Dentro l’ovile perso nelle lande, il giovane pastore dall’antico accento girondino mi racconta che lui non dorme troppo in questo momento con tutte queste pecore che partoriscono l’una dopo l’altra. Anche la più vecchia che era in pensione ha rifatto “un giro di giostra” quest’anno e ha partorito un bell’agnello ieri sera. Ora la frasca è tutta rannicchiata nel fondo dell’ovile a riprendere fiato. Una volta, lui dice, tutte le pecore avevano un nome e quando un pastore comprava un ariete riproduttore presso un altro pastore, un vicino o al mercato, si dava scherzevolmente il nome del venditore all’ariete. Guardo un altro neonato protetto dall’ariete. Allora, dico, il precedente proprietario dell’ariete doveva chiamarsi Veguèir*. Il pastore sorride. Usciamo dall’ovile. Dietro il lago c’è la duna e dietro la duna c’è il mare.
*Veguèir: gallo in bordolese (la parola si pronuncia beghei in italiano)
Che belle le tue foto! Le pecorelle in bianco e nero ricordano tanto l’immagine dell’ “Intervallo” dei canali televisivi italiani di 40 anni fa …per un attimo ho avuto persino l’impressione di sentire la musichetta. No, tranquillo nessuna Jeanne d’arc!
Un ariete gallo? Questa mutazione è conseguenza della modernità …anche ritrovare un pastore sembra anacronistico, in Italia mi dicono che sono ormai quasi tutti macedoni i pastori.
Sinon j’aime bien la photo des cygnes ❤
Ciao Alex caro.
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C’est une plaisanterie, un coq désigne une personne très virile en français. Et à cause de ce bélier, on peut dire que le berger a un sacré travail en ce moment. Les cygnes sont ceux du lac de Lacanau.
Sono troppo giovane per aver conosciuto l’intervallo alla televisione francese (l’interlude come si dice da noi), è una roba che risale a più di cinquant’anni fa. Era un trenino con un enigma da risolvere.
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Bonsoir Francesca,
Alex
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e ho trovato anche la versione “statica” 🙂
Bonne nuit ❤
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Trop mimi : il a la mamie Tipiak !
Come si chiama quel centrino che ha in testa?
È molto francese il trenino e l’enigma da risolvere, calca proprio l’approccio di ricerca scientifica (oh bon sang ! Tu te rends compte !?)
Bon dimanche mon cher Alex 🙂
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Oh bon sang, Francesca ! Tu as le cerveau en surtension ! 🙂 Une coiffe bigoudène, mais aujourd’hui les jeunes filles ne veulent plus la porter! Autrefois, cela servait à séduire les hommes, plus la coiffe était haute et brodée finement plus le mâle bigouden était attiré par la bigoudène. Ils sont fous ces bretons 🙂
Bonjour Francesca,
Alex
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In italiano fra le locuzioni con il pennuto: “fare il galletto” ma anche “abbassare la cresta” espressione che mi piace molto 😉
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Fare il galletto in francese sarebbe: Faire le joli coeur. Non so troppo per abbassare la cresta, forse avoir (revenir) la queue entre les jambes. 🙂 🙂 🙂
Alex
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Ho trovato: “en rabattre”, “apprendre l’humilité”, “rabaisser un peu”, “rester à terre”, “rabattre le caquet à OU de”.
Ciao Alex caro, dimmi tu, quale si deve usare 🙂
❤
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Non ci avevo pensato, ma sicuramente rabattre le caquet è quella che corrisponde meglio ad abbassare la cresta perché restiamo nel campo del pollame. Caquet è il verso della chioccia che cova. Caqueter (letteralmente chiocciare, credo il senso sia diverso in italiano) significa parlare a vanvera, chiacchierare…ecc. Il chiacchiericcio è le caquetage. Rabattre le caquet à quelqu’un c’est le remettre à sa place, mettre fin à ses fanfaronnades, le moucher avec une phrase bien sentie, l’afficher ou le casser comme disent les jeunes…etc.
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A me il copricapo bigoudène piace molto, se vado in Bretagna secondo te, me lo fanno provare? e poi le tre mamie mi divertono tanto …”piraaate”!
Quanto alla cresta, mi sembra proprio che tu abbia trovato l’espressione equivalente …in italiano è attivo: abbassa la cresta (la tua), ho abbassato la cresta (la mia), ti faccio abbassare la cresta! 🙂 non a te, ovviamente.
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Anch’io adoro la pub Tipiak! 🙂 Non solo te lo fanno provare, ma ti adottano perché, francamente, non hai bisogno di un capricapo bigoudène per passare per una bretone con la tua carnagione di porcellana e i tuoi capelli di Morgana. Ci vorrebbe solo “celtizzare” Francesca in Soizic e potresti fare pubblicità per le crêpe. Silenzio! Guardo la televisione e stanno passando la pubblicità con Soizic de Penmarch e le sue famose crêpe al caramello al burro salato. 🙂
Alex
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🙂 ora mi metto a cantare Stivell cosi mi trasformo in nièce des mamies bretonnes:
“E vonet da veajiñ, gê!
E vonet da veajiñ”
Sai che lo dicevo proprio qualche giorno fa: io vorrei fare come lavoro quella che assaggia il cibo per il mondo: mangio e mi pagano e persino per dare giudizi!
Ciao Alex caro, buona serata ❤
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Hum…Je me demande si tu n’as pas regardé le meilleur pâtissier mercredi soir sur M6 avec la Mercotte qui est payée pour juger les candidats et s’empiffrer.
Bonsoir ma chère Soizic ! De grosses bises.
Alex
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🙂 Soizic mi piace, mi fa già sentire proprio una …fée celtique, una Morgana!
Ho pensato a “Les Aventures Culinaires De Sarah Wiener, un Voyage Au Coeur De La Gastronomie Française”, conosci il programma? Non sapevo che lei fosse una chef vera pero, l’ho scoperto ora leggendo la biografia.
Ciao Alex caro, buona giornata. D’énormes bises.
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Je le suivais il y a quelques années. J’étais même amoureux d’elle ! Elle parcourait la campagne française dans une cacugne rouge avec ses trois mots de français et un carnet pour noter les recettes au fil de ses pérégrinations.Elle devait reproduire une recette que lui donnait des indigènes rencontrés aux quatre coins de la France. Mais bon elle mettait la main à la pâte. Par exemple, je dis n’importe quoi, si elle devait faire des canelés, on l’envoyait aussi fabriquer les moules 🙂
Bonjour Francesca,
Alex
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