Il Paese dove i gatti hanno il loro presepe!

Mi sono fermato davanti alla finestra dell’antica casa medievale per ammirare il presepe dei gatti che ci è stato sistemato dietro da Cécile, la vasaia del paese. Tutti i dettagli sono adorabili. L’angelo gatto legge serenamente. Gli animali tradizionali del presepe sono diventati dei topi. I re Magi gatti regalano al neonato gatto: un bicchiere di latte, un gomitolo di lana e un topo meccanico…Cari lettori e care lettrici, noi ci vantiamo a Bordeaux di essere la capitale di una regione, la Nuova Aquitania, più grande dell’Austria. Ma ci vantiamo di un’altra cosa – sì, è vero ci vantiamo molto – è di avere in questa regione il più piccolo paese di Francia, Castelmoron d’Albret, che organizza, ogni anno a fine dicembre, una manifestazione dove potete vederci più di 200 presepi che vengono dal Mondo intero. E anche se il paese è il più piccolo di Francia, la densità di presepe per abitante, più di quattro, è sicuramente la più alta del Mondo – va bene, smetto un po’ di vantarmi, diciamo di Francia. Questo paese di Castelmoron d’Albret non ci credete prima di l’aver visitato. È un borgo medievale adorabile situato a Sud di Bordeaux nell’Entre-deux-Mers. Cinquanta abitanti che vivono in un paese di appena più di tre ettari – sì, la densità di popolazione ci è altissima. Scrivo che Castelmoron d’Albret è il paese più piccolo di Francia, nel senso che è veramente un comune con un municipio e un sindaco, non è la frazione di un altro comune. Il sole spendeva quando ho lasciato Bordeaux, ma una volta il fiume Garonna varcato, mi sono ritrovato in piena nebbia sulla strada dei pazzi del presepe, una cosa normale nell’Entre-deux-Mers in questa stagione. Una nebbia da tagliare al coltello come si dice in francese per indicare una nebbia tanto fitta che non vedete nemmeno i vostri piedi. L’Entre deux mers è questa parte della Gironda intrappolata tra i fiumi Garonna e Dordogna. Un’isola. Per me, assomiglia all’Italia – diciamo all’immagine idealizzata che mi faccio dell’Italia – e se non ci fosse la nebbia, vedrei colline e colline di vigneti, a perdita d’occhio. Un oceano di vigneti. D’altronde ho un po’ il male di mare a salire e scendere tutte queste colline senza contare che ho le orecchie completamente tappate a causa dell’altitudine; già che trenta metri di altezza è il Monte Bianco per un abitante del Médoc. Una cosa divertente è che, come ogni volta, quando arrivo a Sauveterre de Guyenne devo fermarmi per chiedere la strada di Castelmoron d’Albret alla panetteria del centro città. Altrimenti non trovo mai la strada. Strano. Mi metto a vedere i cartelli stradali di Castelmoron d’Albret solo quando un abitante di Sauveterre mi ha indicato la strada. E dire che Castelmoron è stato fondato dai romani. Forse anche loro si sono fermati a Sauveterre e hanno fatto una domanda al panettiere tipo: Lei non conosce nei dintorni una collina simpatica per edificare il nostro oppido? E il panettiere avrà indicato la direzione di Castelmoron d’Albret. Il paese di Castelmoron d’Albret è appollaiato su uno sperone roccioso. L’oppido romano è stato distrutto dai visigoti verso il V secolo. Poi, tre secoli più tardi, sono dei prigionieri arabi che hanno edificato il castello (di cui questo nome di Castelmoron). Il castello non esiste più, ma ne rimane una torre, una parte delle mura, una porte e, ovviamente, le case fortificate con le loro gallerie in legno che fanno tutto il fascino del borgo medievale. Di solito, si lascia la macchina ai piedi della collina e si sale a Castelmoron d’Albret attraverso un giardino davvero curioso con la sua fonte che scaturisce dalla collina. Ma oggi, con la nebbia che bagna tutto il pavimento medievale (e anche le mutande dell’autore di questo blog) meglio non fare il kamikaze sull’antica scala e lasciare la macchina all’ingresso del paese. Non c’è un gatto in strada o forse non vedo la gente per colpa della nebbia. Comunque la magia funziona e mi metto a vagare guardando attraverso le finestre illuminate delle case dove sono stati sistemati i presepi. Vi trovate in un paesello perduto di Gironda e tutto intorno a voi ci sono dei presepi pieni di Re magi e di bambini Gesù del Guatemala, del Nicaragua, del Giappone, dell’India, degli Stati Uniti, del Senegal, di Arcachon o delle isole Salomone. Notate che non avete bisogno di Gps perché c’è un’unica strada che attraversa il Paese. Il clou dello spettacolo è dentro la chiesa che trabocca letteralmente di presepi. A me fa pensare alle maquette di treni elettrici tutti quei presepi e, per esempio, c’è ne uno che riproduce letteralmente un paese di Arcachon con un bambino Gesù figlio di un ostricoltore! Dopo una chiacchierata con Cécile che organizza l’evento da quasi venti anni, sono attirato dal buon odore di qualcosa che sta friggendo. Oh no! Non è possibile! Davanti al bar, c’è una donna che tiene un bancone dove lei vende delle Meraviglie e mi dico che siamo veramente fuori dal tempo a Castelmoron se loro mangiano già delle Meraviglie prima di Natale! (Le Meraviglie sono dolci di Carnevale tipici di Bordeaux e sono una mia grande passione). Mi precipito e ne compro un pieno sacchetto. Poi, entro nel bar-antiquariato dove chiedo un cioccolato al proprietario. Il sacchetto pieno di Meraviglie calde che ho posto sulla tavola mi fa degli occhiolini. Il tizio ride davanti alla mia commedia e mi invita a mangiare delle Meraviglie perché è sua moglie fuori che le sta facendo. Faccio i miei complimenti a sua moglie quando ripasso davanti il bancone. Meglio di quelle di Bordeaux! lei esclama avendo riconosciuto il mio accento. Ormai non è più un coltello che ci vorrebbe per tagliare la nebbia, ma un’ascia. Il tempo di rivedere il presepe dei gatti che mi aveva tanto ammagliato all’inizio della visita. Poi sarà tempo di tornare a casa.