In giugno, nelle paludi del Médoc, è la stagione delle damigelle. Potete osservarle seguendo il corso dei fiumi tra ontani, piante carnivore e felci giganti. Vedete quei lampi con riflessi metallici blu o verdi sopra le acque rosse dei fiumi? Sono le damigelle che ballano o che giocano a rincorrersi. Osservate la loro danza indolente, i movimenti leggeri e sciolti delle nostre ballerine. Ammirate i loro abiti soffici, le loro ali di garza. Il vecchio Victor Hugo diceva: “la fremente libellula specchia i globi dei suoi occhi nello splendido stagno dove pullula tutto un mondo misterioso.” Bello, no? Ah questi poeti! Ora, osservate con i vostri propri occhi le belle damigelle. Avete notato? Non ballano le crudeli. Non fanno mai un movimento senza un’intenzione determinata e i loro voli non sono mai indolenti. Le damigelle sono sparvieri nel mondo degli insetti e passano il loro tempo a precipitarsi su zanzare e mosche che divorano in volo e risucchiano in un istante mentre i loro grossi occhi stanno già ad avvistare la prossima zanzara. Il loro appetito è insaziabile. E io di ringraziare le migliaia di damigelle-fate della palude che mi permettono di dormire la notte senza zanzare. 😉
Finalmente a casa!
m.
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Buongiorno Monica,
Sì già da qualche tempo. Era troppo un sesto post di seguito su Monet. Diciamo che questo post è un intermezzo e nel prossimo post mi rimetterò a scocciare il lettore a proposito del mio soggiorno parigino. 😉
Alex
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Come i falchi che si librano in cielo, che “guettano” il minimo movimento e si lanciano in picchiata sulla povera (?) preda. I colori delle tue foto invece e poi la tua descrizione, mi fanno pensare ad altre damigelle, forse più note, di una cittadina a sud della Francia. 😉
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Je pense que c’est plus pour l’élégance de la robe qu’on les a appelées “demoiselles”. Elles ne perdent pas de temps à aguicher le client comme les demoiselles d’Avignon avant de le dévorer. 😉
Alex
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