La lingua francese ai tempi di Leonardo da Vinci.

Durante il XVI secolo, ai tempi dei Valois, da Francesco I fino a Caterina de’ Medici e i suoi rampolli, la lingua francese era italianizzata a morte. I cortigiani parlavano fino al ridicolo una lingua che traboccava letteralmente di italianismi, c’era questo tocco in italiano di esotismo e di modernità che mancava al francese. Insomma faceva figo di parlare questo nuovo francese italianizzato. Nel brano sotto di Henri Estienne tratto da: Due dialoghi della nuova lingua francese italianizzata, pubblicato nel 1578, il famoso umanista e difensore della lingua francese  sfotte – d’accordo un po’ in modo esagerato – un cortigiano che si fa chiamare Philausone e che tenta di convincere Celtophile e Philalethe (i nomi sono divertenti) di adottare il suo linguaggio figo. La traduzione in italiano è mia. Ho indicato gli italianismi in maiuscolo.

 

 

Giovanni Galletto detto Philausone (che ama il latino)

gentiluomo Cortigianocortese

Ai lettori TUTTI QUANTI

Signori, non tanto tempo fa avendo martello IN testa* (quello che mi succede spesso quando faccio la mia STANSE alla Corte) e a causa di ciò essendo uscito dopo il PAST per andare un po’ SPACEGER, trovai PAR LA STRADE un mio amico, chiamato Celtophile. Or via vedendo che si mostrava tutto SBIGOTIT del mio linguaggio (che è comunque il linguaggio cortigianesco di cui usano oggi i gentiluomini francesi che hanno qualche GARBE, e desirano anche per niente parlare SGARBATEMENT, mi misi a RAGIONARE con lui toccando quello lì, lo sostenendo il meglio che mi era possibile. E vedendo che nonostante tutto quello che gli potevo allegare, questo linguaggio italianizzato gli sembrava molto STRANE, e addirittura aver GOFFERIE e pesantezza. Mi sono molto stancato per gli CAVER quello dalla fantasia. Però… non trovo argomentazioni BASTANTES per lo fare. E anzi più mi sforzo di togliergli questa opinione con i miei RAGIONNEMENS, più lui si BURLET di me, sentendosi molto fiducioso di suo bastone, così che mostrava. Alla fine, vedendo che lui era forte, e che le risposte cominciavano a mancarmi… accettavo molto volentieri per arbitro il signor Philalethe, sperando che ci si sarebbe qualche DIMESTICHESSE tra lui e quelle parole che sente spesso alla Corte, e mi farebbe SCORTA. Eppure trovai che mi INGANNES assai, perché lui, invece di FAVOREGGER, faceva, anche lui, finta di essere tutto SBIGOTIT, e trovare, non so qualche SALVATICHESSE in quel linguaggio storpiato. E entrambi mi allegarono tante ragioni mi RINFRESQUANT la memoria di alcune strafalcioni che commetto) che non sapevo più dove ne ero…

* Aver martello in testa significa in francese essere preoccupato.