All’inizio del Mondo, il geai (ghiandia in italiano) non aveva questo nome ridicolo che gli diamo e che significa: il blateratore. No, il suo nome era diverso anche se il blateratore non se lo ricorda più, oggi. D’altronde il blateratore era un altro uccello. Un uccello dal piumaggio nero antracite. Il blateratore si distingueva dagli altri uccelli neri che sono la cornacchia, il corvo e il merlo grazie al suo canto tanto melodioso, al suo cinguettio tanto sopranaturale che tutti gli altri uccelli sembravano gracidare lugubremente nel suo confronto. Anche l’usignolo si vergognava di cantare quando un blateratore si trovava a prossimità. Quello è il primo uccello della pioggia. L’uccello dal nome dimenticato. Il secondo uccello della pioggia viene chiamato: il procuratore. Il suo elegante abito è verde e la sua papalina rossa. Il procuratore vola tanto a scatti che avete sempre paura di vederlo cadere a terra. Il procuratore si sceglie sempre un albero scalcinato, roso dagli insetti, per sistemare dentro il tronco il suo alloggio. Sono sicuro che l’avete già osservato in foresta perché lui ha questo modo particolare e divertente di arrampicarsi sugli alberi, a spirale, sempre dal basso verso l’alto. Il procuratore scava un po’ il tronco dell’albero canceroso per spaventare gli insetti e fila dall’altro lato per inghiottirli. Quando il procuratore non trova il suo pranzo sugli alberi malati, lui scende a terra e si sdraia davanti a un formicaio in mezzo in cui tuffa la sua lunga lingua appiccicosa per fare strage di formiche. Quello è il secondo uccello della pioggia, il procuratore chiamato più comunemente picchio verde.
All’inizio del Mondo, il nostro Paese che confina nell’Oceano non era troppo diverso di quello di oggi. Le dune di sabbia, Il diserto con le sue distese infinite di molinie, di brughiere e di ginestre; le pinete immense e le foreste primordiali nascoste nel cuore del Paese. Mancava solo un elemento vitale che è tanto caratteristico del nostro Paese: L’acqua che fa battere il suo cuore. Non c’erano le paludi, gli stagni, i fiumi, i laghi, i canali, le fontane, i pozzi. La sola acqua era quella dell’Oceano. Gli uomini non erano ancora apparsi su Terra. Questo Paese era il Reame delle fate e degli uccelli. C’erano due stagioni e ancora una volta non era troppo diverso di oggi. La Bassa che corrispondeva all’autunno e all’inverno e l’Alta che corrispondeva alla primavera e all’estate. Durante la Bassa, non si vedeva il sole. Il cielo era coperto da nuvole nere e non smetteva mai di piovere fino all’Alta. Durante la Bassa, le fate dovevano vivere al riparo nel loro Reame sotto le dune per non morire annegate. Durante l’Alta, si vedeva solo il sole, ci si regnava un caldo, ma un caldo. Le pinete gemevano sotto la canicola. Le fate dovevano raggiungere il Reame degli ontani l’ultimo giorno della Bassa per non morire bruciate attraversando il diserto. Al riparo nel loro Reame sotto gli ontani. Le fate crepavano di sete perché i miliardi di litri d’acqua caduti durante la Bassa si volatizzavano sotto l’incendio e quel poco che restava, serviva alla sopravvivenza delle foreste che mantenevano il Paese con le loro radici.
All’inizio del Mondo, le fate chiederono l’aiuto di tutti gli uccelli del Paese, dallo scricciolo comune fino all’aquila e anche a tutti gli uccelli di mare. Il Reame del Paese Mezzo Morto stava morendo completamente perché le sue foreste non resistevano più durante l’Alta. Ci voleva dell’acqua. Ancora più d’acqua per salvarlo. Forse sapete che tranne le dune, il nostro Paese è piatto, disperatamente piatto e che sotto la sabbia c’è uno strato di arenaria duro quanto il cimento e che impedisce all’acqua di penetrare nel sottosuolo e all’acqua delle falde di raggiungere la superficie? L’acqua caduta durante la Bassa evaporava senza speranza. Allora le fate chiederono agli uccelli di mettersi al lavoro, di trafiggere l’arenaria con i loro becchi, di scavare il suolo con i loro artigli, di creare i letti dei fiumi e dei canali futuri, di scavare i grandi laghi e le paludi a ridosso dell’Oceano. Insomma di fare tutti i lavori necessari per ritenere l’acqua che cadeva durante la Bassa. E tutti gli uccelli si misero al lavoro, anche uccelli venuti da Paesi lontani. Tutti? No. Due uccelli rifiutarono di partecipare ai lavori e sapete già che sono il blateratore e il procuratore. Il blateratore non voleva traforare l’arenaria e rischiare di rovinare il suo prezioso becco e poi non aveva tempo da perdere con queste futilità e dunque il blateratore continuava a cantare meravigliosamente dalla mattina alla sera senza preoccuparsi del resto. Stessa cosa per il procuratore che non voleva sporcare il suo abito verde sguazzando nel fango. Le fate erano arrabbiate a un punto che non potete immaginare, e anche perché i due uccelli rubavano l’acqua riservata agli alberi e agli altri uccelli che, loro, lavoravano. Tutti gli uccelli che parteciparono ai lavori furono ricompensati anche se, oggi, non si sa più come. Il blateratore e il procuratore furono convocati gli ultimi. Tu, dissero le fate al blateratore, il tuo verso ormai non sarà più questo cinguettio che tutte ti invidiamo, ma un ghigno orrendo e avrai il dono di imitare male tutti gli altri animali. Ti regaliamo anche la ghiottoneria e la tirchieria. Passerai la tua vita a inghiottire e accumulare provvigioni nei nidi abbandonati delle gazze e nei buchi degli alberi morti. Sarai tanto tirchio che sarai pronto a uccidere i tuoi parenti quando loro si avvicineranno a un tuo gruzzolo. Ti regaliamo un nuovo piumaggio, un piumaggio colore delle dune, smaltato di diverse sfumature di blu per ricordarti la pioggia durante la Bassa, qualche piuma nera per ricordati quando eri un altro uccello, prima la tua colpa. Presto arriverà la stagione degli uomini in questo Paese e loro ti chiameranno il blateratore per scherzare e la cosa ti renderà irascibile per sempre. Tu, il procuratore che non voleva sporcare il tuo abito, proseguirono le fate, il tuo verso sarà il nome della pioggia nella nostra lingua: Pluio! Pluio! Pluio! Avrai il diritto di bere solo i giorni di pioggia. Sopravviverai durante l’Alta solo grazie all’acqua contenuta nei vermi. Soffrirai per sempre della sete durante l’Alta.
Se passeggiate nella foresta e che attraversate il territorio del blateratore, lo sentirete abbaiare, miagolare, belare o semplicemente sghignazzare negli alberi per allontanarvi dall’albero dove sono nascoste le sue provvigioni. Forse avrete la chance di trovare, tra le felci, una piuma colore oceano. Allora dovrete raccoglierla come se fosse la più preziosa delle gemme. Quando guarderete la piuma con abbastanza di concentrazione, vedrete come era il nostro Paese all’inizio del Mondo. In estate, quando gli uccelli della foresta muoiono di sete e che mettete dell’acqua in giardino per loro, dovete stare attento a non sentire il verso del procuratore oppure vederlo accanto al vostro abbeveratoio perché se lui bevesse quest’acqua, lui morirebbe subito e le fate si vendicherebbero di voi…