Se i cani francesi potessero parlare…..

Al cimitero di Montparnasse. Seconda parte. Dopo Soutine, abbandoniamo l’idea di vedere tombe di altri VIP e ci dedichiamo alla lettura degli epitaffi che è una grande passione nella mia famiglia. L’epitaffio della famiglia Sicre ci diverte e io non posso impedirmi di scattarlo. Ci sono persone che vanno a Parigi e che scattano tutto, io ci ho fatto soltanto sette fotografie di cui tre al cimitero di Montparnasse. Per dire la mia passione per gli epitaffi. L’avete letto? Sì, c’è un terribile strafalcione perché cani in francese si scrive chiens e non chients. In Francia, facciamo degli errori ortografici anche quando si tratta di fare ritrascrivere il pensiero di una nostra cara su una lapide. E poi la cosa deve cadere su quei poveri cani come se non fossero abbastanza maltrattati e disprezzati dalla lingua francese. Non so se ci sia un paradiso e se questa signora ci andrà con tutti i suoi cani e gatti. Invece so quanti i cani sono discriminati dalla lingua francese. Poverini sono in inferno. E noi cerchiamo invano un’espressione simpatica in francese che riguarda il miglior amico dell’uomo. E non troviamo niente tranne delle cose negative. Per esempio: se qualcuno vi dice che siete un cane, non è qualcosa di particolarmente simpatico. Al meglio siete un avaro della peggiore specie, al peggio siete la persona più ignobile che possa esistere su questo pianeta. E poi ci sono tutte queste orrende espressioni che sono collegate al cane: morire come un cane; menare una vita da cane; serbare a qualcuno un cane dalla sua cagna (essere rancoroso e proiettare una vendetta); guardarsi in cane da maiolica cioè con ostilità; chi vuole annegare il suo cane lo accusa di aver la rabbia (quando vogliamo sbarazzarsi di qualcosa o di qualcuno). Si dice anche una cagna di vita!; nome di un cane! che è un’imprecazione. Un tempo di cane, un freddo di cane…ecc…ecc. Francamente, se i cani francesi avessero subitamente il dono della parola, la prima cosa che farebbero, sarebbe di andare all’Accademia francese per lamentarsi e richiedere un po’ di politicamente corretto, che smettono tutti questi pregiudizi e queste discriminazioni nei loro confronti . E cosa risponderebbero quelli dell’Accademia francese? che non è possibile, che è ancora peggio per i conigli, i maiali e tutti gli uccelli, che loro non vogliono fare di precedente e che comunque i francesi non potrebbero assolutamente più parlare la loro lingua se loro dovessero smettere di insultare o di discriminare gli animali ogni due parole….La vie est une chiennerie !