Non sono cretini quei cormorani, mi dico, mentre li sto osservando dalla cima della duna. L’oceano si trova a solo qualche chilometro, ma loro preferiscono pescare nelle acque chiare e poco profonde dell’immenso lago di Carcans. E’ tutto uno spettacolo di vederne uno tuffarsi e risalire in superficie con un grosso pesce argento nel becco. Poi divertirsi a farlo saltare in aria da un colpo di becco prima di l’inghiottire in un lampo. Dopo due o tre rappresentazioni, l’uccello marino raggiunge lo stendibiancheria. Un pescatore si sta avvicinando seduto su una specie di ridicola sedia gonfiabile galleggiante irta di tante canne da pesca che ho l’impressione di vedere una grossa mina vagante sul lago. I cormorani lo guardano indifferenti continuando ad asciugarsi le ali e so già che i cormorani voleranno via verso Nord appena l’importuno avrà raggiunto la loro zona di pesca. I pesci devono provare sollievo, mi dico, perché sanno bene che la canna da pesca più perfezionata è inoffensiva nei confronti di un becco di cormorano. E lo sanno anche i cormorani che fra qualche ora ritorneranno sullo stendibiancheria. Mentre continuo la mia passeggiata sulla duna, mi torna in mente una fiaba di La Fontaine in cui l’autore attribuisce al cormorano una previdenza delle più intelligenti. Poveri pesci.
I Pesci e il Cormorano
Non v’era stagno in tutto il vicinato
in cui Cormorano a lungo non avesse
col suo becco pescato.
Pescaie e chiuse a lui facean la spesa
della cucina allegramente bene,
ma quando nelle vene
per vecchiezza gelò nell’animale
il sangue, l’andò male.
Ogni Cormorano si serve da se stesso
e il nostro, mezzo cieco per l’età,
che non vedea le cose troppo chiare
e reti non aveva per pescare,
si trovò presto in gran difficoltà.
Il bisognin dottore in strategia
insegna all’uccellaccio
una maniera per uscir d’impaccio.
Rivolgendosi a un Gambero di fiume vicino:
– Amico, – gli parlò, – non ti rincresca
a dire a questi Pesci che il padrone
vuol fare una gran pesca
e che segnato è l’ultimo destino -.
Lesto si muove il Gambero di fiume
e porta l’ambasciata,
onde turbato il popolo
dei Pesci si raduna e manda a chiedere
a messere Cormorano ove ha pescato
la terribil notizia.
Chi l’ha portata? quali son le prove?
E se non è fandonia
come salvarsi e dove?
– Bisogna cangiar luogo, ecco il rimedio.
– Sta ben, ma in qual maniera?
– Se credete, vi porto a una scogliera
dove abito di solito,
luogo sicuro che non sa che Dio
che esista al mondo ed io.
Colla sua man vi fece la Natura
un golfo ove non passa un’ombra umana.
Dei pesci la repubblica
in quella spiaggia inospite e lontana
potrà viver sicura -.
Ad uno ad un il Cormorano
i suoi Pesci portò,
e nel rinchiuso albergo,
ove il luogo è disteso e l’acqua limpida,
da buon padre i suoi figli imprigionò.
Ad un ad un li pesca allegramente
e insegna a loro spese
che non bisogna credere
a chi mangia la gente.
Se non era il Cormorano, si assicura
che altri n’avrebber fatta una frittura:
e per i Pesci il caso è indifferente.