Questo slideshow richiede JavaScript.
Strana, voglio dire questa moda attuale di chiamare tutte le neonate: Margaux. Margaux scritto con la terminazione AUX mentre di solito il nome si scrive Margot e finisce dunque con la terminazione OT. Margot è diventato un nome, ma all’origine era il diminutivo di Margherita. Sarà che il numero dei genitori amanti della pizza o di Brassens è stato superato dal numero dei genitori amanti di vini pregiati? Mistero. Ma, esiste un qualsiasi rapporto tra il nome Margaux e Margot a parte l’omonimia? No, proprio nessun. Allora, da dove viene questo nome di Margaux che va tanto di moda?
Sono gli olandesi durante il medioevo che hanno bonificato il Médoc creando le dighe e le cateratte che proteggono questo triangolo di terra tra estuario e Oceano; senza di loro il Médoc sarebbe ancora una cloaca. Non per niente potremmo trovarsi in un quadro di Bruegel (oppure di Bosch). I colori: giallo melmoso, nel fondo l’immenso estuario che convoglia le sue alluvioni verso l’oceano; cenere, il cielo che, da giorni, senza tregua, versa le sue acque; nero, al primo piano la cittadina deserta di Margaux, i vigneti, le foreste sordide nelle paludi che corrono lungo l’estuario, gli stormi di corvi e di gazze che gracchiano dalla mattina alla sera e rendono pazzi gli abitanti dell’estuario….
All’ingresso di Margaux, c’è lo château Marojallia e loro raccontano, tra due bicchieri, ai turisti che visitano le cantine e comprano il loro vino che questo nome di Marojallia sarebbe l’antico nome di Margaux e che il più grande poeta romano dell’universo, Ausonio, che era bordolese ovviamente, ci aveva fatto costruire un’immensa villa, chiamata Marojallia, per godersi del contatto con la natura e dell’aria pura che soffia dall’oceano in questi dolci Campi Elisi bordolesi. La verità a proposito del clima del Médoc? Pioggia, umidità, reumatismi e artrite in inverno; caldo africano, zanzare e malaria in estate. Confesso che sono un po’ dubbioso a proposito di questa origine nobile di Margaux, ma sicuramente dà un tocco aristocratico in più ai vini di Margaux….
Adesso che abbiamo i colori principali: i personaggi. Perché non credete che questo paese di Margaux sia deserto, è tutto il contrario. C’è tutta un’umanità che brulica di vita da osservare. Non dimenticate che siamo in un quadro di Bruegel. Fuori dalla cittadina fantasma, guardate tutti questi lavoratori piegati nei vigneti che per ore potano chilometri di vigne, che sradicano le viti malate o morte, che cambiano i fili ed i pali marci dall’umidità, che raccolgono montagne di sarmenti e di tralci e le fanno bruciare aggiungendo ceneri al colore del cielo. Osservate queste persone venute specialmente da Bordeaux perché ci sono cartelli sul bordo della vecchia strada provinciale che dicono di offrire sarmenti gratis purché siano raccolti nei vigneti e anche loro partecipano a tutta questa opera e ripartono verso Bordeaux, stanche morte, ma con le macchine traboccando di sarmenti e sogni di fiorentine alla brace in testa. Adesso, guardate oltre ai vigneti in riva all’estuario dove ci sono tre vecchi che riparano un vecchio carrelet e che si lamentano perché l’affitto annuale della capanna su palafitte è ancora aumentato. Vedete anche gli adolescenti che hanno l’abitudine di ritrovarsi in riva alla Gironda per bere qualche birra e sognare a qualche città misteriosa e lontana tipo Bordeaux. A sinistra c’è un prato allagato che qualche mucca condivide con una moltitudine di uccelli di mare….
Ma, allora, se Marojallia non c’entra con Margaux, da dove viene questo fottuto nome di Margaux? Forse, c’è un rapporto con questi uccelli di mare che hanno invaso i prati allagati! Perché no? Mi sembra di ricordarmi qualcosa in merito. Ci sono! Margaux in antico francese designava le gazze; poi, ai tempi della scoperta del Canada, i marinai si sono messi a designare con il termine Margaux gli uccelli di mare tipo cormorani e sule bassane. Le gazze e i cormorani pullulano a Bordeaux quanto i piccioni a Venezia, invece le sule bassane sono più rare e poi il nome Margaux esisteva prima di questa mania dei marinai francesi di chiamare Margaux le sule bassane che assomigliano per niente alle gazze…
Adesso, guardate a sinistra dal prato allagato dove comincia la palude di Margaux. Questo cretino che agita le braccia come un semaforo e che sta sprofondando nel fango e presto sarà infangato fino al collo. E’ l’autore di questo blog che non sopporta di restare a casa anche quando fuori piove da giorni e che ha avuto la strana idea di fare una passeggiata, senza stivali, nella foresta paludosa prima la stagione delle zanzare. Il tizio non può gridare aiuto tanto il chiasso dei corvi negli alberi, che si divertono di questa scena improvvisa, è infernale. E lui di chiedersi prima di morire cosa potrebbe bene significare questo nome di Margaux. Adesso che l’imbecille ha esaurito tutte le possibilità, fa rotolare la parola nella sua bocca e la pronuncia ad alta voce con il suo migliore accento bordolese e l’orrenda verità gli appare nuda e cruda: Margaux viene da Margaous che significa in guascone: fango, palude, pantano, melma…