Il Paese dei pini franchi!

Domenica sul Bacino di Arcachon. Davanti al castello di Certes ad Audenge non c’è più il bellissimo albero che vedete sulla foto scattata quasi cento anni fa. Invece c’è uno dei suoi discendenti, a sinistra, sotto il quale ho deciso di scrivere il post. Sapete come chiamiamo quell’albero nel Sudovest della Francia? Un “pin franc” cioè un pino franco. Se pensate che c’è un rapporto con i francesi e la Francia, vi sbagliate completamente. Invece c’è un rapporto con la libertà e il senso di franco è quello di libero. La tradizione di piantare un pino franco risale ai tempi dei romani ed era un privilegio dei contadini liberi cioè che erano proprietari delle loro terre senza dovere niente a un feudatario. In italiano c’è la parola allodio che descrive bene la cosa. Comunque queste terre dove reggevano solo il contadino e il sole non erano rare nella nostra regione. Dunque per segnalare agli altri che le loro terre erano degli allodi, i proprietari piantavano un pino franco in un recinto davanti la casa e solo loro avevano questo privilegio. Franco anche nel senso che l’albero cresceva liberamente senza mai essere potato. E la cosa si capisce bene perché solo un albero libero poteva segnalare una terra libera. Vedete che l’albero era un forte indicatore sociale e faceva addirittura parte della casa di quei contadini e non sto esagerando. Quando un bambino nasceva in quelle famiglie, si piantava un pino franco e quando il nipotino di quel bambino moriva, allora il pino franco veniva abbattuto per fargli una bara. Così per secoli fino alla Rivoluzione francese dove il pino franco è diventato da noi il simbolo della libertà, non solo per qualche contadino privilegiato, ma per tutti i cittadini…