La ragazza di Guascogna che salvò il suo paese grazie ai suoi gatti!

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Gers. La Romieu, Collegiata San Pietro.

In un altro post, vi ho raccontato la storia di Fleurette, una ragazza di Guascogna che flirtò tragicamente con un Re di Francia. Oggi, vorrei vi raccontare un’altra storia di una ragazza di Guascogna, quella di Angéline che salvò il suo paese grazie ai suoi gatti! Notate che non sono fiabe o leggende, ma storie vere che sono accadute nel bel paese di Guascogna! E se visitate un giorno la stupenda cittadina di La Romieu e la sua bellissima collegiata classificata al patrimonio mondiale dell’Unesco, non siate sorpresi di tutte queste sculture di gatti che vedrete intorno alla piazza del paese. Sono opere di Maurice Serreau e ricordano la storia di Angéline e dei suoi gatti.

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Nell’anno di grazia 1338,  in un piccolo paese di Gascogna chiamato La Romieu, famoso per la sua bellissima collegiata edificata venti anni prima, vivevano felici Vincent e Marinette. Lui faceva il boscaiolo e lei lo accompagnava nella foresta e raccoglieva frasche per fare dei fastelli. Lavoravano duro duro, ma con qualche gallina, il maiale, la verdura e la frutta del giardino, c’era sempre qualcosa da mettere sulla tavola. Erano sposati da tre anni, quando Marinette diede alla luce una bambina che chiamarono Angéline. Ahimè, Vincent fu schiacciato da un albero che stava abbattendo. Marinette, inconsolabile, si lasciò deperire e due mesi più tardi, fu ritrovata morta stingendo tra le braccia la piccola Angéline. La bambina fu adottata da una vicina e crebbe con i suoi figli come se fosse la loro sorella. Angéline manifestava un’attrazione misteriosa per i gatti. A tal punto che c’erano sempre due o tre gatti intorno a lei e che dormivano anche nel suo letto; e la bambina condivideva anche la sua scodella con i suoi gatti.

Angéline, con il passare del tempo, diventava una bella ragazza che aiutava i suoi genitori adottivi ai lavori dei campi, sempre accompagnata dai suoi gatti. L’anno 1342 e i due anni successivi, l’inverno fu aspro, e la primavera e l’estate tanto piovosa che non fu possibile di seminare nei campi. Seguì una grande carestia e nonostante la distribuzione dal signore Arnaud delle riserve della collegiata, gli abitanti di La Romieu non ebbero più niente a mettere sotto i denti. Pensarono allora ai gatti, tanti numerosi nel paese, e ne fecero della fricassea.

I genitori di Angéline, sapendo quanto lei amava i suoi gatti, accettarono che lei tiene un gatto e una gatta a condizione di nasconderli bene perché sarebbero finiti in padella con tutti questi vicini che crepavano di fame. Angéline chiudeva il giorno i due gatti in soffitta, e la notte li lasciava uscire per cacciare qualche preda. Ma la carestia si accentuava e molta gente moriva. Angéline e i genitori sopravvivevano mangiando delle radici e dei funghi trovati nei boschi e così poterono sormontare questo triste periodo e dei tempi più clementi consentirono di nuovo di raccogliere di che vivere.

Ma a La Romieu, dove ormai non c’erano più gatti, gli abitanti erano confrontati a un altro pericolo: i ratti che avevano proliferato e che minacciavano le raccolte. Gli abitanti di la Romieu si lamentavano e non sapevano come fronteggiare questa nuova calamità. Non solo i ratti avevano proliferato, ma anche i gatti di Angéline che si ritrovava con una ventina di gattini in soffitta e questo gli abitanti del paese non lo sapevano. Angéline, che aveva perdonato agli abitanti di la Romieu il loro gusto per la fricassea di gatto, annunciò la sua intenzione di lasciare i suoi gatti nelle vie di La Romieu e che gli abitanti del paese potrebbero adottarli. I gatti fecero un festino di tutti i ratti di La Romieu e così Angéline salvò la cittadina di una nuova calamità. Ma la storia non finisce qui perché si dice ancora che con il passare del tempo, Angéline assomigliava di più in più ad un gatta fino a prendere addirittura la sembianza di una gatta…