Cari lettori e care lettrici, francamente se trascorrete qualche giorno a Bordeaux durante il periodo natalizio, non venite a dirmi che non avete mangiato le nostre famose “guinette”. Come! Tutte le pasticcerie e le panetterie traboccano di guinette, gli indigeni bordolesi venderebbero padre, madre e figli per due guinette, e voi non avreste avuto nemmeno la curiosità di assaggiarne una! E io vi dico che avete tutto interesse ad avere una buona scusa, a dirmi che siete diabetici, che avete un problema con l’alcool, che siete a dieta. Meglio. Mostratemi una prescrizione medicale dove c’è scritto che le guinette vi sono vietate. Altrimenti avrete diritto al mio sguardo pieno di rimprovero perché le guinette sono la grande affare dei bordolesi a Natale! A questo punto dovete chiedervi cosa sta raccontando questo cretino di Bordeaux con le sue guinette. Allora vi spiego tutto! Prima delle guinette, ci vogliono dei ciliegi, di quei ciliegi che crescono a Est di Bordeaux e che noi chiamiamo guin ( prunus cerasus) e che crollano sotto le ciliegie in luglio. Queste ciliegie si chiamiamo guine e sono leggermente acide. Le raccolte vengono rimpatriate a Bordeaux e stoccate dai nostri migliori pasticcieri specializzati in guinette. E cosa fanno i nostri artisti della guinette per ottenere una leccornia a dannarsi a partire di modeste ciliegie? Si mettono a fare macerare le guine in un vecchio Armagnac e più l’Armagnac è vecchio più le guinette saranno buone. Le ubriacano a morte in un Armagnac di più di quaranta anni. È questo che fanno subire alle guine quei crudeli pasticcieri bordolesi. Oh ma non è finito quando le guine sono ubriache a morte, c’è una nuova tortura che sta aspettando le guine. Le poverette sono ricoperte di fondente che è nel gergo dei pasticcieri una mescolanza di acqua e di zucchero portata a ebollizione poi raffreddata perché le guine devono essere bagnate velocemente in questo fondente in una temperatura compresa tra 35 e 40 gradi. E guai a non spogliare le guine che devono conservare il loro nocciolo e il loro picciolo. Ed è tutto il talento del pasticciere bordolese di non staccare il picciolo della guinette durante tutte le fasi della sua preparazione. E comunque nessuno bordolese vorrebbe mangiare una guinette senza il picciolo. Ora succede un’altra tappa in cui si lascia raffreddare il fondente che avvolge la guine per imprigionare l’Armagnac dentro. Oh ma non è ancora finito! Quando il fondente è abbastanza raffreddato, c’è una nuova tortura e, questa volta, le guine sono tuffate in un bagno sontuoso di cioccolato nero. Poi le guine vengono deposte delicatamente su un letto di pagliette di cioccolato. Oh ma non è ancora finito e ci vuole ancora stoccare le guine un paio di settimane, il tempo che il vecchio Armagnac faccia sciogliere lo strato di fondente. E voilà! La guine è diventata guinette. Francamente se venite a Bordeaux, non mancate le guinette a Natale. Potete trovarle tutto l’anno, ma non è la stessa cosa. Solo a Natale, i bordolesi sacrificano soldi per questa leccornia degna dei Re.
Preparazione delle guinette di Bordeaux.
Non ho dubbi che siano deliziose le gouinettes.
Procedura lunga ed elaborata tipica del know-how francese. All’inizio avevo pensato a un tipo di schnapps : Armagnac +Ciliegie. Da noi le ciliegie ( Vignola) passano e non si fermano , 2mesi poi più nulla.
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Buongiorno ziryab,
È vero che guine fa pensare a guigne che è una ciliegia che serve a fare il guignolet. Un aperitivo molto dolce, il preferito delle nostre nonne. 😃
Alex
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Hanno l’aria di essere squisite 🙂
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E non hanno che l’aria 😄
Buona domenica Lunadelfalco,
Alex
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Carissimo Alex, a casa malata ho tempo per leggere qualcosa e visitare il Blogger che in assoluto mi manca di più. Tornare a trovarti è emozionante e fa molto Natale 🙂
Un abbraccio grande, con grande affetto.
Dona
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Spero niente di grave mia carissima Dona. Anche per me è emozionante ricevere un tuo commento. E poi ho pensato a te questi ultimi giorni guardando il fiocco di neve che mi hai offerto. 😉
Un abbraccio affettuoso mia cara amica,
Alex
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