Alfred Smith (1853-1936). Il quai de la Grave a Bordeaux, 1884, olio su tela. Museo delle Belle Arti. Bordeaux.
Solo a guardare questo dipinto di Alfred Smith, esposto al museo delle Belle Arti di Bordeaux, vi accascia dal caldo. E’ una giornata afosa come quella di oggi dove il termometro raggiungerà i 40 gradi oppure li supererà allegramente. Una giornata afosa che è caratteristica delle estati africane del Sud-ovest della Francia. Di solito, Alfred Smith, dipingeva il porto, il fiume, l’oceano, ma per questo dipinto, l’artista ha scelto i tagliatori di pietre lavorando sui moli. Ci sono alcuni elementi che indicano che siamo sui moli di Bordeaux: Il campanile della basilica di Saint Michel a sinistra, il Ponte di Pietra a destra. Il colore verdastro della Garonna che scorre sotto il ponte, la curva della Luna. Di là dal ponte: i pennacchi di fumo nel cielo ci indicano che delle navi sono attraccate lungo la Borsa, i Quinconces, gli Chartrons, e che stanno aspettando il caricamento delle botti di vino. Anche dal “quai de la Grave” il pittore deve essere assalto dal profumo mefitico del vinaccio che ristagna nell’aria e che ammorba tutta la città. Una volta, le pietre calcaree estratte dalle carriere di Lormont oppure di Bourg sulla riva destra venivano trasportate in barca fino a Bordeaux. Poi, le pietre erano tagliate sul posto, appena scaricate sul molo. E’ la scena che stiamo contemplando: un tagliatore di pietre sta tagliando un blocco di calcare mentre una carretta si allontana verso il cantiere edile. Bordeaux è una città fantasma e tutti i suoi abitanti si sono rinchiusi in casa al riparo dalla morsa del caldo africano. Tutta la vita sembra concentrarsi intorno alla garitta che vediamo sul molo. Dietro il tagliatore di pietre che sta lavorando, un collega si è messo per qualche istante all’ombra, un altro con l’ansamento si è addirittura sdraiato dietro la garitta. Un terzo, un capo probabilmente, legge un giornale al riparo dal sole all’ingresso della capanna. La bianchezza del calcare e della polvere di calcare è accecante, insopportabile, come il riverbero della neve in montagna un giorno di gran sole. Un cane guarda verso la città. La basilicata fa pensare a un faro e a guardare il dipinto vi viene la voglia di rifugiarvi nella cripta della basilica di Saint Michel. La città di Bordeaux è appena schizzata a causa delle foschie di calore che sorgono dal suolo. Tre o quattro alberi patiti hanno la stessa colore verdastro del fiume. Il cielo ha perso il suo colore blu tanto è scaldato a rosso. Insomma: Una tipica giornata d’estate sui moli di Bordeaux.