Viaggio nelle isole del mare degli stretti, di là dalla fine delle Terre! Prima parte.

 

Maggio. Stamane ho preso il traghetto a Lamarque per Blaye ed eccomi a guidare verso Nord lungo il mio caro fiume perché non voglio assolutamente lasciarlo dagli occhi nonché il Médoc sulla riva sinistra. Soprattutto il Médoc che ne ho già la nostalgia. La fine delle Terre per un abitante del Médoc è il faro di Cordouan in mezzo alla bocca del fiume Gironda. Dall’isolotto di Cordouan seguite il litorale atlantico verso Sud fino a Le Porge-Océan. Tracciate un tratto orizzontale verso Est fino alle paludi di Blanquefort in riva al fiume Garonna, risalite verso Nord fino a tornare a Cordouan. Questo triangolo è il Médoc. Il mare degli Stretti (la mer des Pertuis in francese) è il mare che si trova tra il faro di Cordouan è la regione di La Rochelle. Una cosa divertente che devo raccontarvi è che ho le orecchie completamente tappate da quando ho lasciato Blaye per serpeggiare verso Nord tra i paeselli di La Saintonge. Già che ho le orecchie completamente tappate a Listrac che è il punto culminante del Médoc a 40 metri di altezza! Allora, pensate un po’ in questo fottuto paese di colline e di scogliere a strapiombo dell’estuario della Gironda! Noi siamo un pantano sotto il livello del mare, loro sono la Svizzera! E le mie povere orecchie che non sentono più niente! Non mi costa assolutamente di confessarlo perché, anche se adoro il Médoc, non sono sciovinista e quindi non capisco perché i turisti preferiscono il Médoc visto che La Saintonge è mille volte più bella! Il paese non puzza di poltiglia bordolese, ma profuma di fieno appena tagliato. Non c’è questa monotonia di vigneti e di pinete che ricoprono tutta la noiosa Olanda che è il Médoc. Da loro i vigneti scalano le colline e i campi di grano invasi da papaveri per migliaia le scendono. Poi, i paesi sono belli. C’è un’unita con queste case bianche agli scuri blu, grigi oppure verdi che crollano sotto la fioritura delle monarde e delle malvarose. La Saintonge è il Paese di queste piante che ci crescono come la gramigna da noi. Il Médoc è un antico Paese di pastori squattrinati, allora tutti i paesi sono brutti tranne forse Saint-Estèphe che è il solo paese un po’ agghindato della nostra penisola. Ho previsto di fare una tappa a Talmont per il picnic, ma visto che guido come una lumaca e che mi fermo in ogni paesello non ci sarò mai all’ora del pranzo! A Talmont non c’è di panetteria per comprare il pane per preparare i panini previsti per mangiare sulla falesia. Non pensate che le panetterie siano ovunque in Francia, anzi nelle campagne sono piuttosto rare ed è il caso nella zona di La Saintonge. A volte, vedete sulla vecchia strada romana, antiche stazioni di servizio trasformate in cantine che vendono Cognac oppure in negozi di frutta e verdura oppure in negozi di “antiquariato moderno”con i soliti cartelli all’ingresso e all’uscita che dicono: Deposito di pane cioè che c’è un panettiere di un grosso borgo  della zona che fornisce in pane i paeselli dei dintorni in quei posti insoliti. Dunque è il caso a Talmont dove c’è il deposito di pane più strano che non abbia mai visto e posso dirvi che più delle case bianche dagli scuri blu, più delle monarde e dei campi di grano pieni di papaveri, più delle falesie, più della gente che parla con un accento tanto diverso del mio, è questo deposito che mi fa sentire davvero all’estero; anche se, dal deposito, vedo il Médoc sull’altra sponda! Figuratevi che il deposito di pane è dentro un locale tecnico che serve alla manutenzione delle chiuse e di riparo quando piove per gli allievi che aspettano alla fermata il bus del Liceo. E dunque troneggia in mezzo al locale un distributore automatico di pane e io una cosa del genere non l’ho mai vista in vita mia. Immaginate lo shock culturale per l’indigeno del Médoc che sono, mi sembra di essere in un episodio di Starwars. Mi avvicino prudentemente e leggo le istruzioni, ma non riesco a capire come il distributore potrà darmi il mio pane quotidiano visto che non vedo di cassetto. Va bene proviamo, inserisco la mia moneta e scelgo “baguette de campagne”. Un rumore di pistone, immagino anche un fischio almeno che siano le mie povere orecchie martirizzate! E miracolo! Un cassetto nascosto si apre e posso ricuperare la mia baguette ancora calda. Forse la Kangoo che ho incrociato poco prima era quella del panetteriere che veniva rifornire il distributore? Va bene, ora possiamo andare a fare il picnic sulla falesia. Talmont è una cittadina tipica di La Saintonge. Ai tempi dei romani, la cittadina si chiamava Tamnum ed era il porto di una città più vasta che era Novioregum e che è situata sull’altipiano a Barzan. Il posto oggi si chiama: il mulino del Fâ (fa per fanum). Figuratevi che ai tempi di quei megalomani di romani al posto del vecchio e piccolo mulino c’era una statua gigante tipo colosso di Rodi di qualche Dio italico che contemplava la bocca del fiume. Erano completamente pazzi quei romani! La città fu annientata dai Vandali e dopo questa zona dell’estuario fu sempre una zona popolata da pirati fino ai tempi di Napoleone. Pirati guasconi sulla riva sinistra del Médoc e pirati francesi sulla riva destra di La Saintonge. La cosa si capisce facilmente perché la bocca della Gironda è la zona più pericolosa d’Europa per la navigazione con i suoi correnti marini e i suoi banchi di sabbia; il guadagno era facile per i pirati sperimentati dell’estuario. Un po’ a Nord dal posto dove ci troviamo, a Meschers, un paese di abitazioni troglodite scavate nella falesia, c’è la grotta del pirata Cadetto in cui lui si era sistemato ai tempi del Re Enrico IV. Si dice che il tizio, in una sola notte, costruì una nave in cima alla falesia. Gli altri pirati lo presero in giro per la sua nave e lui ridacchiò di loro (sapete i pirati e la conversazione!). E tutti gli abitanti di cadere dalle nuvole di vedere, l’indomani, la nave galleggiare, ormeggiata ai piedi della falesia. Si dice che il nocchiere era un ariete nero dalle corna luminose. Et tutte le notti, la nave solcava verso la bocca dell’estuario e dirottava le navi per precipitarle sulle scogliere oppure farle spiaggiare e impadronirsi dell’oro. E tutti nel Paese di La Saintonge di chiamare Cadetto: l’uomo alle mani di Satana. Sono storie tipiche dell’estuario della Gironda. Maledetta altitudine che devo scendere dalla scogliera per andare a pranzare nella palude in mezzo alle Angeliche, ai cavalli e alle cicogne che altrimenti perdo le mie orecchie a dodici chilometri a volo d’uccello dal Médoc….