Qual è il rapporto tra Cenerentola, un tizio che non aveva bisogno di Viagra e un paese di Gironda?

Vayres è una cittadina costruita su uno sperone roccioso a strapiombo sul confluente del Gestas e della Dordogna, a venti minuti a est di Bordeaux poco prima Libourne. Cittadina famosa per il vino, le lamprede, il castello medievale e il mascheretto in autunno. Io che sono di Bordeaux pronuncio Vayres malissimo e dico qualcosa che in italiano assomiglierebbe a Veir. Invece gli abitanti del paesello pronunciano il nome semplicemente Verre cioè come vetro o ancora bicchiere in francese. Mi direte che è normale per un paese vitivinicolo. È omofono con un sacco di parole questo bicchiere francese. Pensate un po’ che bicchiere e vetro (verre), verso (vers) verme (ver) verde (vert) e la cittadina di Vayres si pronunciano allo stesso modo. Ah, ne ho dimenticato uno che è presente nel blasone della cittadina di Vayres! Vaio cioè vair in francese che è la pelliccia dello scudo in araldica e anche il nome che si dà alla pelliccia grigia e bianca di certi scoiattoli. Nella Cenerentola di Charles Perrault, la vera, non l’americana, la ragazza indossa le scarpe di vaio al ballo cioè in pelliccia di scoiattolo. Cosa pensate? Che sia più comodo non solo per ballare, ma anche per ballare in un castello medievale freddo e pieno di correnti d’aria, scarpe in pelliccia di scoiattolo (vair) oppure scarpe di cristallo (verre)? Bene. Siamo d’accordo. Il promontorio di Vayres è abitato dalla preistoria e attrezzi di selce sono stati scoperti durante degli scavi archeologici. Ai tempi di Asterix, la città era un oppidum gallo-romano e, al posto del castello, c’era una torre di legno (non di vetro!) che permetteva di controllare i dintorni cioè di  fare pagare un riscatto ai viaggiatori sulla strada tra Bordeaux e Périgueux (non erano pazzi questi romani!). Il nome della città era allora Varatedo e da Varatedo a Vayres c’è un passo. Passa un po’ di tempo e durante il Medioevo la torre di legno è sostituita da un castello e un torrione in pietra (non di vetro!) e sempre con lo scopo di riscattare i viaggiatori! Adesso siamo in piena guerra dei Cent’anni e il castello sta difendendo i bordolesi dagli invasori francesi. Perdiamo la guerra e il castello è quasi distrutto. Restano da quel periodo buio della nostra Storia: Il torrione del XIV secolo, il castello d’ingresso e i fossati. Il castello è ceduto alla famiglia d’Albret che abbiamo già incontrata sul blog. Famiglia guascone, originaria dell’Albret nelle Landes di Guascogna, che è riuscita dopo secoli di saccheggi, complotti, matrimoni loschi e guerre diverse, a mettere sul trono di Francia uno suo figlio: Enrico IV. Il tizio fa alcuni soggiorni nel castello di Vayres. Decisamente questa storia di omofonia non si lascia perché il figlio di Giovanna d’Albret era soprannominato il vert galant. Il vert galant del castello di Vayres che non è di vetro. Divertente. Cosa significa essere verde in francese? Si dice di un tizio che non ha bisogno di viagra, se vedete quello che voglio dire! Nel 1583, il castello è  venduto da Enrico IV alla famiglia de Gourgue che lo ristruttura in castello rinascimentale e potete ammirare, ancora oggi, la straordinaria galleria di stile manierista realizzata da Louis de Foix, l’architetto del faro di Cordouan alla foce della Gironda. Poi, il castello è di nuovo assediato durante la Fronda e gravemente danneggiato. La famiglia de Gourgue lo fa di nuovo ristrutturare aggiungendo nuovi elementi architetturali…Va bene, ne ho già scritto troppo ed è tempo per me di tornare nel giardino alla francese…

6 thoughts on “Qual è il rapporto tra Cenerentola, un tizio che non aveva bisogno di Viagra e un paese di Gironda?

  1. Avrei pronunciato Vairesse. Bellissimo tuffo nella storia attraverso parole, luoghi e nomi poi spunta comme sempre Henri4. Quest’uomo aveva il dono dell’ ubiquità.
    Grande piacere leggere i tuoi post e condividerli. Non ti fermare, Alex!

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    • Buongiorno Ziryab!

      Io ho sempre pronunciato il dittongo ay di Vayres alla moda di Bordeaux cioè un ay che diventa un ey molto lungo tipo Veÿÿÿÿre e ho conosciuto un tizio di Vayres che lo pronunciava così. Non lo so. Durante la visita ho fatto una domanda e la guida mi ha detto che il nome della cittadina si diceva Vayres come un bicchiere. Ne sono rimasto sbalordito. Una parigina ho pensato. Poi ho verificato ed è lei che aveva ragione! Di cui l’idea del post…

      Grazie per l’apprezzamento mio caro amico,

      Alex

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  2. Che bello! Sembra una favola, non di Perrault pero. E poi, l’etimologia, le parole, il gioco di forma, anche acustica, e di significato, mi piacciono tanto.

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    • En fait, j’ai écris le post parce que la guide disait Vayres comme verre. J’ai failli la reprendre pour lui dire qu’elle se trompait et qu’il fallait entendre le y. Mais bon, je n’aurais jamais osé et heureusement pour moi ! 😉

      Alex

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      • Normalmente la y “i grec” tra due vocali si sdoppia in due “i”: voyager, envoyer, doyen, bruyant, ayez …ma c’è anche pays e poi per i toponimi ci sono tante eccezioni 🙂 Ceci dit, anch’io come te avrei pronunciato Veir e avrei pensato non che la guida fosse …straniera 😀 ma a molti amici italiani che leggendo “pruneaux d’Agen” dicono: «ah le prugne d’ [ *a3a ] !»

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