Nella prima parte del racconto, abbiamo visto che Guglielmo Orfayre ha stretto un patto con il Diavolo e che, in cambio di denaro, lui deve recarsi, dopo un anno e un giorno, alla Duna Verde per incontrare il suo creditore. Nella seconda parte, abbiamo visto che non è tanto facile di raggiungere la Duna Verde. Nella terza parte, vedrete che anche il Diavolo ha i suoi problemi familiari.

….Davanti alla porta della casa del Diavolo, c’è uno stagno – come quello del Cousseau a Lacanau – dove le sue tre figlie vanno a fare il bagno. Ti nasconderai, poi quando staranno nell’acqua, ruberai i vestiti di una di esse.
Guglielmo Orfayre fece come gli aveva indicato il cavallo delle dune e vide arrivare le tre figlie del Diavolo. Quando furono nell’acqua, prese i vestiti di una di esse. Uscirono dall’acqua l’una dopo l’altra. Le due prime si vestirono e tornarono alla casa dei genitori. La terza, Ridiscette, che era la più giovane delle tre, cercò a lungo i suoi vestiti e cominciò a disperarsi all’idea di rimanere completamente nuda per tornare a casa.
Quel furbo di Guglielmo si decise a restituirglieli. Fece finta di arrivare all’improvviso e aiutò Ridiscette nelle sue ricerche. Come si pensa bene, il tizio scovò i vestiti subito. Ridiscette lo ringraziò e quando ebbe finito di vestirsi, lei chiese:
– Lei viene forse dal mio padre?
– Sì appunto.
– Allora, mi segua.
È così che Guglielmo Orfayre penetrò dal Diavolo.
Il Diavolo disse, vedendo Guglielmo:
– Ah, eccoti! Non hai dimenticato quello che ti ho chiesto all’incrocio un anno e un giorno fa?
– No, poiché eccomi.
– Bene, cenerai con noi, poi andrai a dormire sotto la tavola.
Dopo la cena, Ridiscette, la più giovane figlia del Diavolo si avvicinò a Guglielmo Orfayre e gli disse, a bassa voce, nell’orecchio:
– Quando mio padre le ordinerà qualcosa, lei farà esattamente l’opposto. Se lui dice di andare a dormire sotto la tavola, lei deve coricarsi sul banco dentro il camino.
Sotto lo sguardo del Diavolo, Guglielmo Orfayre si sdraiò sotto la tavola, però quando il Diavolo fu andato via, Guglielmo si sistemò nel camino per dormire. A mezzanotte, l’enorme tavola si schiacciò con un rumore spaventoso. L’indomani mattina, il Diavolo fu sorpreso di vedere il medocchino ancora vivo.
La moglie del Diavolo disse al marito.
– Qualcuno lo informa. Finalmente, si misero tutti a tavola per la colazione. Dopo la colazione, il Diavolo disse:
– Ragazzo mio, se riuscirai le tre prove che ti imporrò, sposerai una delle mie figlie. Prima, devi andare in cima alla Duna Verde e tagliare tutta la foresta a pezzi. E il Diavolo gli diede una scure in legno, una sega in legno e un’accetta in legno.
A mezzogiorno, Ridiscette, la più giovane figlia del Diavolo, venne per portargli il pranzo.
– Ma come mai! Lei non ha ancora cominciato a lavorare?
– E come avrei potuto fare qualcosa? Suo padre mi ha dato degli attrezzi di legno e tutti sono rotti da tempo!
– E bene! Mentre lei mangerà, me ne occuperò e, grazie alla sua bacchetta magica, la foresta intera fu a terra, bene segata, bene spaccata, bene impilata.
Al tramonto, Guglielmo scese dalla Duna Verde.
– Ho tutto tagliato come lei ha ordinato, disse Guglielmo al Diavolo.
– Hai lavorato bene, disse il Diavolo, esterrefatto. Stasera dormirai nel camino.
Sotto lo sguardo del Diavolo, Guglielmo Orfayre si sdraiò sul banco dentro il camino, però quando il Diavolo fu andato via, Guglielmo si sistemò sotto la tavola. A mezzanotte, l’enorme camino si schiacciò con un rumore spaventoso. L’indomani mattina, il Diavolo fu sorpreso di vedere il medocchino ancora vivo.
La moglie del Diavolo disse al marito:
– Qualcuno lo informa. Finalmente, si misero tutti a tavola per la colazione. Dopo la colazione, il Diavolo disse:
– Ragazzo mio, ora devi purgare lo stagno. E il Diavolo gli diede una pala di carta, una zappa di carta e una forca di carta.
A mezzogiorno, Ridiscette, la più giovane figlia del Diavolo, venne per portargli il pranzo.
– Ma come mai! Il lavoro non è ancora finito?
E come avrei potuto fare qualcosa? Suo padre mi ha dato degli attrezzi di carta e tutti sono ammollati da tempo!
E bene! Mentre lei mangerà, me ne occuperò e, grazie alla sua bacchetta magica, lo stagno fu vuotato e purgato.
Al tramonto, Guglielmo tornò.
– Ho tutto purgato, disse Guglielmo.
– Hai lavorato bene, disse il Diavolo, esterrefatto, stasera dormirai sotto il letto.
Sotto lo sguardo del Diavolo, Guglielmo Orfayre si sdraiò sotto il letto, però quando il Diavolo fu andato via, Guglielmo si sistemò nel camino. A mezzanotte, l’enorme letto si schiacciò con un rumore spaventoso. L’indomani mattina, il Diavolo fu sorpreso di vedere il medocchino ancora vivo.
La moglie del Diavolo disse al marito:
– Qualcuno lo informa. Finalmente, si misero a tavola per la colazione. Dopo la colazione, il Diavolo disse:
– Ragazzo mio, vedi questa torre, in alto alla Duna Verde, alla vetta ci sono tre uova di pernice. Le cercherai e me le riporterai.
Ci andò, però la torre era perfettamente dritta e i muri perfettamente lisci; non c’era modo di arrampicarsi.
A mezzogiorno, Ridiscette, la più giovane figlia del Diavolo, venne per portargli il pranzo.
– Allora, lei ha le tre uova?
– E no! Non ho di scala e quindi non posso salire!
– Allora, disse Ridiscette, lei deve uccidermi e farmi bollire così lei metterà le mie ossa all’estremità le une delle altre per fare una scala.
Guglielmo Orfayre fece come detto e, una volta le ossa messe da un’estremità all’altra, potette arrampicarsi fino alla vetta della torre dove trovò le tre uova di pernice e ridiscese…. (fine terza parte)