Per capire il titolo del post, dovete cliccare le immagini per leggere la storia di questo gatto bordolese particolare secondo la sua padrone. Ma non vi accontate delle immagini, leggete il mio testo sotto altrimenti perderete un piccolo pezzo di storia bordolese che ho tentato di trasmettere con questo racconto.
C’è una prima parte a questo post che potete leggere qui. Diciamo che avevo scritto il post l’anno scorso dopo il mio soggiorno a Parigi dove mi ero gravemente ammalato e dove mi ero anche emozionato scoprendo quattro capolavori della maiolica bordolese al Petit Palais. Appena sono potuto tornare a Bordeaux, mi sono recato nel mio caro vecchio quartiere portuale di Bacalan sulle tracce di questa famosa manifattura di maiolica dei fratelli Vieillard e che ha prodotto, in particolare, quei piatti di maiolica ispirati dalla Manga di Hokusaï e che sono ancora oggi ricercati dagli antiquari del mondo intero. Poi, non ho pubblicato il post perché la passeggiata mi ha in qualche modo spazzato il cuore e ci ho rinunciato, ma oggi mi sento di proporre il post. Certo, non è una passeggiata nel centro storico di Bordeaux patrimonio mondiale dell’Unesco, semplicemente una passeggiata nel quartiere della mia infanzia in cui tutto un vecchio mondo tipicamente bordolese sta scomparendo e lascerà, dopo la completa ristrutturazione del quartiere, il posto ad una nuova popolazione più ricca e sofisticata; già il nome del quartiere è cambiato e non si dice più Bacalan, ma Bordeaux maritime, non si dice più i bacini fluviali, ma la Marina…ecc…
Non è che sono amaro ed è normale che una città che esiste da più di 2500 anni sia sempre in mutamento. Quello che non capisco è che tutti i sindaci che si succedono da un secolo a Bordeaux hanno per solo ambizione di lasciare alla posterità un nuovo quartiere ancora più brutto, se fosse possibile, di quello che ha fatto edificare il suo predecessore. E poi, per realizzare questa strana ambizione, i sindaci hanno sviluppato una fissazione: fare di Bordeaux una Metropoli di un milione di abitanti; è la ragione per cui, nonostante la crisi economica che colpisce la gente, vedete tutti questi cantieri edili a Bordeaux. Per il momento, Bordeaux conta appena 400.000 abitanti e 700.000 se contiamo le 27 agglomerazioni urbane che fanno parte della Metropoli bordolese. La cosa davvero divertente è che il numero di abitanti rimane abbastanza stabile, anno dopo anno, cioè che il bordolese non è particolarmente di tipo coniglio…Ma torniamo alla storia della nostra manifattura di maiolica situata apposto “rue de la Faïencerie” (via della Maiolica) a Bacalan.
Per una strana coincidenza – ma non si dice che la storia è un eterno ricominciamento – la situazione economica di Bordeaux oggi ed i mutamenti della città sono abbastanza paragonabili a quelli della fine del XVIII secolo, non così drammatici però. Alla fine del XVIII secolo, la città di Bordeaux è tra le più ricche di Francia, il suo porto è il secondo porto al mondo dopo quello di Londra…eppure la popolazione di Bordeaux crepa di fame. Per quanto riguarda il quartiere di Bacalan a Nord di Bordeaux non è un quartiere urbanizzato, è una campagna che prolunga gli Chartrons, il quartiere dei negozianti in vino; una campagna piantata da qualche vigneto e dove la gente vive di pesca ai gamberetti perché a Bacalan cominciava quello che si chiamava le grandi paludi bordolesi. Poi succede qualcosa di abbastanza frequente in un estuario: tutta la zona sud (dove oggi c’è la stazione Saint-Jean) in riva al fiume e dove erano le attività industriali ed i cantieri navali di Bordeaux si ritrova completamente infangata dalle alluvioni della Garonna e tutte le aziende devono sgomberare più a valle e così che nasce il quartiere operaio e portuale di Bacalan. Scrivevo che il popolo di Bordeaux crepava di fame in una città traboccando di ricchezze e tanto vero che, prima la Rivoluzione francese, durante l’anno 1773 ci sono già delle sommosse della fame. Può sembrare un paradosso ma è facilmente spiegabile: tutti i generi alimentari prodotti nelle campagne di Bordeaux venivano esportati verso le colonie francesi per arricchire alcuni speculatori e armatori. La situazione è talmente grave che i fratelli Teynac, tre fratelli bordolesi che hanno fatto fortuna nelle Indie, decidono nel 1779 di edificare un immenso mulino da 24 ruote capace di produrre, grazie alle maree della Garonna, 1000 quintali di grano al giorno per nutrire la gente di Bordeaux. Un progetto faraonico chiamato i “mulini degli Chartrons” A cosa assomigliavano quei mulini degli Chartrons? Immaginate un immenso ponte-canale perché i fratelli hanno fatto scavare addirittura un gigantesco canale che passa sotto i mulini per fare ruotare le 24 mole con le acque della Garonna. E questo mulino si trovava in questo nuovo quartiere industriale di Bacalan dove stiamo passeggiando, tra la “rue de la Faiencerie” e la “rue Lucien Faure” dove è stato costruito di recente il ponte levatoio. Il mulino ha funzionato solo 4 anni, tra l’anno 1788 e l’anno 1792. Avete indovinato perché? Perché nessuno ha pensato a costruire il mulino su uno degli innumerevoli estey (così si chiama in bordolese i fiumi sottomessi alle maree dell’estuario della Gironda) di Bordeaux e il canale è completamente intasato dalle alluvioni dopo solo 3 anni. La faccio breve perché quei mulini degli Chartrons hanno tutto un destino. Nel 1834, il negoziante David Johnston compra i mulini per sistemarci la sua manifattura di maiolica e sopprime tutte le installazioni molitorie. Nel 1838, David Johnston diventa sindaco di Bordeaux e nel 1842 vende la manifattura ai suoi soci: i fratelli Vieillard. Notate che David Johnston ed i fratelli Vieillard non erano solo dei geni della maiolica, ma anche quello che si chiamava allora dei “padroni sociali o utopisti” cioè che gli operai prendevano dei buoni stipendi, c’era tutto un sistema di previdenza sociale e pensionistico, scuole e asili nidi per i bambini degli operai…ecc…Dal 1852 fino al 1895, durante l’età d’oro della maiolica a Bordeaux, la manifattura Vieillard impiegava più di 800 operai…poi la manifattura è chiusa alla morte dei figli Vieillard ed è distrutta. E di questa pezzo di storia bordolese resta questo muro laterale, il nome della via….e tanti piatti di maiolica che fanno ancora oggi la gioia dei collezionisti…