Alla fine di novembre e all’inizio di dicembre è la stagione dei finferli nelle pinete a ridosso dell’oceano. Allora, passo le fine settimane a raccoglierli nelle dune. E non è difficile perché crescono per milioni. Ce ne facciamo delle scorpacciate fino a Natale e li preferiamo anche ai porcini; ma siamo persone strane. Io che ho l’abitudine di rinominare certe cose in francese, li chiamo semplicemente caprioli. Forse per il colore oppure perché il fungo pullula come i caprioli e i cervi nelle nostre foreste del litorale oceanico. Non so più come mi è venuto il nome, ma mi piace questo nome che appartiene solo a me. Le immortali sono ancora in fiore nelle dune ed è ancora tempo di farne dei mazzi che profumeranno tutta la casa fino alla prossima primavera. E quando non potete andare all’oceano, respirare il leggero profumo di curry dei fiori secchi delle immortali, è come esserci…
Che bell’immagine! Hai ragione. Io ho anche anltri ricordi olfattivi di Bx, della Dune e dell’Océan. Che pero custodisco più o meno gelosamente per paura che la condivisione quasi li dissolva. E come li cucini questi caprioli?
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Contrairement aux cèpes, on peut les laver et heureusement car ils poussent dans le sable. Ça réduit pas mal et il faut retirer l’eau en les mettant dans une poêle huilée très chaude. Une fois égouttés, on peut les faire en omelette ou en poêlée avec une persillade, on peut s’en servir pour accompagner un risotto ou des pâtes…il y a pas mal de possibilités ! 😉
Bonjour Francesca,
Alex
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