arcachon! (un post dedicato a Monica, una mia fedele lettrice e amante delle ostriche).

Dove mangiare le ostriche ad Arcachon! prima parte.  

Dove mangiare le ostriche ad Arcachon! seconda parte.