Storia di un ménage à trois.

Médoc. Farfalla blu nel mio giardino.

Figuratevi che nella foresta umida dietro casa mia vive una straordinaria farfalla blu tanto rara che non la trovate da nessun’altra parte in Francia (tranne in qualche altra rara località). Dunque questa farfalla è la licena azzurra della sanguisorba che è sulla lista delle specie strettamente protette dalla convenzione di Berna e anche sulla lista rossa degli insetti di Francia metropolitana perché, purtroppo, è a rischio di estinzione per la rarefazione del suo abitat. Il nome scientifico del nostro lepidottero è phengaris teleius o maculina teleius e lui appartiene alla famiglia dei Licenidi. La licena azzurra della sanguisorba è igrofila ed è la ragione per cui potete vederla folleggiare l’estate sopra le pozzanghere, le praterie umide e le paludi. Dunque la licena azzurra ha bisogno d’acqua per vivere, ma l’acqua non basta perché questa licena, come il suo nome lo indica, è legata strettamente a una pianta: la sanguisorba, che è l’altro nome della salvastrella maggiore o della pimpinella. Senza pimpinella niente licena azzurra, ma non è tutto perché sarebbe troppo semplice. La licena azzurra della sanguisorba è mirmecofile cioè che lei vive in simbiosi con un tipo di formica rossa (Myrmica) e precisamente la myrmica laevinodis che campa appunto nelle praterie acquitrinose ai piedi delle sanguisorbe. Notate che è la licena azzurra della sanguisorba che vive in simbiosi perché per la formica rossa è tutta un’altra storia e per lei si tratta piuttosto di una relazione critto-parassitica come lo vedrete più lontano. Ritenete per il momento che delle piogge scarse, un periodo di siccità, delle praterie falciate prima la fioritura delle sanguisorbe, una bonifica della palude che caccia myrmica laevinodis ed è il disastro che vede la licena azzurra della sanguisorba scomparire definitivamente dal vostro pezzo di foresta. In realtà, non è la licena azzurra della sanguisorba che è mirmecofile, ma piùttosto i suoi rampolli. Dunque immaginate due farfalle licene hanno fatto l’amore. Qualche tempo dopo, la femmina inserisce le sue uova nelle infiorescenze delle sanguisorbe che fanno da balia ai bruchi della licena azzurra. Le licene non sono fate per essere genitori e i loro bruchi, appena nati, si mettono a divorare le loro troppo buone madri adottive. Pensate che, in senso figurato, pimpinella in francese designa anche una ragazza un po’ credulona. Poi il rampollo della licena azzurra si stanca di questa dieta a base di fiori di sanguisorba e fa il contrario dell’uomo occidentale. Cioè che lui che ha completato la sua terza muta, dal suo stelo di sanguisorba, vedendo passeggiare le appetitose formiche rosse sotto la pianta, si dice che non sarebbe male di abbandonare la dieta vegan per una a base di carne di formica. Gli viene una voglia pazzesca di assaggiare un arrosto di formica al nostro bruco. Tanto che lui non può più resistere e si lascia cadere al suolo e comincia a produrre certe sostanze chimiche particolari. Ora il bruco deve contare sulla chance perché basterebbe che un altro insetto o che un altro tipo di formica passa a prossimità ed è lui che servirebbe di pasto oppure che non passa myrmica laevinodis e lui creperebbe di fame. E invece il nostro bruco è nato sotto una buona stella perché è appunto una colonna di myrmica laevinodis, quella che il bruco vedeva dalla cima della sanguisorba, che passa accanto a lui. Le formiche rosse sono state attirate dalle sostanze chimiche che emanano dal bruco e lo scambiano per una delle loro larve e introducono il piccolo moloch nel formicaio. Una volta nella tana delle formiche rosse, il bruco della licena azzurra della sanguisorba non ha più bisogno di ingannare le sue ospite con una qualsiasi arma chimica perché lui ha delle capacità linguistiche straordinarie e sa istintivamente parlare la lingua della myrmica laevinodis, ma non il gergo rozzo delle operaie o delle formiche guerriere, ma quello elegante della regina delle formiche e dunque queste ultime sono ingannate una seconda volta dal nostro bruco e dal suo plurale di maestà: Noi vogliamo il nostro nutrimento. Noi vogliamo una frittata di larve, noi vogliamo una bistecca di formica, noi vogliamo un carpaccio di formica…ecc. Non solo le formiche rosse obbediscono, ma sono anche pronte a sacrificarsi fino all’ultima per soddisfare il loro piccolo Dio. Dopo quasi un anno di questa dieta, in primavera, è tempo per il bruco di trasformasi in crisalide.  Le formiche continuano a curare la crisalide che secerne una sostanza zuccherina di cui le formiche sono ghiotte. Leccando la crisalide, la loro saliva che contiene un fungicida le assicura una protezione efficace contro la muffa. Poi, dopo circa tre settimana, le formiche rosse portano la crisalide verso la parte alta del formicaio. Allora si ingaggia una corsa contro la morte per la licena azzurra che sta per nascere e, una volta su due, la farfalla muore prima di poter uscire dal formicaio. La ragione è che a quel punto lei ha perso le sue protezioni chimiche e le formiche cominciano a capire che la bestiola non è la loro regina, ma un volgare parassito…Scatto la licena azzurra che ha abbandonato per qualche minuto la foresta e le sanguisorbe per avventurarsi nel mio giardino. Vedete talvolta non c’è bisogno di andare chi sa dove per trovare del meraviglioso. 😉

 

 

 

2 thoughts on “Storia di un ménage à trois.

  1. Non mi stupisce che sia accaduto nel tuo giardino, cioè che ci fosse un microcosmo come una sorta di mondo incantato molto simile ad avatar …persino la regina è blu!

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