La penisola del Médoc? A volte, assomiglia al paese delle meraviglie di Alice!

 

Credo sia il fungo più conosciuto al Mondo. Il fungo che incontrate in numerose fiabe per bambini. In Italia lo chiamate ovolo malefico, ma ha anche altri nomi. In Francia lo chiamiamo soltanto “amanite tue-mouches” perché una volta veniva mescolato con del latte per fare dell’insetticida. Gli abitanti della  Kamchatka lo utilizzavano per ubriacarsi e gli sciamani della Siberia lo bevevano per invocare gli spiriti, fare delle diagnosi o predire il  futuro. Io sono sempre contento di incontrarlo nei boschi perché è un segno che dovrei trovare dei funghi porcini non lontano. Curiosamente, in Francia fino agli anni 1970, l’ovolo malefico veniva considerato mortale eppure non ha mai ucciso nessuno, non è affatto paragonabile alla tignosa verdognola. Cosa rischiate a mangiare questo fungo? Niente di troppo piacevole: mal di pancia, emicrania, ubriachezza, torpore e allucinazioni perché l’ovolo malefico è un fungo psicotropo; è quello che lo caratterizza. Nel XIX secolo, in Europa, era molto di moda questa storia degli sciamani siberiani che usavano questo fungo per aver delle allucinazioni e certi viaggiatori europei hanno fatto l’esperienza e descritto gli effetti provocati dall’ovolo malefico. Nel 1860, un famoso botanico e micologo inglese, Mordecai Cubitt Cooke, pubblica uno dei primi libri sui farmaci psicotropi, intitolato: Seven sisters of sleep, in cui vengono descritte le proprietà del tabacco, dell’oppio, dell’hashish, del betel, della coca, della belladonna e dell’ovolo malefico. Un libro che fu un best seller nella società vittoriana di allora. Si dice che questo libro sarebbe stato la principale fonte di ispirazione di un altro best seller, ma quello conosciuto nel mondo intero e non solo in Inghilterra. Avete un’idea del libro? Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Il fatto è che Lewis Carroll si sarebbe ispirato del capitolo sull’ovolo malefico per Alice, capitolo in cui il botanico Cooke racconta per la prima volta il fenomeno delle distorsioni visive che sono generate e proprie al consumo di questo fungo. Per esempio una crepa su un marciapiede si mette a diventare una voragine mentre una voragine diventa una piccola crepa. Alice è la tipica mangiatrice di ovolo malefico. Dopo aver assaggiato il fungo, lei si mette a rimpicciolire oppure a crescere e deve imparare a dosare i due lati del fungo per ritrovare la sua statura normale.

______________________________

Alice questa volta attese con pazienza che il superbo animale si decidesse a parlare. Dopo un po’ il Bruco si tolse di nuovo la pipa di bocca sbadigliò due o tre volte di seguito e si stirò tutto. Poi scese dal fungo e mentre se ne andava strisciando tra l’erba disse soltanto: “Un lato ti farà più alta. L’altro più piccina”.

“Un lato di che COSA? L’altro lato di che COSA?” pensò Alice.

“Del fungo” le rispose il Bruco come se Alice avesse parlato ad alta voce. Un attimo dopo il Bruco non c’era più.

Alice si voltò pensosa verso il fungo. Stette per un pezzo a domandarsi quali potessero essere i due lati dato che il fungo era rotondo. Si trattava di una questione veramente difficile. Alice allargò le braccia intorno al cappello del fungo e ne staccò con le mani alcuni pezzi da varie parti.

“Quale sarà quello buono?” si domandava perplessa mentre dava un morso per fare una prova al pezzo che teneva nella mano destra.

D’un tratto sentì un forte colpo sotto il mento; infatti il mento aveva urtato contro i piedi!

Spaventata per l’improvviso cambiamento ma pensando che non c’era un attimo da perdere dato che continuava rapidamente a rimpicciolire Alice s’affrettò a mordere l’altro pezzo. Il mento era ormai tanto attaccato ai piedi che per aprire la bocca soltanto un po’Alice dovette fare uno sforzo doloroso. Però vi riuscì e inghiottì il pezzo di fungo che teneva nella mano sinistra.

“Finalmente la mia testa è libera!” disse Alice contenta. Ma la sua felicità si mutò subito in apprensione quando si accorse che non riusciva più a vedere dove fossero finite le sue spalle. Guardando in giù vide soltanto un collo lunghissimo: esso sembrava levarsi come un alto fusto sopra un mare di foglie verdiche parevano perdersi lontano….

(Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie, capitolo V)