Rrok rrok keukk keuk rrout… è il verso in francese di un piccolo uccello marino che viene chiamato dal poetico nome di Bernache cravant in francese mentre in italiano si preferisce il banale e stupido nome di oca colombaccio. Figuratevi che La metà della popolazione mondiale di Bernache sverna in Francia e il Bacino di Arcachon è il posto che ne accoglie il più con circa 60.000 individui (un terzo) che vengono rimpinzarsi di salicornie nei prati salati di Arcachon prima di tornare in Siberia verso la fine febbraio. La Bernache, fino al XIX secolo, era un uccello misterioso che ha generato miti e leggende presso le popolazioni delle nostre coste oceaniche. Miti tutti centrati sulla nascita delle Bernache e questo bellissimo nome di Bernache ricorda una di queste credenze. Immaginate cos’era per la gente del litorale di vedere, dal giorno all’indomani, questi stormi di migliaia e migliaia di Bernache abbattersi sul paese e di sentire questi gridi incessanti: Rrok rrok keukk keuk rrout. E questo fenomeno che si ripeteva ogni anno da settembre a febbraio. Da dove venivano questi uccelli? Da quale paese misterioso? Allora, i marinai hanno cominciato a raccontare delle cose su questi strani uccelli e a spiegare come nascevano queste generazioni spontanee di Bernache. E tutta la gente a crederci fino ai naturalisti che confermavano i racconti fatti dai marinai nei loro libri scientifici. Si diceva che le Bernache nascevano dai relitti delle nave, dagli alberi e dai detriti di legno che marcivano in acqua, che allora si formavano sopra della muffa e dei vermi che si coprivano di peli e piume e che si metamorfosano in uccelli. Si diceva ancora che non erano dei vermi o dei funghi che davano nascita alle Bernache, ma delle conchiglie e che bastava aprire una di queste conchiglie per scoprire dentro un uccello già formato. Ed è la ragione del nome dell’uccello perché Bernache viene dal gaelico Bairneach che designa la lepade, non una conchiglia come pensavano i marinai di allora, ma un crostaceo che possiede un guscio calcareo e un peduncolo con cui si attacca agli scogli e alle carene delle navi. Ci sono altre credenze. Per esempio, si pensava che le Bernache nascessero in un albero in riva all’oceano che assomigliava a un salice piangente e che produceva sui rami delle palle che racchiudevano degli embrioni di Bernache e quando i frutti erano maturi, cadevano nell’oceano e volavano via. Per altri, le piccole Bernache erano attaccate al tronco e succhiavano la linfa dell’albero fino a raggiungere l’età adulta e potere volare via. Gli alberi “oche” si trovavano sull’isola di Pomona nell’arcipelago delle Orcadi….Comunque se avete l’occasione di venire sul Bacino di Arcachon in inverno. Non mancate lo spettacolo e il concerto che danno le Bernache nei prati salati, è qualcosa di unico al Mondo. Rrok rrok keukk keuk rrout.
Se non ricordo male avevi scritto qualcosa sulla cornacchia ma non trovo l’articolo per condividere con te questa notizia:
http://mobile2.tdg.ch/articles/5952c4a3ab5c3748a7000001
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Grazie per l’articolo, Ziryab! Scriverò un post sui corvi probabilmente l’inverno prossimo. Forse ne avevo parlato l’anno scorso durante il mio precedente soggiorno a Parigi. Perché una delle cose che mi ha davvero colpita in questa città, sono le cornacchie che attacano i turisti che passaggiano nei giardini dei Tuileries. Appena le cornacchie vedono qualcuno con un panino che lo attaccano. Ho visto dei turisti giapponesi quasi farsi massacrare perché non volevano abbandonare i loro sandwich alle cornacchie. Anche i netturbini quando svuotano i cassonetti devono stare attenti che non ci sia qualche cornacchia a prossimità….
Buona giornata,
Alex
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