50: Il culo di mia zia!

In inverno, è la stagione della quine (cinquina) o del loto nel Sud-Ovest della Francia. Non c’è un comune o un’associazione che non organizza la sua quine per raccogliere fondi per le sue attività dell’anno. Poi, ci sono i drogati della quine che passano i loro weekend a correre da una quine all’altra. Tipo mia zia che sapendo di una quine nel mio quartiere questa domenica mi chiede di accompagnarla. Vedrai è troppo divertente come lei dice. Lei paga 15 euro per 6 cartelle e io mi accontento di una miserabile cartella a 3 euro perché non sono per niente giocatore. La sala comunale è gremita di gente, almeno 100 persone pronte a tutto per impadronirsi dei premi offerti dai commercianti del paese. La prima quine sono delle galline viventi e non ho troppo voglia di giocare. Mia zia ride e dice che potrei comunque cucinarle. Il gioco inizia e la signora che annuncia i numeri ha un strano modo di dire certi numeri. Per esempio lei non dice 25, ma 25 eeeeeuuuu che in francese suona come 25 uova. Non sono qualcuno di cattivo, che scherza sul modo di parlare della gente, ma comunque ho delle difficoltà a conservare il mio serio. Un’altra cosa divertente è che a ogni numero estratto, la sala grida una piccola formula. Per esempio, la signora annuncia il 26 eeeeeuuuu e la gente urla: il gatto che piscia! E c’è una rima o un gioco di parola per ogni numero: 20! (si pronuncia vin cioè vino) Senza acqua! grida la sala. Le galline sono vinte da una certa Veronique che grida quine a squarciagola da fare crollare i muri. Il secondo premio sono delle bottiglie di vino e non si ricomincia da capo solo che ci vogliono due quine sulla cartella cioè due file di cinque numeri per vincere il secondo premio. Stessa cosa per il terzo premio dove ci vuole gridare quine quando le tre file della cartella sono annullate. Ovviamente il terzo premio è più importante del primo. Fottuta Veronique che con la sua cartella ha vinto i tre premi: le galline, il vino e una bella lonza di maiale. Noto che il pubblico comincia a prendersela con Veronique, ma soprattutto con il tizio che gira la manovella della specie di ruota che contengono le palline. E sento un verbo che non avevo sentito da anni: Touiller che significa mescolare la zuppa. Chiedo una spiegazione a mia zia che dice che forse è perché una volta le palline venivano tirate fuori da un sacchetto. Insomma lei non ne sa più di me. Comunque tutta la sala urla al tizio il verbo all’imperativo: Touille! Ma cazzo la giri per davvero questa fottuta manovella! Ma touille! Ma touille, ti dico, che escono sempre gli stessi numeri. Cazzo fai cagare a non touiller i numeri. Ma touille che non hai un braccio di canarino! Io sono quasi a pisciarmi addosso con tutti quei touille urlati dalla sala senza contare a ogni numero i 66: youpi! 50: il culo di mia zia! 80: finisce nell’angolo! Poi ci sono 10 chili di cosce di pollo da vincere alla prossima quine. E coincidenza è la tavola di Veronique che vince i chili di pollo. E la gente si mette a gridare: Cazzo è ancora loro a vincere! Ma fuori la Veronique che ci ruba tutti i premi! Si stanno abbindolare o che? La Veronique ride come una matta. Allora la gente si rivolta di nuovo verso il tizio della ruota. Ma cazzo, touille animale! O sono io che vengo a touiller, minaccia la mia vicina di tavola che è una giocatrice ancora più accanita di mia zia e io non pensavo che potesse esistere. Caspita non venite a dirmi che il bingo sia un divertimento di vecchiette, è uno sport di combattimento. Poi non ci vuole essere alla dieta, diabetico, astemio o vegetariano perché sono che delle derrate alimentari e delle bottiglie di vino da vincere e dopo i cinque chili di pollo ci sono tre arrosti: maiale, vitello e manzo. Un uomo grida: E cosa ne faccio io di un bue? Solo tre arrosti eeeeeuuu risponde la signora. Il tizio sembra profondamente deluso mentre la gente lo prende in giro. Le quine succedono alle quine e per niente al mondo vorrei aver una quine. Ma cazzo chi è costui che mi ha rubato la quine? Cretino, mi mancava solo il 55! vi urla la gente. Notate che i vincitori non si lasciano intimidire e sanno mandare a quel paese i perdenti che tornano la loro rabbia verso il tizio della ruota. Non vorrei vincere qualcosa, ma girare la manovella e passare tutto un pomeriggio a sentire quei: cazzo, touille! No grazie! A un momento vedo il tizio che touille i numeri scappare verso il bar nel fondo della sala comunale e la gente alzarsi. Penso a una rivolta, ma la zia mi dice che c’è un intervallo dove le donne dell’associazione vendono delle crêpe e delle bibite. Io non ci credo troppo visto che la mia vicina di tavola, la virago, mi ha detto testualmente: Ha fatto bene a nascondersi il cretino che touille i numeri perché se gli metto le mani addosso, l’animale capirai cosa vuole dire: touille! Dopo la pausa, si ricomincia a giocare e tornano i chili di pollo, le bottiglie di vino. Vedo passare anche un montone intero. Invece per i premi tipo computer o bicicletta, la gente non sembra affatto interessata e litigiosa. Una cosa davvero divertente, è che ci sono delle persone che cercano a truffare annunciando delle false quine. E ci vogliono avere le palle per osare farlo e io le ammiro in qualche modo. Dunque, a ogni quine, c’è un tizio che viene pe verificare la cartella e che grida al microfono i numeri alla donna delle 25 eeeeeuuuu. Lei sembra fregarsene e dice sempre: la quine è buona! Purtroppo per lei, il giocatore di bingo è una specie di Dustin Hoffman nel film Rainman e ricorda assolutamente tutti i numeri estratti. Quindi quando qualcuno tenta una truffa, gli altri giocatori si mettono a urlare che il numero non è stato estratto e io capisco perché loro dicono il culo di mia zia dopo il 50 oppure è l’ora del pastis dopo il 51, è un mezzo per memorizzare tutti i numeri estratti e non si lasciare rubare le cotolette di vitello da un giocatore indelicato. Ovviamente la signora delle 25 eeeeeuuuuu si giustifica ogni volta tipo: ah il 26 eeeeeeuuu e io avevo capito il 6 eeeeeeuuuu. Noi ripartiamo “un dito alla bocca e l’altro al culo” come dice mia zia che è bordolese fino al midollo. È vero che mi sono divertito un sacco a osservare questo manicomio, ma non posso dirlo a mia zia perché lei mi trascinerebbe alla quine di Margaux, la settimana prossima, dove i premi sono più importanti di quelli di oggi. Caspita, sarà la guerra, penso. La sera, impossibile di dormire. Appena chiudo gli occhi che rivedo la mia vicina di tavola urlare: Ma touille! Touille, cazzo! Traumatizzato dalla quine il bordolese. Piccola natura che sei! come direbbe mia zia…

 

 

 

 

 

4 thoughts on “50: Il culo di mia zia!

  1. Sono contento, allora. Ce n’era un altro oggi con una bella lavastoviglie da vincere…e niente. Non abbiamo vinto niente: né prosciutto né bici né forno…nemmeno una bottiglia di tavernello. Mia zia mi ha detto che non devo mai più l’accompagnare perché sono un fottuto gatto nero! 🙂

    Buona sera, mia cara amica,

    Alex

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