I gatti bubolanti che vivono nel ciliegio del mio giardino!

Nel mio giardino c’è un ciliegio tanto vecchio che è diventato  cavo con il passare degli anni. Questo ciliegio è strangolato da una vecchia edera e senza l’edera il ciliegio crollerebbe in inverno al primo soffio di vento oppure sotto la sua abbondante fioritura in maggio. Dentro questo ciliegio vive una coppia di gatti bubolanti e ho difficoltà ad addormentarmi, in quel periodo,  se non sento la loro conversazione. In francese, il chat-huant – che ho tradotto in gatto bubolante – è uno dei nomi che diamo all’allocco. Strani quei francesi, mi direte, a chiamare gatto un uccello forse aggiungendo che non si è mai visto un gatto bubolare, gufare o ululare, che il gatto miagola. Punto. Non posso che essere d’accordo, ma vi spiego questa stranezza linguistica. Cominciamo da “huant” che è il participio presente del verbo “huer”. Huer all’origine è legato alla caccia ed è un verbo onomatopeico che designa le grida dei cacciatori che inseguono la selvaggina. Un verbo che sicuramente non si può usare per il gatto che lui caccia nel silenzio e nell’immobilità la più completa quindi dimentichiamo questo primo senso di huer. Per estensione huer ha preso il senso di fischiare, deridere, gridare, sfottere, schernire…ecc. Huer è un verbo che esprime la disapprovazione a teatro, al cinema o allo stadio; gli hou ! francesi corrispondono ai buu italiani e il verbo huer al verbo italiano buare. Ovviamente i gatti non vanno a teatro, ai concerti e non tifano per una qualsiasi squadra. Quindi possiamo dimenticare questo secondo senso di huer. Esiste un terzo senso al verbo huer, il verbo huer è usato per i gridi che spingono gli uccelli notturni. I gatti miagolano – notate che il mio pigola ma è un’altra storia – quindi  cosa c’entrano i gatti con gli allocchi? C’è un altro verbo in francese più tecnico per dire huer quando si tratta degli allocchi: hôler che corrisponde a bubolare. Ma non cambia niente. Prendete il problema come volete, i gatti non bubolano. Cerchiamo un’altra spiegazione. Forse si parla di gatto bubolante perché, in qualche modo, l’allocco ha punti in comune con il gatto. Possiamo notare che sono animali notturni che cacciano la notte e che dormono il giorno; che l’allocco ama a passare la giornata, sdraiato su un ramo, al sole; che hanno una passione smisurata per topi, sorci, ranocchi, serpi o lucertole; che amano essere sempre puliti; che sono stati vittimi della superstizione degli uomini…ecc. Ma no, non è affatto la spiegazione: il gatto bubolante non è una specie di gatto volante. Dunque c’è un altro motivo per cui l’allocco si chiama gatto bubolante in francese. Un altro nome più generico del chat-huant in francese è chouette (civetta) che è un diminutivo e che ci dà la soluzione del mistero. Figuratevi che, una volta, choue era l’onomatopea del verso delle civette, ma ugualmente il nome che designava l’insieme delle civette. Poi si è aggiunto un qualificativo per distinguere l’allocco che è più rumoroso delle altre civette: Choue ha dato chouhuan poi chahuant e chat-huant con il passare dei secoli. Vedete il gatto non c’entra e all’origine sono due onomatopee: hou hou ! 😉

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