In cui le rose di Maria Antonietta svelano l’ipocrisia dell’autore di questo blog!

Ritratto di Maria Antonietta con la rosa. 1783. Louise-Elisabeth Vigée Le Brun (1755-1842), pittrice. Reggia di Versailles

Un giorno lei è rossa e mi chiede di portarla al cimitero di Montparnasse perché lei vorrebbe inchinarsi davanti al monumento ai Federati. L’indomani lei è bianca e, mentre camminiamo sul boulevard Haussmann per andare al museo Jacquemart-André, lei chiede di fermarsi per raccogliersi alla cappella espiatoria che fu edificata da Luigi XVIII sulla fossa comune nella quale furono buttati i cadaveri di Luigi XVI e di Maria Antonietta nel 1793. So che lei ha una passione per la pittrice Vigée Le Brun e che è particolarmente colpita dal dipinto in cui si vede, prima la Rivoluzione, l’austriaca, felice, raffigurata con i figli. Quindi non sono sorpreso quando la tizia tenta di intenerirmi cominciando a parlarmi del dipinto e del destino tragico dei figli. Sai che dei quattro figli di Maria Antonietta, solo quella che ha lo stesso nome di me raggiunse l’età adulta? Il Delfino morì a otto anni nel 1789. Il fratello, Luigi XVII, morì nel 1795 alla prigione del Tempio. L’altra sorella morì nel 1787 prima il suo primo compleanno…Non mi raccontare niente, traditrice! Quando penso che, ieri, eravamo al monumento ai Federati e che ti ho sentito anche canticchiare il tempo delle ciliegie. Che mi dicevi di volere andare al Sacré Coeur per maledire l’infame monumento! E, oggi, mi dici che vuoi visitare questo coso dedicato alla gloria della tirannide? Vai, vai, serpente, a fare le tue devozioni, a pregare, a inchinarti davanti agli aguzzini dei nostri antenati! Io attraverso solo in fretta questo Pantheon ridicolo e ti aspetto nel cortile…Lei ride e mi fa una smorfia prima di entrare nella cappella…Finalmente, mi dico, sono un po’ tranquillo per passare un momento solo nel cortile e vedere il famoso doppio viale di rosai bianchi Iceberg – la rosa si chiama anche fate delle nevi – piantato quasi cinquanta anni fa e che è un omaggio a Maria Antonietta. La rosa fate delle nevi è un’allusione a un ritratto stra conosciuto di Vigée Le Brun intitolato: Maria Antonietta con la rosa. E ovviamente, ipocrita come sono, per niente al mondo, vorrei che lei mi trovasse ad ammirare un simbolo della monarchia. E ovviamente non manca perché quando lei mi raggiunge nel cortile, sono a meravigliarmi davanti ai rosai. Lei sta ridendo perché mi ha anche visto dalla cappella precipitarmi verso i rosai, appena pensavo che lei fosse fuori dalla mia vista. Poi, la tizia mi mostra una cartolina che lei ha comprata dentro e che è il famoso ritratto di Vigée Le Brun che raffigura Maria Antonietta con la rosa. Lei aggiunge ridendo: “Tenez! C’est pour vous, Monsieur l’Hypocrite.” 😉

 

2 thoughts on “In cui le rose di Maria Antonietta svelano l’ipocrisia dell’autore di questo blog!

  1. La simbologia dei fiori o piuttosto del colore del fiore. Penso al romanzo più noto di Alexandre Dumas fils …e a Verdi anche e alla scena iniziale del “brindisi” e calzante nel tuo caso, per festeggiare l’incontro.
    Belli Alex: ritratto e racconto. Merci 🙂

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