Le colombe ascensionali: un’usanza italiana adottata nel mio paese!

I francesi sanno solo due cose a proposito dell’Ascensione: è un giorno festivo e quel giorno cade sempre un giovedì di cui l’espressione mnemotecnica “il giovedì dell’Ascensione”. Nel mio paese, dove siamo decisamente più svegli della media dei francesi, ne sappiamo una terza: all’estero, gli italiani mangiano della colomba per l’Ascensione e quindi abbiamo adottato anche noi questa bellissima usanza italica. 😁😁😁😁

Coronavirus: Le nouille e il Duca d’Aquitania!

Stamane al supermarcato, cliccate le orecchiette per ascoltare une bellissima canzone francese!

Grazie nonna, grazie mamma, di avermi fatto crescere con la buona cucina tradizionale del Sudovest della Francia a base di confit di anatra e di patate alla sarladaise. Francamente, mi avreste visto stamane al supermercato passare, pieno di superbia, indifferente, come se fossi l’ultimo Duca d’Aquitania, tra due donne completamente nouille* che si litigavano l’ultima confezione di orecchiette che giaceva sullo scaffalo del reparto pasta, e dirigermi verso i confit, ma sono sicuro che ne avreste pianto di orgoglio. 😉

*Nouille ha un doppio senso in francese. La parola designa in modo spregiativo la pasta, ma anche una persona imbranata o cretina.

 

Paura atavica: Coronavirus e Preistoria!

Guardando il telegiornale dedicato interamente al coronavirus, mi dico che non siamo diversi dei nostri antenati di 300 000 anni fa che urlavano, che battevano i piedi e le mani, che agitavano torce infuocate, che, terrorizzati, tentavano di rassicurarsi come potevano, che chiedevano l’intercessione di qualche divinità della Natura, che si interravano nei fondi delle grotte oppure che si arrampicavano alla cima degli alberi…insomma che erano completamente privati di qualsiasi mezzo di difesa quando una tigre dai denti da sciabola passeggiava a prossimità dell’accampamento. Niente è cambiato e l’uomo di oggi è lo stesso di quello di ieri, c’è solo la taglia dei nostri predatori che è cambiata…

Pietà per gli sciacalli!

Oggi, vi propongo un antico racconto berbero in cui lo sciacallo – come al solito – si fa raggirare da un riccio. Lo sciacallo nei racconti berberi è l’antenato del Willy Coyote americano mentre il riccio è l’antenato di Beep Beep. 😉

Una volta, il riccio e lo sciacallo fecero amicizia. Il primo disse all’altro: ” quante astuzie hai?” – “Ne ho cento e la metà d’una”, rispose lo sciacallo e gli chiese a sua volta: “Quante astuzie hai?” – “La metà d’una.” camminarono passeggiando per la strada finché arrivarono, in mezzo alla notte, a un douar. Ci trovarono un silo, scesero entrambi dentro e mangiarono grano finché furono sazi. Il riccio disse allo sciacallo: “Chinati per che possa salire sulla tua testa e guardare.” Lo sciacallo si chinò, il riccio salì sulla sia schiena, saltò e ricadde fuori dall’apertura del silo, lasciando lo sciacallo dentro. Il riccio gli disse: “Salvati come potrai. Vedi, io che ho solo la metà di un’astuzia ce l’ho fatta; Tu che hai cento astuzie e la metà d’una, non puoi cavarti dal mezzo del silo.

 

 

Isteria mediatica italiana!

Cari giornalisti italiani, dopo aver guardato, ieri, un telegiornale della Rai interamente dedicato al coronavirus pieno di servizi più putassier* gli uni degli altri, posso dirvi che avete giunto il punto paradossale dove un abitante di Wuhan rifiuterebbe categoricamente di venire in Italia per paura di essere contaminato dal coronavirus! 😉

* putassier che in italiano sarebbe puttanesco. che riguarda le prostitute, proprio alle prostitute. Che cerca a piacere a tutto costo, facile, demagogico…ecc.

Geografia coronavirale!

Quindici giorni fa, sarei stato incapace di situare Wuhan su una mappa della Cina e oggi, guardando il telegiornale della Rai, ho imparato l’esistenza di una città italiana che si chiama Codogno e posso anche indicarla su una mappa. Insomma il lato positivo del coronavirus che permette agli asini come me di imparare anche un po’ di geografia! 😉  

Altro che coronavirus!

8 settimane di epidemia acuta.

1,8 milioni di persone colpite dal virus. 

65 000 passaggi al pronto soccorso di cui 11 000 ospedalizzazioni durante l’epidemia. 

1877 casi gravi ammessi in rianimazione segnalati di cui 289 decessi durante il periodo di monitoraggio. (inizio del monitoraggio settimana 45)

13 100 decessi di cui 9100 imputabili al virus.

Copertura vaccinale di 47,2% fra le persone a rischio.

E nessun rimpatrio di cittadini italiani dalla Francia.

(Ah, a proposito, sono le statistiche ufficiali dell’epidemia di influenza che ha ucciso 9100 persone in Francia per il periodo 2018-2019)

 

Viaggio a Roma: La chiamata.

 

Al telefono.

Io: In marzo, vado qualche giorno a Roma. Insomma trascorrerci qualche giorno di vacanza per scoprire…

La zia: A me non sorprende la tua scelta perché tirchio come sei, Roma è la città ideale per un animale come te!

Io (senza parole): …

La zia: È che conosco la mia bestia!

Io: Ma cosa c’entrano le mie vacanze a Roma con la mia presupposta tirchieria? Francamente, mia cara zia, non vedo il nesso!

La zia: Perché a Roma tutto è gratis, la cosa è conosciutissima. Non puoi ingannarmi….

Io (incredulo): Ma come gratis?

La zia: Sì, sì. Tutto è gratis. Perché ci andresti altrimenti? Non pazza la vespa!

Io: E no, mia cara zia, ahimè ti posso assicurare che quei fottuti italiani ti fanno pagare caro assolutamente per tutto e, l’anno scorso, ho pagato anche per entrare nel duomo di Milano. Eh sì, ti fanno pagare anche l’ingresso nelle chiese! Allora che ne dici….

La zia: Che stai raccontando le tue solite stronzate! Come se gli italiani facessero pagare qualcosa ai turisti oppure al mio cretino di nipote!

Io: Ma stai bene zia? Vuoi che chiamo un medico che mi stai raccontando questa stramberia incredibile della gratuita di Roma. Hai bevuto, vero?

La zia: E lo so bene che Roma è gratis….

Io: Ancora! Ma è una fissazione alla fine! Ma chi te l’ha detto che a Roma non si paga niente?

La zia (trionfante): È ovvio, ci sono andata giovane! Quindi lo so meglio di te!

Io (destabilizzato): Ah, ci sei andata, e….

La zia: E tutto è gratis:  musei, chiese, palazzi, mostre. Assolutamente tutto. Tranne una cosa….

Io (completamente stupito e incuriosito): E che sarebbe questa cosa?

La zia: C’è una biblioteca al Vaticano, in una torre, che racchiude i regali che offrono i capi di stato ai Papi. E bene, è il solo luogo di Roma dove paghi qualcosa. Che non ho ancora capito perché volevano farci pagare per niente dei loro capolavori tranne per mostrarci queste anticaglie papali. Gli italiani sono bizzarri…

Io: mia cara zia, ma quando ci sei andata a Roma che non mi ha mai raccontato delle tue avventure romane?

La zia: Nel 1978!

Ma c’è il mare in Italia?

E no, cari giornalisti italiani, il ministro francese dell’Ecologia, François de Rugy, non si è dimesso per le sue abbuffate a base di aragoste giganti a spese dei contribuenti, ma per le sue abbuffate a base di astici giganti. E no, cari giornalisti italiani, le persone che hanno manifestato contro di lui, non brandivano aragoste giganti gonfiabili, ma astici giganti gonfiabili. Di due cose l’una. Sia avete inventata questa storia delle aragoste giganti per abbellire i vostri articoli – ancora che non capisco il perché visto che l’astice è molto più pregiato dell’aragosta almeno in Francia, ma forse è il contrario in Italia? Per appoggiare questa tesi, noto che avete aggiunto questa storia di ostriche che ho letto da nessuna parte nei giornali francesi visto che le ostriche, forse sono un prodotto di lusso in Italia, ma in Francia no. D’altronde, non sono milionario e ne mangio  almeno una volta per settimana in inverno e la dozzina costa tra 5 e 6 euro. Sia fate confusione tra aragosta e astice perché non c’è il mare in Italia, che ci conoscete niente e che comunque alzarvi il culo per fare un minimo di lavoro giornalistico con questo caldo…