Cordouan, Le Balene, Chassiron. Tre fari. Tre antichissimi signori edificati dal Bastardo francese e dai ricchissimi armatori di Bordeaux e di La Rochelle per servire di fanali e guidare, di notte, le loro navi attraverso le acque dai correnti violentissimi, i banchi di sabbia in movimenti perpetuali e gli scogli affioranti e affilati come lame di rasoio della bocca della Gironda e degli stretti Bretone e d’Antiochia più a Nord nel mare degli Stretti. Le navi di guerra del Bastardo francese solcando verso l’arsenale di Rochefort, quelle dei ricchi armatori, traboccando d’oro guadagnato con il commercio triangolare e il traffico con le Antille, la Louisiana, il Canada e le coste dell’Africa Occidentale verso La Rochelle e Bordeaux. Cordouan, Le Balene, Chassiron. Tre antichissimi signori edificati per proteggere l’oro degli armatori dai pirati della Charente e dai poveri pastori del Médoc che affondavano le navi accendendo dei fanali sulle dune della sinistra spiaggia di La Négade (négade: annegamento in guascone). Andateci alla punta di La Négade, tutto a Nord del Médoc, un giorno d’inverno senza luna, e ci vedrete i fantasmi dei cavalli che galoppano sulle dune con i loro fanali attaccati al collo per ingannare le navi; andateci e ci vedrete i fantasmi dei selvaggi abitanti del Médoc mettere le loro imbarcazioni nelle acque gelide dell’Oceano per impadronirsi della merce e di assolutamente tutto fino all’ultimo asso di legno e all’ultimo chiodo di una nave arenata; andataci e vedrete i fantasmi dell’equipaggio e dei passeggeri della nave camminare nudi, persi nelle paludi, alla ricerca di una via per raggiungere Bordeaux…
Non si va sull’isola d’Oléron senza imboccare, per chilometri, la strada senza ombra che attraversa tutta l’isola fino alla punta Nord. Perché tutte le spedizioni all’isola d’Oléron hanno sempre lo scopo di salire in cima al faro di Chassiron. Dopo Saint-Denis d’Oléron, l’isola si restringe e significa che abbiamo quasi raggiunto la punta. Il faro si drizza sulla falesia. Perché il terreno si è innalzato con il passare dei secoli e le onde dello stretto d’Antiochia l’hanno scavato a picco. Tutto sembra calmo in quella giornata soleggiata di primavera. Una cartolina postale con questa barca bianca che tira dei bordi lontano in mezzo allo stretto d’Antiochia. Ma non vi lasciate ingannare, sono soltanto delle apparenze. Talvolta, la falesia si mette a crollare sotto l’urto delle onde che la assediano e si vedono enormi blocchi staccarsene ed essere portati via rotolati dalle onde. Fenomeno sismico. Lo stretto d’Antiochia si allarga e fanno secoli che le isole di Ré e d’Oléron si allontanano l’una dall’altra. La falesia che crolla significa che la procedura di divorzio non è ancora compiuta e non sarà compiuta prima migliaia di anni ancora. Sulla costa rocciosa, l’Oceano sta vincendo la battaglia e fa stragi ovunque. Si è dovuto abbandonare l’antico faro di Chassiron per edificarne un nuovo nelle terre che anche lui, un giorno, cadrà nell’Oceano. Non c’è nessuna spiaggia. La bassa marea svela soltanto scogli, un letto di rocce screpolate, tagliato da banchi d’argilla e ricoperto di laminaria. Ecco, sotto i vostri occhi, la prova della selvatichezza dell’Oceano di cui la furia è senza tregua come lo sanno bene gli abitanti del Golfo di Biscaglia….
Ci vuole salire in cima al faro di Chassiron per abbracciare la roccia d’Antiochia, gigantesco scoglio assediato dall’Oceano; L’isola di Ré a Nord con la linea bianca delle sue dune ei suoi paeselli; Il continente verso Est e il brutto porto industriale di La Pallice; l’isola d’Aix come a metà inabissata nello stretto d’Antiochia, l’isolotto di Boyard con il famoso forte; la torre della chiesa di Saint-Pierre; la geometria delle saline che formano come una gigante ragnatela; Saint-Denis e le sue casette bianche che si stacca in mezzo ai vigneti. Ah, i vigneti dell’isola d’Oléron che si estendono ovunque. Certo che non siamo in Bretagna qui! Ci vorrebbe salire, un giorno d’inverno, in cima a questo fottuto faro! Quando l’Oceano furioso urla, quando non sentite nemmeno l’esplosione delle onde che rimbombano sulla falesia. Quelle notti di temporale che vi raccontano i vecchi pescatori del paese quando gli uccelli di mare sono tanto spaventati e accecati dai lampi del temporale che vengono a schiacciarsi contro i vetri della lanterna del faro come se fossero falene….