Meglio del ristorante di Gordon Ramsay a Bordeaux?

La bettola: A la bonne franquette ! (Alla buona!) di Alex di Bordeaux e dintorni con la sua cucina tipicamente bordolese cioè semplice semplice e che non costa un occhio dalla testa!

Piatto: Muggine del Bacino di Arcachon all’uso di Bordeaux. (Mule du Bassin d’Arcachon à la mode de Bordeaux).

Accendere il barbecue.

A Bordeaux quasi tutti i grossi pesci si mangiano con la salsa verde che più bordolese non si può.

  • Scalogni qb
  • Uova qb
  • Prezzemolo qb
  • Erba cipollina qb
  • Olio qb
  • Aceto di vino qb
  • Sale, pepe qb

Il più lungo? Fare sodare le uova. Si usa solo il tuorlo nella salsa bordolese. Il muggine è il pesce Re di Arcachon. Due muggini per otto euro che è anche più o meno il prezzo al chilo.

Lillet per l’aperitivo e una bottiglia di vino bianco dell’Entre deux Mers per il pranzo. Lillet bianco che non siamo turisti a bere del Lillet rosso o peggio del rosato!

Insalata all’uso di mia nonna.

  • Insalata comprata da un tizio che fa l’orticoltore dietro casa mia. Prezzo: 80 centesimi.
  • 1 spicchio d’aglio o due o tre…
  • sale, pepe, olio, aceto di vino.
  • Pane del giorno prima che potete tostare se la mollica è troppo morbida.

Dovete strofinare l’aglio sulle fette di pane, ma veramente che non facciamo una bruschetta e che qualcuno sicuramente vi chiederà di ricominciare l’operazione ancora e ancora perché uno spicchio solo non basta. Questa cosa a Bordeaux si chiama frottée à l’ail ed è un’istituzione, d’altronde c’è una confraternità della frottée à l’ail in un paese non lontano da casa mia. Ai tempi dei miei nonni è quello che si dava ai bambini per la merenda.

L’insalata è pronta.

Fragole del Médoc di tipo Gariguette. 500 g: 4,50 euro.

A parte prevedere un po’ di vino rosso e del pane perché ci sono bordolesi che non vogliono mangiare le fragole senza che siano annaffiate di vino rosso e accompagnate con del pane per fare la scarpetta.

Va bene, abbiamo tutto. Adesso è tempo di fare cuocere il pesce!

 

 

 

 

 

Bordeaux: A cena con un misantropo!

Sono invitato a una cena in un ristorante di Bordeaux. Tipo cena organizzata dai colleghi a cui non potete tagliare senza rischiare di passare per l’ultimo dei cafoni. Va bene. Andiamoci e forse sarà divertente. Dunque tutto si svolge bene dall’aperitivo fino alla fine dell’entrée. La gente ride, chiacchiera, parla del lavoro o dei programmi televisivi, litiga a proposito di politica. Insomma una cena banale in un ristorante del centro città di Bordeaux. Poi succede una cosa incredibile dopo l’entrée. Figuratevi che, appena la tavola è sparecchiata dal cameriere che la metà dei colleghi, invece di aspettare tranquillamente a tavola il piatto continuando a discutere con l’altra metà, si scusa ed esce dal ristorante per andare a fumare sul marciapiede. Non riesco a ci credere a questa maleducazione. Voglio dire stai discutendo con un tizio e lui ti abbandona in mezzo per andare a fumare fuori, incapace di fare una concessione e di rinunciare alla sua sigaretta nemmeno per cambiare quattro parole con te. L’altra metà che è rimasta a tavola non vale meglio e si è messa a tirare fuori smartphone e tablet per andare sui social. Quasi ho voglia di fare uno scandalo, di gridare loro di smettere con queste stronzate, che non si comporta così in società. Ma non lo faccio perché nel fondo non serve a niente e se loro considerano che sono troppo cretino per meritare un po’ di attenzione, io non vado a sprecare la mia saliva. Ma perché non ho portato un libro o qualcosa da leggere che nessuno mi parla. Il cameriere deve andare a cercare la gente fuori e tutti gli invitati rimettono gli smartphone in tasca anche quelli che erano fuori a fumare. La cena prosegue, ma io, ormai, me ne disinteressa completamente ed è appena se pronuncio quattro parole tanto vorrei essere altrove. A un certo punto qualcuno mi chiede perché non sono su Facebook, Twitter oppure Instagram. Un collega, un maleducato che ha preferito il suo smartphone a una conversazione con me, risponde che è perché sono troppo misantropo. Ne resto completamente allibito. Forse sono voi e la società odierna che mi rendete misantropo, rispondo. E io di pensare che preferirei, in questa notte, essere solo su una duna gelida del Médoc a sentire il rumore dell’oceano che essere tra questa gente….

Bordeaux: La parigina che si credeva bordolese!

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L’entrecôte è un taglio senza osso della lombata di un manzo, preferibilmente di Bazas, che si trova nello spazio posizionato tra le costole della bestiola ed è un grande classico della cucina bordolese. Mi fanno sorridere, all’ora di pranzo, tutte queste persone e questi turisti che fanno la coda davanti al ristorante l’Entrecôte, a due passi dal Grand Théatre, per degustare la loro entrecôte con la famosa salsa di casa. Di recente si è scattata addirittura una guerra giudiziaria tra questo ristorante e un’altra catena di ristoranti: Le Régent, accusata di plagiare la salsa, ma soprattutto di utilizzare nella loro salsa, l’ingrediente segreto che fa il successo del ristorante l’Entrecôte. Io non l’ho mai assaggiata questa salsa e non ci sono mai andato in questo ristorante. D’altronde, vi consiglio piuttosto di andare alle Quatre Soeurs che è il ristorante accanto e che frequenta la mia famiglia da secoli. Perché mi fa sorridere questa storia, cari lettori e lettrici? Perché non c’è niente di meno bordolese su questo pianeta che di mangiare un taglio di entrecôte annaffiato con una salsa. Roba da alieni per un bordolese DOC! La negazione di tutto quello che è la cucina bordolese da più di due mille anni! La cucina bordolese e guascone è sempre una cucina semplice senza tralala. Mi direte, allora, e la salsa al vino? Quella che accompagna di solito il manzo e che si chiama addirittura “BORDOLESE” con dentro il midollo di bue, il burro, lo scalogno…ecc? Esatto questa salsa si chiama “bordolese” o “marchand de vin” quando non c’è il midollo di bue, ma non è qualcosa di Bordeaux, è un’invenzione parigina che non fa assolutamente parte delle tradizioni culinarie di Bordeaux. Andate a chiedere un’entrecôte con un salsa al vino ad un abitante della penisola del Médoc! E il tizio vi guarderà con gli occhi spalancati come se foste scappati da un manicomio! Dunque l’entrecôte ALLA bordolese, quella con qualsiasi tipo di salsa schifosa, non è bordolese, ma parigina. Se volete assaggiare una vera entrecôte bordolese, dovete chiedere semplicemente un’entrecôte bordolese e sperare che la persona sappia di cosa state parlando. Ma cos’è veramente questa entrecôte bordolese che fa la fama di Bordeaux da secoli? Semplicemente un’entrecôte cotta alla griglia. La brace si fa esclusivamente con sarmenti, tralci di vite o legno di barrique, è ciò, oltre al manzo di Bazas, che dà il sapore incomparabile all’entrecôte bordolese. Poi, versate un tritato di scalogno crudo sulla carne. Non c’è bisogno d’altro. Da mangiare alla buona tra i filari del Médoc…

Bordeaux: Un cigno bianco nel porto della Luna!

Questo clipper che galleggia, a bassa marea, nelle acque torbide del fiume dei bordolesi è stato costruito nei Paesi Bassi e lanciato nel 2000 per commemorare i 500 anni della scoperta del Brasile dal navigatore portoghese Pedro Álvares Cabral e si chiama il Cisne Branco cioè il Cigno Bianco ed è la replica di un clipper olandese del XIX secolo: lo Stad Amsterdam. Mentre siamo appoggiati al parapetto contemplando il meandro del fiume, l’amica decide di raccontarmi per la milionesima volta la sua cena annuale di tanti anni fa con i colleghi di lavoro in un famoso ristorante brasiliano del quartiere Saint-Pierre. Sai cosa faccio sempre, Alex, quando vado in un ristorante? I cessi, rispondo sapendo già la risposta. Esatto e ti posso dire che in questo boui-boui (bettola) già quando si entra nella sala da pranzo non si sente l’odore dei fiori tropicali, ma una vecchia odore di cavolo lesso, di vecchio sudore e di marcio e non ho mai capito la scelta dei colleghi di portarci in questo tugurio. Le ballerine di samba quasi nude che ballano tra i tavoli, suggerisco sapendo che questo ristorante è famoso per lo spettacolo di cabaret con finte ballerine brasiliane che alzano la gamba più che per la qualità della cena che è davvero secondaria. Lei ride dicendo che devo conoscere i suoi colleghi di lavoro. Quindi entro nei cessi e cosa vedo? Un vecchio vaso alla turca tutto sporco e degli schizzi di merda che costellano le pareti dal suolo al soffitto! E l’odore non ti dico! Quando sono tornata nella sala da pranzo, ero convinta che rischiavo di morire se assaggiassi una qualsiasi pietanza! Mentre gli altri prendevano l’aperitivo, sono uscita per fumare una sigaretta e respirare la buona aria dei moli. Volevo sfuggire, ma ero intrappolata perché era una cena organizzata dall’azienda. Quando ho trovato il coraggio di entrare di nuovo nel boui-boui, restava solo un posto che dava sulle cucine. Ogni volta che un cameriere spingeva la porta, potevo vedere questo sgabuzzino completamente lercio con degli scarafaggi mostruosi che correvano sulle pareti e anche dei topi che si deliziavano in un angolo con il contenuto rovesciato di una pattumiera. Niente era sprecato e tutta la roba veniva riciclata e i resti di feijoada nei piatti tornavano in una specie di lisciviatrice che serviva di pentola. Lei continua a elencarmi gli orrori visti in questa fottuta cucina aspettando che faccia la mia domanda rituale: perché non hai detto niente ai tuoi colleghi di lavoro? E lei di rispondere: E rischiare di privarli di una malattia tropicale? Loro che avevano scelto questo ristorante per l’esotismo e lo spaesamento?…. Scendiamo dalla nave e passiamo davanti i marinai brasiliani che, come tutti i marinai del mondo, sono occupati a giocare con i loro smartphone e faccio notare all’amica che i marinai di una volta, quelli del XIX secolo dello Stad Amsterdam, avevano altri svaghi nel vecchio quartiere dei bordelli di Mériadeck. Poi ci fermiamo un attimo davanti alla balera sui moli per ammirare le coppie che ballano al ritmo della musica brasiliana…Un sabato di ferragosto sui moli del porto della Luna.