I migliori gelati del Médoc si mangiano a Carcans-Maubuisson alla boutique de la glace. Mentre aspetto in fila di poter comprare il gelato, godo in anticipo del mio piccolo rituale che consiste ad andare a sedermi su un banco per degustarlo, all’ombra, davanti alla cappella della Signora della Pace; a leggere per l’ennesima volta il cartello affisso all’ingresso e che racconta che ogni landescot* ha dato un pino per edificarla subito dopo guerra; a osservare il flusso dei vacanzieri che ciondolano davanti ai negozi e quelli che entrano e escono dal negozio di noleggio di bici di fronte alla cappella. Vedo dirigersi verso la cappella ed entrarci un landescot che conosco, un pazzo. Lui, durante la brutta stagione, trascorre tutto il suo tempo libero a rastrellare la spiaggia con una padella per friggere* anche quando l’oceano è scatenato e che il vento si diverte a soffiare i pini come se fossero candele oppure a farli scoppiare come se fossero volgari fiammiferi. Dentro la capella, l’altare è fatto con dei materiali ricuperati sulle spiagge di Carcans: legni spiaggiati, resti di una rete da pesca, frammenti di vetro blu, frammenti di specchi. Il tutto raffigura la scena della pesca miracolosa. Compro una coppetta di gelato anche per il pazzo e vado a sedermi sul banco. Lui esce dalla cappella e ci salutiamo. Chissà forse quest’anno anche tu farai una pesca miracolosa e troverai qualche tesoro, gli dico. Lui tace sospirando. Va bene, insisto, non puoi approfittare del gelato e di questo bellissimo giorno d’estate invece di pensare a ogni istante alla tua padella per friggere? Ma lui è l’ultimo relitto della vecchia razza dei saccheggiatori di navi del Médoc e lo sento di nuovo sospirare poi esclamare: Fottuta estate!
*Sul cartello c’è scritto: abitante di Carcans. Landescot: termine guascone arcaico per designare un abitante del Médoc marittimo e delle lande.
*Padella per friggere cioè poêle à frire, altro nome del metal detector in francese.
Bello tuuto. Poesia di parole e immagini. Bellissima anche quella che mi hai regalato a colori.
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Pero Alex, je t’aime tu le sais, la coppetta non si puo’ sentire!
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Bonsoir Francesca,
C’est quoi le mot alors ? Ici le glacier te demande toujours si tu veux ta glace dans un pot (j’ai traduit par “coppetta” mais il peut y avoir des pots carrément géants) ou dans un cornet. Ou peut-être est-ce différent en Italie ?
Alex
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“non si puo sentire” è l’espressione per dire: non puoi prendere il gelato in una coppetta, devi prendere il cono! 🙂
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C’est inouï, la glace dans un pot ! Quoique je préfère l’avoir dans un pot plutôt que …à l’italienne ! Sorrido e rabbrividisco. Ciao caro Alex.
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se ci fossero stati i tuoi nipoti ti avrebbero preso giustamente in giro. Pero…devo confessarti che anch’io prendo la coppetta (è da vecchi!)
Bisous
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Je voudrais que tu vois ce que c’est une boule de glace à la boutique de la glace. Ceux qui prennent le cornet sont regardés toujours avec commisération. C’est toujours la même histoire. Il y a tellement de glace qu’elle finit par tomber par terre, soit on s’en met partout parce qu’on ne la mange jamais assez vite avant qu’elle ne fonde. Bref, personne n’a jamais compris la technique pour manger une glace dans un cornet 🙂
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Bonjour mon très cher Alex,
oui, tu as raison, je vois bien ce que tu veux dire. Et puis, je ne connais pas les saveurs des coni français mais j’aime les gaufres au chocolat qu’on peut manger à Biscarosse 😉
Ceci dit, j’aime beaucoup tes canelés aussi !
Très bonne journée et à bientôt.
Bises
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Bonsoir Alex,
Il est un peu tard pour la traduction que je reporte à demain, mais je note déjà l’adresse !
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