Lei ha gridato che ero l’Hitler delle lamprede quando sono tornato, la primavera dell’anno scorso, dal pescivendolo con una bella lampreda viva di circa 1 kg e mezzo. La bambina del mio fratello è svenuta quando lei ha visto la bocca cilindrico piena di denti cornei e affilatili del pesce preistorico. Qualcuno ha minacciato il suicidio; un altro che non mi parlerebbe mai più se cucinavo questa lampreda. La bambina è svenuta una seconda volta quando le ho spiegato che la bocca cilindrica era una ventosa succhiasangue che permetteva alla lampreda di attaccarsi ai pesci e di succhiare il loro sangue. Vedi, cara bambina, ho aggiunto, la lampreda è un vampiro, ma noi a Bordeaux i vampiri li mangiamo. E lei spaventata: ma viva zio! vai a mangiare questa sanguisuga viva! No, cara bambina, ma per la ricetta devo assolutamente raccogliere il sangue della lampreda quando è ancora viva, adesso vai in cucina e portami un coltello e ti mostro come procedere. La bambina è scappata nel giardino e non l’abbiamo rivista fino alla sera….
Se venite a Bordeaux, la lampreda alla bordolese è il piatto tradizionale della città che dovete assolutamente mangiare almeno una volta. Non è soltanto un piatto, è tutta l’anima di Bordeaux! Il matrimonio perfetto tra il vino di Bordeaux e il pesce più emblematico dei fiumi dei bordolesi. Se non lo assaggiate, non avete scuse perché è un piatto che si trova tutto l’anno nei ristoranti bordolesi e se vi piace il vino di Bordeaux, avete ancora meno scuse perché, non solo la lampreda ha bisogno di un ottimo vino rosso per essere preparata, ma di più era il piatto che veniva servito una volta ai vendemmiatori per festeggiare la fine della vendemmia. Potete raccontarmi tutto sul vino di Bordeaux, se non avete mai mangiato di lampreda alla bordolese, non sapete niente di Bordeaux. Anche se è un piatto caro nei ristoranti bordolesi, non è vero che sia un piatto riservato ai ricchi e tutto il contrario: è un piatto semplice della gente dell’estuario della Gironda (la lampreda costa circa 10 euro al kg) cucinato con un po’ di vino, qualche porro e dello prosciutto….Ci sono tre problemi da superare per i nostri visitatori non bordolesi: l’aspetto del pesce, il fatto che il sangue della lampreda viene utilizzato per realizzare la salsa, il cioccolato per legare la salsa – non ci crederete, ma per certi l’uso di cioccolato è ancora più ributtante dell’aspetto della lampreda!
Quest’anno, ho mancato alla tradizione e non ho preparato la ricetta della lampreda in maggio, ma ho promesso ad una simpatica coppia italiana incontrata a Bordeaux di pubblicare la mia ricetta del pesce. Non è una ricetta qualsiasi, è la ricetta trasmessa da mia nonna. Poi, dopo la ricetta, ci sarà un video che mostrerà un altro modo di preparare la lampreda alla bordolese, ma comunque è sempre la stessa cosa: lampreda, porri e vino rosso…
- 1 lampreda viva di circa 1,2 kg
- 1,5 kg di porri (normalmente “baragane” cioè porri selvaggi che crescono nelle vigne, ma non si trovano più)
- 6 cipollini
- 6 scalogni
- 6 spicchi d’aglio
- 200 g di prosciutto di Bayonne
- 1 mazzetto di erbe aromatiche (bouquet garni)
- 1 cucchiaio di farina
- 15 cl di olio di arachidi (o d’oliva)
- 2 chiodi di garofano
- 1 bottiglia di ottimo vino rosso di Bordeaux (non importa che sia del Médoc, di Saint Emilion, di Blaye, di Graves, l’importante è che sia ottimo e non vecchio)
- 7 cl di Armagnac
- qualche quadretto di cioccolato
- 1 cucchiaio di zucchero in polvere
- sale e pepe
Procediamo. Legate la lampreda per la testa alla finestra della cucina. Fate un’incisione alla coda e raccogliete il sangue in una ciotola dove ci sarà già un po’ di vino (per evitare che il sangue si coagula). Lessate la lampreda per qualche secondo in acqua bollente e ritirate il cordone centrale. Tagliate la testa e la coda. Raschiate il “limon” della lampreda cioè la sua pelle viscida. Tagliate il pesce a pezzi e, per tre o quattro ore, fatelo marinare nel vino che avrete cotto alla fiamma. In una pentola tipo “cocotte” fate soffriggere nell’olio: gli scalogni tagliati a fette, i cipollini, lo prosciutto tagliato a dadi. Quando sono al punto, aggiungete l’aglio schiacciato, la farina. Mescolate bene e versate il vino della marinata. Aggiungete il mazzetto di erbe aromatiche, salate, pepate e lasciate cuocere a fuoco lento per circa un’ora. Pulite i porri, tagliateli alla Julienne (in bastoncini di 10 centimetri). Soffriggeteli e metteteli nella salsa. Fate rosolare i pezzi della lampreda poi fateli fiammeggiare con l’Armagnac. Mettete i pezzi di lampreda nella cocotte, aggiungete lo zucchero e cuocete a fuoco molto lento per ancora un’ora. Legate la salsa con il sangue, poi con il cioccolato e lasciate cuocere ancora dieci minuti.
Sotto un video di una famiglia di viticoltori che prepara la sua ricetta di lampreda alla bordolese, che è un po’ diversa, ma ogni famiglia alla sua ricetta!
Bonsoir mon cher Alex,
Je n’ai pas compris si ta jolie bestiole est de fleuve ou de mer, car j’ai trouvé ça : “La convenzione di Berna annovera Lampetra fluviatilis tra la fauna protetta. La pesca è vietata nei Paesi Bassi e Francia. Oggi in Lettonia, il comune di Carnikava è l’unico luogo sulle rive del fiume Gauja ove è consentita la pesca della lampreda.” (wikipedia)
Je ne sais pas si je l’ai déjà goûtée … mais je trouve sa bouche vraiment épouvantable.
” Ella a le goût de quoi ? ”
Je t’embrasse et te souhaite une bonne soirée.
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Bonsoir ma chère Francesca,
De mer. Elle vient dans l’estuaire de la Gironde au printemps pour se reproduire avant de mourir. La lamproie dont tu parles et nettement plus petite et vit exclusivement en eau douce. Je n’en ai jamais vu, mais je sais qu’en français on ne l’appelle pas forcément lamproie, mais: suce-pierre, flûte à sept trous ou encore du nom amusant de “chatouille”.
La bouche en forme de ventouse permet à la lamproie de se fixer aux poissons pour les vampiriser, les lamproies sont des “ectoparasites” (c’est juste pour faire le malin 😉 ) comme les puces d’un chat.
Le goût ressemble à celui de l’anguille, en beaucoup plus fin. En fait, on met la préparation dans des bocaux et on les conserve dans un garde-manger (c’est pour cela que l’on en trouve toute l’année) et plus la lamproie en bocal prend de l’âge, plus elle se bonifie. Un peu comme le vin de Bordeaux.
Ps: le prochain post sera moins gore. Le thème sera: que faire si l’on a qu’une seule journée à passer dans le médoc ? 😉
Bisous caniculaires,
Alex
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Bonjour mon cher Alex,
Il faut que je te dise que je ne mange ni de grenouilles ni des escargots ni de lapin et même pas d’anguilles.
Les grenouilles sont trop sympa pour que je les mange ; les escargots sont trop baveuses pour que je les mette dans mon estomac ; les lapin, tu le sais : chat et Goya ; enfin les enguilles … eh bien c’est une autre histoire que je te racconterai. Promis.
P.S. une journée à Bx avec mon ami 🙂
PP.S. aujourd’hui Lutetia aussi très chaud 😦
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Bonjour ma chère Francesca,
Moi non plus je ne mange ni grenouilles, ni escargots (me fait drôle ce mot, dans le médoc on dit plutôt cagouilles). Je mange toutes les saloperies qui viennent du fleuve ou de la mer, Les anguilles à l’occasion car ça coûte les yeux de la tête. Je mange du lapin, mais aucune viande rouge. En fait je suis super difficile 😉
Et ils annoncent 40 degrés mardi et mercredi!
Alex
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(…de plus ta bestiole semble être viscida e sa bouche ripugnante e la façon per cucinarla mi ha ricordato un’altra cosa preparata con il sangue e il cioccolato…sto facendo una smorfia di disgusto 😉 )
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Oui, oui cette pellicule visqueuse s’appelle le limon, il faut le racler avec un sac de pommes de terre (ceux qui sont ajourés) pour l’enlever. Tu as déjà mangé de la baudroie (rana pescatrice) ? Je ne suis pas sur qu’à l’oeil ce soit plus appétissant que notre sympathique lamproie bordelaise (je souris en imaginant ta deuxième grimace de dégout 😉 )
C’est que mettre du chocolat dans le sang pour épaissir une sauce n’est pas une invention bordelaise, c’est même un grand classique de la cuisine….
Bonjour Francesca,
Alex
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Tieni Alex, terza grimace de dégoût:
http://www.tastingabruzzo.it/sanguinaccio-alla-teramana.html
Bonne fin de journée à toi et d’énormes bises.
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Une dame des Abruzzes qui revient du supermarché à son mari: Zut ! J’ai pris le lait au rayon frais, mais j’ai oublié de prendre un litre de sang frais pour préparer le dessert ! Tu peux y retourner ? J’en ai la chair de poule ! Mais quelle horreur !
Bon week-end ma chère Francesca,
Alex
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Le sang, je dirais même très frais !
Sinon la coda di rospo a une tête un peu inquiétante mais il est très bon 🙂 !
Bonjour mon cher Alex et bon samedi.
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Bonjour ma Francesca,
J’avais présenté une recette dans la première saison de Bordeaux e dintorni, mais bon, je ne pense que cela te plairait :
https://alexdebordeaux.wordpress.com/2012/02/27/in-cucina-con-alex-rivisitiamo-un-classico-della-cucina-francese-la-blanquette/
Bon samedi (moi je file à Lacanau),
Alex
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Caro Alex, deve essere buonissima! Le cozze? J’ai un dindon qui mange tout et d’ailleurs … tu l’as vu 😉
Autrement, la blanquette française doit se préparer avec du beurre et de la chème fraîche sinon che blanchetta eh?
Bonnes vacances et à bientôt !
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Il pleuvait à Lacanau et, maintenant que je suis rentré, il fait soleil. En fait, je n’ai les vacances qu’en septembre. Me fait sourire de penser à ce que dirait ma tante à propos de ta bestiole, un proverbe que l’on utilise beaucoup dans le Sud-Ouest et qu’elle dit tout le temps quand elle parle de son fils : Celui-là, il vaut mieux l’avoir en photo qu’à table !
Bonjour Francesca,
Alex
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