Gironda: Il matrimonio.

Le vie arroventate della cittadina medievale di Guitres appartengono alle centinaia e centinaia di rondini, chiassose e indifferenti al caldo, che nidificano nelle crepe dei muri e sotto le tegole della vecchia abbazia. Più lontano, la piccola chiesa del paese è vuota. Dentro stanno ristrutturando il campanile e c’è un’impalcatura che occupa il terzo dello spazio. Si vedono i primi risultati e i colori medievali delle colonne riappaiono sotto la sporcizia. Gli operai hanno abbandonato i loro attrezzi un po’ ovunque fino dentro all’acquasantiera che trabocca di martelli e di spatole. Fa fresco e siamo in Paradiso. C’è un attaccapanni dove è appeso come un abito nuziale. Scherzo dicendo che la tizia ha avuto un attimo di lucidità ed è scappata in mutande dal suo fottuto matrimonio. Passa un mezz’ora e niente, un vecchio è entrato per pregare Sant’Antonio di Padova ed è tutto. Lei dice che abbiamo sbagliato di chiesa e che possiamo bene aspettare fino al Giudizio universale perché non succederà mai niente in quella chiesa. Io sono del parere che il matrimonio sia stato cancellato e che la prova è l’abito nuziale appeso all’attaccapanni. Va bene, sospiro, stavo ancora scherzando. Vado a chiedere a Sant’Antonio di Padova, il vecchio mi dice che c’è un altra chiesa nel paese dove sono celebrati i matrimoni e che lui conosce anche la coppia di cui parlo. Usciamo dalla freschezza della chiesa per ritrovare le vie incandescenti della cittadina medievale. Sono in inferno.

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