Maggio. L’isola d’Aix è una mezzaluna di terra di 129 ettari nel cuore del mare degli Stretti. Forse non lo sapete, ma l’isola fu l’ultima residenza francese del serpente corso che ci trascorse i suoi ultimi quattro giorni sul nostro territorio prima di essere spedito a Sant’Elena dagli inglesi per crepare. Bon débarras. Tutto ricorda il bandito corso sull’isola. Una via del paese porta il nome di Napoleone e l’altra quella della battaglia di Marengo. Anche la piazzetta del paese si chiama Austerlitz! C’è anche un museo tutto dedicato alla gloria della “paglia al naso” nella casa dove lui ha vissuto. All’isola d’Aix ci vuole andarci fuori stagione quando l’isola non è ancora presa d’assalto dai turisti e altri fan dell’avventuriero corso. Potete farci delle lunghe passeggiate sulle spiagge deserte oppure esplorare le vestigi delle vecchie batterie costiere e dei forti che sfidavano la marina della perfida Albione già ai tempi della guerra dei cent’anni; potete giocare all’isola del Tesoro e credervi in un romanzo di Stevenson; potete mangiare ostriche sulla spiaggia delle conchiglie bevendo il vino del vignaiolo dell’isola; potete passare una mattina a scocciare le grancevole negli scogli a bassa marea; potete fare tutte le cose che si possono fare su un’isola di 129 ettari o semplicemente niente e solo guardare l’oceano per ore. Va bene, prima di riprendere, con un immenso rimpianto, il traghetto, vi racconto l’ultimo tentativo del serpente corso per sfuggire agli inglesi…
Nel mese del luglio 1815, la guarnigione dell’isola d’Aix era composta dal quattordicesimo reggimento dei marini, sotto il comando di un capitano di vascello e di alcune compagnie ugualmente di marini. Fu il sabato 8 luglio, alle otto della sera che il serpente corso si imbarcò a bordo della fregata l’Amphitrite; l’indomani mattina, alle sei, scese all’isola d’Aix, visitò le varie fortificazioni dell’isola e si rimbarcò alle otto e mezzo. Recandosi al molo, trovò il quattordicesimo reggimento schierato sulla piazza d’armi per passare la rivista d’ispezione; si fermò davanti alla compagnia dei granatieri del ventisettesimo equipaggio, comandata da M. Bancal e ordinò a questo ufficiale di fare eseguire alcuni movimenti di maneggio delle armi agli uomini che comandava, quello che si affrettò di fare l’ufficiale. Dopo essere rimasto circa tre minuti di fronte al reggimento, immobile e senza aver parlato a nessuno marinaio, il serpente salutò e se ne andò… Il 12 luglio, il corso si sistemò sull’isola d’Aix, nessuna visita fu resa all’appestato dagli ufficiali superiori della guarnigione; soltanto alcuni ufficiali subalterni comunicarono con lui e furono ipnotizzati dall’aquila spennata. Diversi piani di fuga furono tramati, e tra essi quello di partire per gli Stati uniti, a bordo di uno smack danese (tipo di nave di origine americana usata per la pesca o l’ostricoltura) che doveva comandare un certo Besson, luogotenente di vascello, sposato a una danese a chi la barca apparteneva. Alcuni ufficiali avrebbero formato l’equipaggio di due scialuppe di pilote che dovevano servire a trasportare il tizio e il suo seguito a bordo di quello smack nello stretto di Antiochia. Il piano prova qualche resistenza da parte di qualche persona che accompagnava l’aiaccino. Tuttavia esso doveva essere eseguito nella notte del 13 al 14 luglio e già gli ufficiali subalterni erano a bordo delle scialuppe; però i movimenti e il chiasso provocato dai preparativi di quella miserabile evasione diedero l’allerta. Le truppe presero le armi, delle disposizione furono prese, e ci occorse rinunciare a questa impresa. L’indomani, i 6 ufficiali traditori riapparvero e furono arrestati. Un indirizzo al principe d’Eckmulh fu fatto e firmato, il 11, dagli ufficiali subalterni della guarnigione quando tutto progetto di fare evadere il corso fu perso. Gli ufficiali superiori rifiutarono di firmarlo. Questa petizione fu rimessa al generale Bertrand. Qualche giorno prima, gli stessi ufficiali traditori fecero un indirizzo alle Camere per testimoniare del rimpianto del corpo della marina, all’occasione dell’abdicazione del serpente; però sulle rimostranze del colonnello del quattordicesimo, quell’indirizzo non fu inviato. Il serpente si imbarcò il 15 luglio 1815, a bordo del brick l’Epervier, comandato dal luogotenente di vascello Olivier Jourdan che lo guidò a bordo del Bellerophon comandato da Maitland per il suo ultimo viaggio verso Sant’Elena.
Bonjour Alex caro,
J’ai comme l’impression de lire une page de Treasure Island de Robert Louis Stevenson, tout en entendant :
« Fifteen men on the dead man’s chest—
Yo-ho-ho, and a bottle of rum!
Drink and the devil had done for the rest—
Yo-ho-ho, and a bottle of rum! »
🙂
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